Russell Crowe (Russell Ira Crowe) è un attore neozelandese, regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, è nato il 7 aprile 1964 a Wellington (Nuova Zelanda). Al cinema il 11 dicembre 2024 con il film Kraven - Il Cacciatore. Russell Crowe ha oggi 60 anni ed è del segno zodiacale Ariete.
Ha ricevuto tre nomination all'Oscar consecutive come miglior attore protagonista per i suoi ruoli in The Insider - Dietro la verità (2000), Gladiator- Il Gladiatore (2001) e A Beatiful Mind (2002). La sua interpretazione di Maximus, il generale romano divenuto gladiatore, in Il Gladiatore di Ridley Scott, gli è valsa la statuetta. Lo stesso ruolo gli ha fatto guadagnare il plauso di diverse organizzazioni di critici, dell'associazione della stampa estera di Hollywood, del sindacato degli attori e del BAFTA (British Academy of Film and Television).
Nel film di Ron Howard, A Beautiful Mind, il suo magistrale ritratto del premio Nobel John Forbes Nash jr gli ha fatto guadagnare la sua terza nomination all'Oscar, e premi come miglior attore da parte (tra le altre) dell'associazione della stampa estera di Hollywood, della Broadcast Film Critics Association, del sindacato degli attori e del BAFTA.
La prima nomination all'Oscar, Crowe l'ha ricevuta grazie al suo lavoro in The Insider- Dietro la Verità. Sempre per lo stesso ruolo ha ricevuto premi come miglior attore dall'associazione dei critici cinematografici di Los Angeles, dalla Broadcast Film Critics, dalla National Society of Film Critics e dal National Board of Review; inoltre, si è guadagnato nomination per il Golden Globe, per il premio BAFTA e per quello del sindacato degli attori.
Crowe ha lasciato il segno con il film drammatico di Curtis Hanson L.A. Confidential; a seguire ci sono stati Mystery Alaska di Jay Roach, e Proof of Life (Rapiamento e riscatto) di Taylor Hackford accanto a Meg Ryan.
Fin da bambino frequenta i set cinematografici, accompagnando i genitori cuochi che svolgono il servizio di ristorazione. Dall'età di 7 anni inizia a comparire in varie serie e trasmissioni televisive australiane per adolescenti finché, nel 1980, la passione per il rock lo porta a formare una band con la quale incide un singolo di discreto successo. Separatosi dagli altri componenti del gruppo, anche a causa della sua intrattabilità, tenta ancora per qualche anno la carriera musicale, praticando parallelamente il football a livello agonistico. Costretto a passare da un lavoro all'altro per riuscire a mantenersi, prova a darsi al cinema più per motivi economici che per vocazione. Pur senza aver frequentato scuole di recitazione, supera alcuni provini e debutta sul grande schermo nel 1990 con il film Giuramento di sangue. Pochi anni dopo interpreta da protagonista Skinheads e The Sum of Us, entrambi campioni d'incasso in Australia, con i quali raggiunge la grande popolarità in patria. Nel 1995 Sharon Stone lo vuole al suo fianco, insieme a Gene Hackman e Leonardo DiCaprio, nel western Pronti a morire. Sebbene risulti un lavoro poco riuscito, il film, per l'importanza del cast e della produzione, rappresenta per Crowe un vero trampolino di lancio. Nello stesso anno lavora con Denzel Washington in Virtuality e la critica statunitense lo inserisce nel novero dei nuovi migliori attori accanto a Daniel Day-Lewis e Sean Penn. Il bel poliziesco L.A. Confidential del 1997, in cui è protagonista con la fatale Kim Basinger, è un film di successo che lo rende famoso anche in Europa. Una curiosità: Crowe ha definito il periodo di lavorazione della pellicola come il peggiore della sua vita, perché James Ellroy, autore della storia, gli imponeva di non bere alcolici per assomigliare il più possibile al personaggio del poliziotto