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ONDA&FUORIONDA

Tarantino rifà Django. E chiama il suo amico Franco Nero.
di Pino Farinotti

In foto Quentin Tarantino, al Comic-con per presentare Django Unchained.
Quentin Tarantino (61 anni) 27 marzo 1963, Knoxville (Tennessee - USA) - Ariete. Regista del film Django Unchained.

domenica 22 luglio 2012 - Focus

Una volta vidi Franco Nero e Quentin Tarantino seduti a un tavolino del buffet dell'Excelsior, al festival di Venezia. Nero mi fece un segno e mi avvicinai. "Conosci Tarantino?" "Non di persona" risposi. Sedetti e conobbi Tarantino, febbrile, tutto scattante, mai prevedibile, ma è risaputo. Si avvicinò una signora, con piccolo taccuino e penna, per l'autografo. Tarantino prese la penna ma la donna trattenne il taccuino: "Lo vorrei da lei, Franco Nero". Il regista lasciò la penna e l'attore fece l'autografo, con la dedica, 'a Claudia'. Ma Nero si sentì in dovere di un aggiustamento. "Guarda Claudia che questo signore è il più grande regista americano". Quentin sorrise: "But he is the greatest Italian actor". Allora la signora concesse la dedica anche all'americano. Ma ci mise una puntualizzazione: "Per mia figlia Camilla".

Assoluto
Tarantino dunque dice "il più grande" e dichiara un assoluto. Che è sempre qualcosa di arbitrario, ma che l'autore di Pulp Fiction abbia una vera passione per Nero è un fatto. In tutte le occasioni, da Venezia a Los Angeles, a Toronto il regista ha sempre ribadito questa passione: ecco dunque la semplice, automatica, derivazione di Django Unchained, il nuovo film di Tarantino. Che il cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta, i western, i polizieschi, una certa violenza, eccetera, contenessero dei germi tarantiniani è risaputo, e accreditato, da sempre, dallo stesso regista americano. E va detto che il leggendario Django di Sergio Corbucci, con Franco Nero, è uno dei dvd italiani più venduti nel mondo. È un cult per una schiera di adepti molto folta. Che poi Franco Nero sia un grande attore è una verità, non è questione di discrezionalità. Bastano i ruoli. Eccone alcuni: Lancillotto, il commissario del Giorno della civetta, il poliziotto alla Chandler in Un detective, Matteotti, Valerio il giustiziere del Duce, Garibaldi, Agostino, e cento altri. E poi quella sua strepitosa storia privata, l'amore con Vanessa, diva di charme e di intelligenza. Con un figlio e un matrimonio celebrato quarant'anni dopo. Mai banale, mai normale, Nero. I registri ci sono davvero tutti, al massimo livello. Nero ha certo avuto una carriera importante, ma il cinema italiano gli è debitore per non averlo valorizzato in assoluto. Quando negli anni Settanta il cinema girò pagina, diventando pop-cinema, quando i caratteristi divennero protagonisti, quando avere appeal era una pregiudiziale, Nero venne emarginato, con altri suoi omologhi, come Gemma e Testi. Prevalsero modelli normali, senza eroismo e nobiltà. Una tendenza che si è radicata e fortificata, che oggi è imbattibile. Un concetto che ho già proposto. Ai nostri giorni i modelli che comandano sono attori come Germano e Papaleo. Certo bravi, ma bravi... caratteristi che fanno i protagonisti. Non è davvero proponibile un Elio Germano che rotea una spada da trenta chili per difendere il suo re Artù. E Papaleo, lo giuro, non sedurrà mai una delle donne più belle del mondo.

Strage
Django, lo ricordiamo tutti, era il pistolero che si trascinava una cassa da morto con dentro una mitragliatrice, con la quale faceva strage di cattivi.
Tutto questo ha conosciuto, vissuto, e metabolizzato Quentin, per quel pronunciamento "assoluto" sull'attore di Parma. Django Unchained racconta una storia diversa. È Jamie Foxx a dare corpo e volto a Django, afroamericano schiavo liberato, in cerca attraverso gli Stati, della moglie Broomhilda, schiava a sua volta. I due erano stati separati anni prima. Il resto è "tarantiniano": un cacciatore di taglie-dentista che libererà Django se lo aiuterà a trovare i terribili assassini Brittle. Il dentista è Christoph Waltz, il nazista di Bastardi senza gloria, superdecorato per quel ruolo (Cannes, Golden Globe e Oscar). Poi c'è Leonardo diCaprio, entusiasta per la parte di cattivo che mai gli era stata concessa. Con qualche tocco fuori dal convenzionale, alla Tarantino, appunto, come la Broomhilda che canta, ma in tedesco. E naturalmente il primo eroe, Franco Nero, in un cameo dorato. Il trailer lo mostra in una sequenza irresistibile: Nero e Foxx sono a un bancone, vicini. Nero, cappello classico Statson e guanti, si rivolge al vicino. "Come ti chiami?" Gli domanda. "Django." Risponde l'altro. E il primo "Django", fa girare quelle famose iridi. Senza una parola. Ma la primogenitura è stata dichiarata, e confermata. Django sarà sempre quello del 1966, con una tacca in più. Grazie al suo amico Tarantino, Franco Nero lo ha fatto due volte.

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