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Luigi Diberti

Luigi Diberti è un attore italiano, è nato il 29 settembre 1939 a Torino (Italia). Oggi al cinema con il film Ennio Doris - C'è anche Domani distribuito in 5 sale cinematografiche. Luigi Diberti ha oggi 84 anni ed è del segno zodiacale Bilancia.

Il principe del teatro

A cura di Fabio Secchi Frau

Un anno fa, nella pellicola Saturno contro, lo avevamo ritrovato nel ruolo del padre dell'omosessuale Luca Argentero, accompagnato da una pittoresca Lunetta Savino che gli faceva da moglie, ma solo ieri iniziava la sua carriera proprio quando il cinema attraversava il suo periodo più nero, dovuto all'arrivo della televisione nella realtà italiana. I suoi baffi e il suo sguardo truce erano legati a poliziotteschi come Imputazione di omicidio per uno studente (1972) o La polizia incrimina la legge assolve (1973), ma seppure annodato - anche attualmente - a mere opere di consumo anche televisivo, Diberti era un autorevole addetto ai lavori teatrali, partner spesso di una fulgida Mariangela Melato sulle scene. Noto non solo in Italia - grande è il suo successo anche in Francia -, se dovessimo fare un provvisorio bilancio della sua carriera potremo tranquillamente dimostrare il suo grande successo. La prima sensazione, guardando Luigi Diberti recitare, è quella di vedere un principe molto atteso, che viene da molto lontano, pronto a incantare e ad ammaliare la bella fanciulla di turno, una fanciulla che è il pubblico intero, con fremiti, rischi, ma anche freddezze e pianificazioni dei suoi personaggi, talmente solidi nell'impianto da essere in grado di rubare la scena anche a nuove stelle del cinema.

Teatro furioso
Torinese, studia recitazione all'Accademia d'Arte Drammatica di Roma, diplomandosi. A pochi mesi dalla conclusione del suo percorso d'istruzione, comincia a lavorare in una serie di piccoli ruoli, venendo poi scoperto da Luca Ronconi che gli affida la parte di Ruggero ne "L'Orlando furioso" (1968), mentre l'anno successivo si imporrà nel dramma di Alberto Moravia "Il dio Kurt" (1969).

L'arrivo al cinema
Il debutto cinematografico arriva nel 1968, quando Maurizio Ponzi lo sceglie per recitare nella pellicola I visionari accanto ad Adriana Asti e Olimpia Carlisi, particolarmente amato da Mauro Bolognini, sarà diretto dal grande maestro in ben tre pellicole: Metello (1970), Imputazione di omicidio per uno studente (1972) e Libera, amore mio (1975), spesse volte accanto a Massimo Ranieri. Al di fuori di ogni snobbismo artistico, recita anche per il piccolo schermo in fiction e miniserie come La tecnica e il rito (1971), I demoni (1972), Ritorno (1973), La braca dei Biassoli (1975), una rivisitazione televisiva dell'Orlando furioso (1975) e La riva di Charleston (1978). Nel 1972, viene diretto da Elio Petri ne La classe operaia va in Paradiso, diventando uno dei partner più vicini - anche teatralmente parlando - a Mariangela Melato. Nel frattempo Franco Giraldi lo dirige ne Gli ordini sono ordini (1972), commedia accanto a una straordinaria Monica Vitti, mentre avrà l'onore e il piacere di recitare accanto a Henry Fonda, Yul Brynner, Philippe Noiret e Dirk Bogarde nel drammatico Il serpente(1973). Attore prediletto di Lina Wertmüller e di Giovanni Fago, è accanto a Marcello Mastroianni in Mogliamante (1977), ma anche a Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Alberto Sordi in uno degli episodi de I nuovi mostri (1977). Riabbraccerà poi la Vitti ne Il mistero di Oberwald (1980) di Michelangelo Antonioni, tornando poi a teatro in "Così è (se vi pare)" di Luigi Pirandello, per la regia di Sepe.