che interpretava. Nel 1999 si procura una nomination all'Oscar come attore protagonista in Insider, nella parte di uomo in lotta per affermare una verità che contrasta con gli interessi economici di una fabbrica di tabacco, ruolo per il quale ha dovuto ingrassare venti chili. Per la regia di Ridley Scott, nel 2000 è l'interprete principale di Il gladiatore, colossal in cui veste i panni di Maximus Decimus Berilius, generale di Marco Aurelio. Crowe è diventato in breve tempo un attore talmente padrone dei propri mezzi espressivi, da riuscire a nascondere la sua fisicità esuberante per interpretare il matematico schizofrenico John Nash in A Beautiful Mind, altra convincente prova con cui ha sfiorato il secondo Oscar. Anche il 2003 è stato un anno importante per la sua carriera, durante la quale ha sbagliato veramente pochi film (Rapimento e riscatto): la sua interpretazione del comandante Jack Aubrey in Master & Commander - Sfida ai confini del mare di Peter Weir, è stata accolta dalla stampa americana, che già gli tira la volata all'Oscar («un attore che dimostra una naturale inclinazione per gli eroi tormentati», ha scritto Hollywood Reporter), come una delle più emozionanti dell'anno. Definito anche «Clarke Gable del pacifico» Russell Crowe è l'attore australiano (in realtà proviene dalla Nuova Zelanda) più conosciuto dopo Mel Gibson. Molto prestante fisicamente, tiene la scena con irruenza, ma la sua buona intuitività gli consente di calarsi anche in ruoli che richiedono registri più sfumati. Con un cachet da dieci milioni di dollari a film, è ormai entrato stabilmente nello star-system hollywoodiano.
Russell Crowe è cambiato,a 41 anni. La faccia tonda,le guance piene che aveva nel Gladiatore o in Master &Commander si sono mutate in un viso triangolare, smunto. Pesaval03 chili. Ora, in Cinderella Man di Ron Howard (il soprannome di «Cenerentola del ring» è dello scrittore Damon Runyon), pesa 80 chili. Per forza, deve sembrare affamato e povero nella parte del pugile americano Jim Braddock, che dopo aver rinunciato al pugilato tornò a combattere nel 1933 per poter mantenere la famiglia,e con coraggio e volontà risultò vincitore sino a sconfiggere Max Bear e a conquistare un titolo mondiale. Divenne un simbolo, un eroe popolare: nei primi anni Trenta c’erano negli Stati Uniti 15 milioni di disoccupati, la miseria della Grande Depressione economica costringeva la gente a vivere senza elettricità né riscaldamento né gas (mancavano i soldi per pagare le bollette) e a mandare i figli dai parenti in campagna (non avevano di che sfamarli). Con l’aria avvilita e infinitamente stanca, Russell Crowe esprime motto bene il sentimento di quel tempo, anche se negli Stati Uniti troppo spaventati dal futuro Cinderella Man non ha avuto un gran successo. Del resto Crowe è un attore bravo e poliedrico, esprime bene tutto: le eroiche avventure gladiatorie e quelle sul mare sconfinato, gli smarrimenti dell’insidia della follia in A Beautiful Mind, l’affondare nella corruzione in LA Confidential, l’inquietudine della verità in Insider. Nato in Nuova Zelanda, è cresciuto in Australia (dove anche adesso vive con la moglie e un figlio piccolo), ha interpretato nel 1995 il suo primo film americano (era Pronti a morire di Sam Raimi), ha ricevuto innumerevoli premi. Nell’ultimo tempo s’è guadagnato una fama di violento per una rissa con l’impiegato d’un albergo newyorkese, seguita da arresto e denuncia: ma si sa come certi lavoratori alberghieri siano abili a spezzare i nervi e svelti a manifestare un’ostilità invidiosa verso le star, Crowe è in realtà un bravissimo attore, non di scuola ma d’istinto, dotato pure di quella specialissima energia e di quella virilità naturale tipiche della recente generazione d’interpreti australiani (al femminile, anche Nicole Kìdman non è diversa). Ed ètra i pochi interpreti che, con identica efficacia, possa fare lo scienziato tormentato l’avventuriero spericolato, l’intellettuale e il muscolare. Da La Stampa, 17 settembre 2005
