Vincitore della sezione Orizzonti alla 73. Mostra del Cinema di Venezia, Liberami è l'ultimo capitolo di un sottogenere dell'horror che ha annoverato nel tempo imperdibili capolavori.
di Rudy Salvagnini
Abituati come siamo ad assistere agli esorcismi al cinema in opere di finzione, benché molto spesso propagandate come "basate su fatti realmente avvenuti", è interessante vedere, nel bel documentario di Federica Di Giacomo, Liberami, "the real thing". Tutto è molto simile, ma più quotidiano. Gli indemoniati di Liberami paiono sinceramente credere di essere posseduti dal demonio e manifestano sintomi analoghi a quelli degli indemoniati cinematografici, ma senza che vi sia l'enfasi degli effetti speciali e perciò restando saldamente in un ambito terreno. La sensazione che abbiano visto film esorcistici è forte, ma è chiaro che si è di fronte a situazioni di sofferenza: come evidenzia uno dei preti riferendosi agli "indemoniati", vi è da parte loro una ricerca di attenzione, di centralità.
L'occasione è anche propizia per riflettere sui film esorcistici - in senso stretto, senza comprendere quelli "solo" demoniaci (come, per fare solo un esempio, l'influente Il presagio) - e stilare una lista dei dieci migliori film di questo sottogenere dell'horror. La scelta è naturalmente opinabile e in qualche caso anche provocatoria, ma in ogni caso eccoli qua, in ordine cronologico.
Il film non prende posizione, giustamente: non è importante che siano o meno quello che pensano di essere, l'importante è il disagio che viene manifestato e la risposta che a esso l'esorcista - con sobrietà e partecipazione - cerca di dare. La realtà comunque imita la fantasia che a sua volta ha imitato la realtà, in un affascinante gioco di specchi.
Un autentico precursore. Film atipico nella carriera di un regista atipico (nonché bravo e sottovalutato). Magistralmente ambientato in una Lucania quasi neorealista, in un contrastato bianco e nero, si divide tra critica sociale e racconto nero, con affascinanti momenti dal fascino spettrale. Tra le manifestazioni della possessione la famosa camminata da ragno che rivedremo a Hollywood molti anni dopo. Grande interpretazione di Daliah Lavi. Un film da riscoprire.
Che dire? Il film esorcistico per eccellenza. Paradigma imprescindibile ancora oggi per chiunque voglia cimentarsi in questo sottogenere, ne ha stabilito gli standard narrativi in un perfetto equilibrio tra dettagli psicologici, riflessioni filosofiche, stilemi da urban thriller e spaventose irruzioni del soprannaturale. Punto di forza spettacolare è il rito esorcistico come poi siamo stati abituati a vedere a ripetizione, ma che qui è presentato per la prima volta. Linda Blair diventa l'indemoniata per eccellenza.
Capolavoro di surrealismo horror, opera di un regista dalla carriera sfortunata, meritevole di rivalutazione, amico e collaboratore di Alejandro Jodorowsky. Tra sangue, violenza, erotismo ed eccessi di ogni genere, la vicenda di un'indemoniata contenta di esserlo. Visualmente sontuoso.
Per ricordarci che demoni ed esorcismi non sono solo appannaggio dell'Occidente. In questo strano thriller psicologico dalle molte facce, l'esorcismo c'è, ma è di tipo del tutto diverso da quello cui siamo abituati e si situa nel contesto bizzarro e libero dagli schemi del cinema di genere hongkonghese di quegli anni. Vivace, multiforme e, nella seconda parte, scatenato. Per chi vuole qualcosa di diverso.
Sequel del più "corretto" (ma più noioso) Amityville Horror, trova Damiani intento a riscoprire con gusto le radici horror dei suoi vecchi fumetti. Morboso e perverso quanto basta, il film, pur con qualche difetto, resta fermamente all'interno delle convenzioni del genere, ma le ravviva.
Ovvero lo strano caso del film girato due volte. Questa versione è quella scartata dalla produzione che fa rigirare ex novo il film da Renny Harlin: il risultato è il deludente L'esorcista - La genesi che floppa di brutto. Il film di Schrader riemerge per l'home video: non è un capolavoro, ma è un film coerente con più di qualche spunto filosofico-spirituale.
Tra scene processuali da legal thriller e oscuri momenti macabro-demoniaci, il film cerca di rivitalizzare il genere esorcistico con un approccio un po' diverso e una maggiore enfasi sugli aspetti religiosi. Il risultato non è disprezzabile. Laura Linney giganteggia in versione Perry Mason.
Basato sulla stessa vicenda su cui è basato The Exorcism of Emily Rose, questo film tedesco affronta l'argomento in modo più realistico e dimesso, tracciando un ritratto accurato e intenso della povera protagonista, vera e propria vittima delle circostanze. Film notevole, da non perdere per chi voglia vedere affrontato il tema con serietà e senza effettismi. Molto brava Sandra Hüller.
Ovvero il found footage film che si incrocia con l'esorcistico. Sorprendentemente, lo fa con buoni esiti. Il realismo ottenuto grazie al format è messo al servizio di un approccio anticonvenzionale alla materia, presentando il punto di vista di un esorcista in crisi di coscienza. Vivace.
Il regista dell'indimenticato Il guardiano di notte si appropria di una storia abbastanza banale e riesce a darle quei connotati di sincerità e "verità" che coinvolgono gli spettatori spingendoli a temere per i personaggi del film. L'esorcista questa volta è ebreo e anche il cambio di ritualità dà freschezza alla vicenda: teso e ricco di suspense, è un film che non delude. Ottimo Jeffrey Dean Morgan, mentre la piccola Natasha Calis è una sensibile e convincente emula di Linda Blair.
La tentazione di inserire L'esorciccio è stata grande, ma mi limito a segnalarlo a latere come wild card per i cultori del grande Ciccio Ingrassia e per chi voglia farsi due più che legittime risate sull'argomento.