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Transformers - L'ultimo cavaliere, chiusura o rilancio della saga?

Il quinto capitolo si afferma come il più grande e il più autocelebrativo della serie. Al cinema.
di Elena Magnani, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema

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mercoledì 28 giugno 2017 - Scrivere di Cinema

Dieci anni e quattro film dopo il primo Transformers, arriva in sala L'ultimo cavaliere, annunciato anche come l'ultimo capitolo diretto dall'ormai storico regista Michael Bay (anche se le ultime scene lasciano intendere che potrebbe seguirne un sesto). Basta il titolo per promettere un'atmosfera da grande finale: l'ultimo cavaliere, l'ultima fatica di una saga costata miliardi di dollari e centinaia di ritrattazioni, rinvii, cambiamenti. La storia della serie non è stata facile. Già dopo Transformers 3, con la stroncatura unanime della critica, l'abbandono degli sceneggiatori Roberto Orci e Alex Kurtzman, il rifiuto di Shia LaBoeuf e le consuete esitazioni di Bay, sembrava che il franchise fosse destinato a una conclusione.

Aveva provato a salvare la nave Transformers 4: L'era dell'estinzione, annunciato come l'inizio di una nuova trilogia, con un cast completamente diverso, i robot ridisegnati e un nuovo formato in IMAX Digital 3D: altre recensioni poco lusinghiere ma un incasso nettamente migliore, soprattutto fuori dagli Stati Uniti. E adesso l'ultimo.
Elena Magnani, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema

Transformers - L'ultimo cavaliere è un film che cerca di arrivare alle origini, spiegando i motivi che hanno portato i Transformers sulla terra, ma soprattutto di definire i valori, i successi, il significato della saga. Un film che si guarda indietro e che cerca di trarre una somma, forse per chiudere il cerchio o forse per riuscire di nuovo a guardare al futuro.

Perchè quindi i Tranformers continuano a cadere sulla Terra? Qual'è la natura del loro legame con noi? Il film propone una lunga serie di ipotesi e spiegazioni deliranti, sorrette però da una convinzione tenace: che ci sia ora più che mai bisogno di eroi, di cavalieri come quelli di re Artù - leali, coraggiosi e onorevoli - incarnati ovviamente dai robot-alieni di Cybertron. E infatti il racconto riprende esattamente dove era stato lasciato, mostrandoci però l'evoluzione in negativo del mondo da quando Optimus Prime lo ha lasciato: i Transformers sono ricercati; Cade Yeager, paladino della giustizia, vive in esilio in un parcheggio abbandonato; Prime è stato trasformato in Nemesys, il suo alter-ego assetato di distruzione.

Il suo ritorno, atteso e invocato nel corso di tutto il film, diventa piano piano una presenza reale, lo spettro di un passato che ha il bisogno prepotente di essere ancora. Sarà proprio lui a riabilitare un'altra volta i Transformers agli occhi del mondo, a ribadire il mito della forza, del sacrificio, della lealtà un po' militare dell'immaginario maschile, i punti chiave della morale della serie. Il quinto capitolo di Transformers si afferma come il più grande della saga per qualità degli effetti speciali, formato, definizione della grafica, coreografia delle sequenze di lotta e varietà di scenari, ma soprattutto si impone come trionfo autocelebrativo della propria storia: come l'ultimo cavaliere di un mondo dove la cavalleria non esiste più.


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