Non son maschi, ma le donne debbono essere molto grate al regista Peter Weir per non avere preso alla lettera tutti i suggerimenti del romanziere Patrick O’Brian a proposito del suo protagonista, il capitano Jack Aubrey. Perché Jack Aubrey, arrivato finalmente sullo schermo con la faccia e il corpo di Russell Crowe ( Master and Commander, The Far Side of the World), uscito in America tra gli entusiasmi della critica e del pubblico rischiava d’arrivarci sovrappeso. Russell Crowe sovrappeso l’abbiamo già avuto in The Insider, film bellissimo, d’accordo, e recitato da dio, ma ditemi una spettatrice che non abbia tirato un sospiro di sollievo, ritrovandolo sodo e poderoso nel successivo Gladiatore. Non che fosse magro, intendiamoci. Era stato Ridley Scott, il regista, a frenarlo sulla dieta. Tramite Nicholas Powell, che doveva allenano ai combattimenti nell’arena, gli aveva mandato un biglietto: “Non perdere altro peso. Chunky is hunky (traduzione libera: grosso è sexy)”.
Adesso, però, c’era il pericolo di esagerare. Il capitano Aubrey, ha raccontato Russell a Jay Leno nel Tonight Show del 6 novembre scorso, durante i viaggi molto lunghi arriva a pesare 17 stone (vecchia unità di misura, pari a 6,350 chili; il capitano, dunque, arriva quasi a 108, ndr). Peter però ha pensato che non voleva un protagonista incapace di salire sul ponte senza essere spinto su dal ragazzo di cabina(ride). Così abbiamo deciso di dargli un aspetto più dinamico. Dico, ci sono venti libri, c’è tutto il tempo di arrivare ai 17 stone”.
Ha ragione. Sui libri, non sugli stone. La serie Master and Commander di Patrick O’Brian ha milioni di fan – nel vero senso di fanatici che aspettavano da tempo qualcuno capace di essere Jack Aubrey. Adesso che quel qualcuno è apparso, difficilmente lo lasceranno stare. E vi immaginate un produttore sano di mente che molla una miniera d’oro dopo avere scavato solo un filone? Russell potrebbe infilare la strada di Sean Connery/James Bond, ma in tasca ha un asso che Sean non aveva:Jac kAubrey non potrà mai ricattarlo, nessuno identificherà l’attore con il personaggio. Sean, per diventare se stesso, ha dovuto scappare da Bond; Russell, giocando con Aubrey, non correrebbe nessun rischio.
Nella storia di copertina che Time gli ha dedicato la settimana scorsa, il giornalista Josh Tyrangiel (da Crowe trattato ruvidamente) s’avventura in un paragone tra Tom Cmise, Tom Hanks e Russeil, giudicando l’australiano vicino a scalzare il primo posto di entrambi, il sex symbol e il grande attore. “Ma”, osserva, “mentre Cruise e Hanks sono in certo modo condannati a infinite variazioni della stessa performance, Crowe può fare quello che vuole, perché ha abituato il pubblico ad aspettarsi da lui qualunque cosa”.
È probabilmente questa capacità di sfida, questo consapevole coraggio nel mettersi alla prova ogni volta e fino in fondo che rende tanto attraente Russell Crowe, tanto rapacemente sexy. “Mi hanno accusato d’essere arrogante”, ha detto al giornalista David Giammarco, “ma hanno scambiato per arroganza la mia sicurezza. Per spiegarmi: io sono un chitarrista davvero mediocre. Non mi metterei mai seduto accanto a Eric Clapton a far musica con lui. Ma posso “far musica” con qualunque attore del Pianeta e so, con assoluta sicurezza, che saprò soddisfare tutte le esigenze del mio personaggio, recepire ogni informazione, lavorarci sopra e “far vivere” l’intera dannata faccenda. È tutto qui”.
