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Dive, scacchisti e supereroi

Al Festival di Roma, convince La kryptonite nella borsa.
di Robert Bernocchi

Pupi Avati, Micaela Ramazzotti e Cesare Cremonini sul red carpet di Il cuore grande delle ragazze.
Pupi Avati (85 anni) 3 novembre 1938, Bologna (Italia) - Scorpione. Regista del film Il cuore grande delle ragazze.

mercoledì 2 novembre 2011 - News

Non si può certo definire sorprendente il nuovo film di Pupi Avati, Il cuore grande delle ragazze. Il protagonista, vissuto durante il Ventennio, prima accetta di sposare una delle due giovani figlie del padrone dei terreni coltivati dalla sua famiglia, per poi innamorarsi della loro sorellastra e decidere di convolare a nozze con lei.

Foto in bianco e nero, giri in bicicletta, personaggi e aneddoti folcloristici, nostalgia del passato. Gli uomini sono simpaticamente meschini, le donne ammirevoli nella loro pazienza, divise tra prostitute e zitelle vergini. Decisamente più interessante la prova di Micaela Ramazzotti rispetto a quella di un Cesare Cremonini un po' intimorito e limitato (ha solo una cosa in testa, indovinate quale), ma col fiato che ammalia le ragazze (che sia l'anti Superciuk, uno dei personaggi di "Alan Ford"?). I fan (dall'applauso in sala, sembrano piuttosto numerosi) continueranno ad apprezzare, gli scettici nei confronti di questo cinema non cambieranno idea, in attesa della prossima opera di Avati...

Torna al passato e ai conflitti matrimoniali anche Simon Curtis, che con My week with Marilyn racconta il periodo passato dalla Monroe in Inghilterra, durante le riprese de Il principe e la ballerina. Fresca sposa di Arthur Miller, ma con un matrimonio che mostrava già le sue crepe, la diva trova conforto nell'amicizia con un assistente alla regia.

È proprio attraverso i suoi occhi, quelli di una persona comune con cui si dovrebbe identificare il pubblico, che ci viene raccontata questa storia. Che però risulta un po' aneddotica e slegata, almeno per due terzi di pellicola. Poi, per fortuna, si esce dal set e magari si entra più in profondità nei sentimenti di questa diva, che era felice e sorridente (quasi) solo al cinema.

Branagh si diverte in un ruolo complesso (ma che non ci appassiona veramente), la Williams sembra molto preoccupata di risultare credibile nei panni della star, ma è la Dench, nelle poche scene a sua disposizione, che batte tutti (tanto per cambiare). Insomma, l'intenzione di mostrare il lato oscuro della fabbrica dei sogni cinematografica non sembra perfettamente riuscita.

Il secondo film italiano in concorso, dopo quello di Avati, è La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo, ambientato negli anni settanta e su una famiglia decisamente bizzarra, con al centro un ragazzino occhialuto e sensibile, i suoi genitori in crisi e gli zii fricchettoni, che vanno a feste che sembrano quelle di Diabolik di Mario Bava.

Si parte piano, ma col tempo ci si appassiona (memorabile quando il protagonista mostra la sua passione per Hair). Certo, si vorrebbe magari che il regista premesse a fondo il pedale dell'acceleratore e si lasciasse andare, visto che c'erano le basi per diventare un prodotto alla Jeunet. Comunque, siamo di fronte a un prodotto inconsueto per il panorama nostrano, che diverte in maniera originale, ma costruisce anche personaggi non banali e che in sala è piaciuto decisamente.

Il prodotto più inquietante della giornata risulta invece Bobby Fischer Against the World, storia del geniale e folle scacchista americano, in grado di interrompere il dominio sovietico battendo Boris Spassky nel mitico incontro di Reykjavik del 1972. Quasi come un personaggio shakespeariano, il suo maggior trionfo rappresenta anche l'inizio della fine, che lo porta all'isolamento e a posizioni antisemite e antiamericane (celebre e spaventosa la sua gioia per gli attentati dell'11 settembre).

Un lavoro che mette i brividi, quando mostra la parte oscura di una personalità fuori dal comune, che già da bambino mostrava le radici dei suoi problemi futuri. E fa riflettere su quanto possa essere effimero il successo, per cui un eroe che sconfigge il nemico della guerra fredda poi diventa un paria assoluto.

E oggi, dolore e morte...
Tra i film più importanti che verranno proposti oggi, Un giorno questo dolore ti sarà utile di Roberto Faenza e Trishna di Michael Winterbottom. Ma si può scommettere che farà molto discutere il documentario 148 Stefano. Mostri dell'inerzia, sulla tragica fine di Stefano Cucchi.

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