Gli Anni Ottanta
Divenuto uno degli attori più importanti del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, recita nel "Campiello" di Goldoni in due anni diversi (il 1974 e il 1992), diventando uno straordinario Calibrano in "Tempesta" (1984). Ma è ancora più presente nel piccolo schermo con le fiction Turno di notte (1981), Mio figlio non sa leggere (1984) di Franco Giraldi, Vestire gli ignudi (1986) con la Melato e diretto da Sepe - che avevano portato ripetute volte anche a teatro -, Un coupable (1988) con Michel Piccoli e Il colpo (1989), senza dimenticare le miniserie La freccia nel fianco (1983), Arabesque (1983), Raffaello (1984), tre edizioni de La piovra (1987, 1989 e 1992) e Il commissario Corso (1987).

Gli Anni Novanta
Alla fine degli Anni Ottanta, eccolo al cinema diretto da Pupi Avati in Ultimo minuto accanto a Tognazzi - che lo dirigerà anche ne Magnificat (1993) -, poi è assieme a Nastassja Kinski ne Il segreto (1990) e a Stefania Sandrelli ne Non chiamarmi Omar(1992). Dopo le opere televisive L'aquila della notte (1994), Due madri per Rocco (1994), Non parlo più (1995) e Il Maresciallo Rocca, torna a teatro interpretando "Viaggio" e al cinema con il film di Dario Argento La sindrome di Stendhal (1996) accanto ad Asia Argento. Sarà ancora piccolo schermo con In fondo al cuore (1997), Nei secoli dei secoli (1997), Cronaca nera (1998), Ritornare a volare (1998), Doppio segreto (1998), Il mistero del cortile (1999), Fine secolo (1999), Don Matteo (2000) e Padre Pio - Tra cielo e terra (2000), poi cinema con Guardami (1999) di Davide Ferrario, Un uomo perbene(1999) di Maurizio Zaccaro, Tobia al caffè (2000) di Granfranco Mingozzi e il ruolo dello psicanalista marito di una Stefania Sandrelli in piena crisi ne L'ultimo bacio (2001).

Il Duemila
Con l'arrivo del nuovo millennio, Luigi Diberti continua a preferire il piccolo schermo: dalla fiction agiografica San Giovanni - L'apocalisse (2002) a quella drammatica Incompreso (2002), senza contare la sentimentale Le ragioni del cuore (2002) con Alessandro Benvenuti, la soap Incantesimo (2004-2005), e Noi (2004), Amanti e segreti (2004), Un anno a primavera (2005) e Tutti i rumori del mondo (2007) e sporadicamente si lascia ancora andare alle onde del cinema come ne Sanguepazzo (2008) di Marco Tullio Giordana, dimostrando di essere un attore d'autore, rispettabilissimo, arroccato sulla sua bravura. Nel 2010 per Diberti altre due partecipazioni: Scontro di civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio e In carne e ossa dell'esordiente Christian Angeli e con un'ottima Alba Rohrwacher. Nel 2016 partecipa al film di Vittorio Sindoni Abbraccialo per me.
Tra le più recenti interpretazioni troviamo La casa di famiglia, Trafficante di virus, Una relazione e Alla vita.
Poco attento al suo target - davvero una brutta parola per uno che ha sconfinato veramente in tutti i generi -, è confortato da un successo che è destinato - gli auguriamo - a scavare fossati sempre più profondi nel cuore dello spettatore. Inventa, azzarda, cerca forme e nuovi guardi, proviene da un mondo separato dal nostro e mantiene ancora ambizione, rigore e forza espressiva. Anche se nel teatro torna alla sua forma migliore, non è mai lezioso, ma pur sempre complesso e toccante. Nei suoi occhi si compiono "pattinaggi emotivi" estremi, senza mai inciampare. Originale e popolare, elegante e mai ripetitivo, generoso e poco discontinuo, ha sulle spalle il peso delle due attività più floride del nostri sistema audiviosivo: cinema e televisione... Ma quasi non li sente.

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News

Regia di Matteo Gagliardi. Da martedì 14 febbraio al cinema.
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