Figlio d’una madre e un padre che frequentavano i set dalla porta di servizio - in senso letterale: facevano il catering per le troupe cinematografiche, Russell ha condotto una vita vagabonda (nato nel 1964 a Wellington, in Nuova Zelanda, trasferito a Sydney quattro anni dopo, la sua famiglia ha avuto una casa stabile quando il ragazzo era ormai quattordicenne), ha mollato il liceo, messo su un paio di band e sognato di diventare un cantante famoso (ma intanto la sua prima canzone, I Want To Be Like Marlon Brando, denunciava un’ambizione tutta diversa e - per quanto sembri incredibile - più realistica). Ha imparato a recitare qua e là, da ragazzo è apparso in qualche serie tv, è finito sul palcoscenico in una produzione locale del Rocky Horror Picture Show e finalmente, a 25 anni, eccolo davanti a una cinepresa: il film è Prisoners of the Sun di Stephen Wallace. A Russell serve appena un altro ruolo per farsi notare: con Proof, di Jocelyn Moorehouse, riceve il premio di miglior attore non protagonista dall’Austnalian Film Institute.
E l’America? Arriva via Sharon Stone, che lo vede in Romper Stomper di Geoffrey Wright (dov’è uno skinhead nazi) e lo vuole in The Qyick and the Dead. “Crowe è l’unico aspetto positivo del film”, scrivono i critici. Due anni dopo, con LA Confidential, diventa una star.
Non è un seguace del Metodo. “lavoro tra “Azione!” e “Stop!””, ha detto nell’intervista a Time. Non fatevi l’idea, però, che sia uno spensierato improvvisatore. Per Master and Commander ha preso lezioni di violino (e si capisce, Jack Aubrey lo suona spesso e bene), ma è molto più notevole la mole di letture con cui ha affrontato il personaggio e la sua epoca. “Una bibliografia di due pagine e mezzo, direi...”, ha raccontato a Jay Leno. E sarà anche vero che non è un seguace del Metodo (del Metodo Stanislavsky, cioè, che prevede una full immersion nel personaggio dentro e fuori dal set), però allora come si spiega che per tutta la durata delle riprese di LA Confidential non abbia bevuto una goccia d’alcool? “Quello stronzo di James Ellroy (l’autore della storia, ndr) ha creato un poliziotto astemio! Astemio, ci credete? Non ho bevuto neanche una birra per due mesi. la peggior tortura che abbia sopportato per un film”. Se non è Metodo questo...
Comunque, in qualunque modo lavori, quando si arriva al risultato, è sempre straordinario. Lui, invece, ci trova sempre qualche difetto, qualcosa di migliorabile. Per noi spettatori è un bene, ci garantisce che continueremo a vederlo sullo schermo. Perché, ha promesso Russell, “quando pensassi di avere fatto qualcosa diversamente perfetto, smetterei di recitare”. Per lasciarci al culmine della sua arte o perché capirebbe di non essere più in grado digiudicarsi?
Da Lo Specchio, 6 dicembre 2003
Di recente è stato il protagonista dei film di Ridley Scott Body of Lies (Nessuna verità) e American Gangster, e del western 3:10 to Yuma (Quel treno per Yuma), diretto da James Mangold. American Gangster e 3:10 to Yuma (Quel treno per Yuma) hanno ricevuto nomination allo Screen Actors Guild Award 2008 nella categoria ‘Outstanding Performance by a Cast in a Motion Picture’.
Body of Lies (Nessuna verità) costituisce la quarta collaborazione di Crowe con il regista Scott, dopo l’esordio dei due nel film premio Oscar Il Gladiatore. Crowe ha inoltre recitato nel film di Scott A Good Year (Un’ottima annata), basato sul libro di Peter Mayle. La sua performance, premiata nel 2000 con l’Academy Award , nel ruolo del Generale Romano Massimo ne Il Gladiatore è corredata da altre due nomination all’ Oscar come Migliore Attore per The Insider (1999) e A Beautiful Mind (2001).
Il suo ruolo ne Il Gladiatore ha meritato anche riconoscimenti da parte di numerose associazioni di critici fra cui la Broadcast Film Critics Association. Inoltre l’attore ha ricevuto nomination da parte della Hollywood Foreign Press Association, dello Screen Actors Guild e dal BAFTA.
In A Beautiful Mind di Ron Howard, il magistrale ritratto di Crowe del premio Nobel John Forbes Nash, Jr. gli è valso il premio della Hollywood Foreign Press Association, della Broadcast Film Critics Association, del SAG, dei BAFTA, e di altri gruppi di critici. Per il suo lavoro nel film drammatico di Michael Mann The Insider, nel ruolo del Dr. Jeffrey Wigand, che denuncia i fatti illeciti della società di tobacco in cui lavora, l’attore ha ricevuto premi come Migliore Attore da parte di numerose società: Los Angeles Film Critics Association, Broadcast Film Critics Association, National Society of Film Critics e National Board of Review, nonché nomination al Golden Globe Award, al BAFTA Award e allo Screen Actors Guild Award.
Crowe ha ritrovato Howard, il produttore Brian Grazer e lo sceneggiatore Akiva Goldsman in Cinderella Man. Il ruolo da lui interpretato, del coraggioso boxer vissuto durante la Grande Depressione Jim Braddock, gli è valso un’altra nomination al Golden Globe. In precedenza ha vestito i panni del Capitano Jack Aubrey nell’avventuroso film storico di Peter Weir Master and Commander: The Far Side of the World (Master and Commander - sfida ai confini del mare).
Crowe ha esordito a Hollywood nel thriller di Curtis Hanson L.A. Confidential, nel ruolo del poliziotto Bud White. In seguito è stato il protagonista di Mystery, Alaska di Jay Roach e di Proof of Life (Rapimento e riscatto) di Taylor Hackford, al fianco di Meg Ryan.
Risale al 1995 il suo debutto in un film americano, con il western The Quick and the Dead (Pronti a morire), insieme a Gene Hackman e Sharon Stone; subito dopo ha interpretato il criminale informatico SID
6.7 in Virtuosity, accanto a Denzel Washington. Altri film da lui interpretati comprendono: Heaven’s Burning (Paradiso di fuoco), Breaking Up (Breaking up – lasciarsi), Rough Magic (Miss Magic), The Sum of Us (Tutto ciò che siamo), For the Moment, Love in Limbo, The Silver Brumby (basato sul noto romanzo australiano per bambini), The Efficiency Expert e Prisoners of the Sun (Giuramento di sangue).
Nato in Nuova Zelanda, Crowe è cresciuto in Australia, dove ha ricevuto molti riconoscimenti per il suo lavoro sul grande schermo. Per tre anni consecutivi, a partire dal 1990, è stato onorato dall’Australian Film Institute (AFI), dove è stato nominato Migliore Attore per The Crossing. L’anno successivo ha vinto il premio di Migliore Attore Non Protagonista per Proof (Istantanee). Nel 1992, ha ricevuto premi come Migliore Attore da parte dell’AFI e dell’ Australian Film Critics Association per la sua performance in Romper Stomper (Skinheads). Nel 1993 il Seattle International Film Festival ha nominato Crowe Migliore Attore per il suo lavoro sia in Romper Stomper (Skinheads) che in Hammers Over the Anvil (Un piccolo grande eroe).
Crowe abita in Australia con sua moglie e i loro due figli.