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5x1: Cinema & tv, simbiosi quasi perfetta

Dalle serie che invadono il grande schermo agli eroi del piccolo schermo diventati di celluloide.
di Stefano Cocci

Dalla tv al cinema
Will Smith (Williard C. Smith II) (56 anni) 25 settembre 1968, Filadelfia (Pennsylvania - USA) - Bilancia. Interpreta William 'Will' Smith nel film di Shelley Jensen, Jeff Melman, Ellen Gittelsohn Willy, il principe di Bel Air.

martedì 21 luglio 2009 - News

Dalla tv al cinema
Sono lontani i tempi in cui i produttori cinematografici lanciavano accorati gridi di allarme contro la nemica televisione che fagocitava i loro prodotti dando pochi spiccioli in cambio. Nel XXI secolo il nemico pubblico numero 1 è Internet, i pirati che, prima, scaricano illegalmente i film e, poi, sbarcano nell'Europarlamento di Bruxelles. Oggi, il rapporto televisione – cinema non potrebbe essere più florido, perchè il piccolo schermo è lo zio d'America: le grandi emittenti finanziano la produzione di film e sostengono il mercato cinematografico con i diritti per la trasmissione delle pellicole di maggior successo. Non solo: la settima arte in crisi di idee, in cui si moltiplicano i sequel e i prequel di franchigie di successo, non può non cogliere l'occasione della facile cassa di risonanza offerta da serie tv da rigenerare con un passaggio cinematografico, magari con nuovi e affascinanti attori. È il caso di Hazzard, Miami Vice, Star Trek, Starsky & Hutch, Charlie's Angels e prossimamente A Team (con a quanto pare, Liam Neeson e Bradley Cooper), TJ Hooker e MacGyver, in quest'ultimo caso per la felicità di Patti e Selma, le sorelle di Marge Simpson che nella finzione del cartone animato non si perdono neanche un episodio a costo di rimetterci la vita.
L'osmosi funziona anche con gli attori e le attrici. Spesso, grandi nomi ormai consunti per il cinema, rivitalizzano la propria carriera sul piccolo schermo e, a volte, star della televisione sbarcano, in modo più o meno trionfale, nella magia dei 35 mm. Casi eclatanti sono Will Smith, che ha iniziato rapper, è passato per la serie prodotta da Quincy Jones Willie il principe di Bel Air e ha "chiuso" con i blockbuster come Hancock che lo proiettano come uno degli attori di maggior successo al botteghino. Noi italiani abbiamo Luca Argentero, partito dal Grande Fratello e arrivato fino a Ferzan Ozpetek. Tra noi e loro, chi sta peggio?

Tina Fey
Possiamo considerarla la regina della commedia americana, almeno in televisione. Con le sue imitazioni per il Saturday Night Live di Sarah Palin, la candidata vice – presidente del senatore McCain nelle passate elezioni presidenziali americane, ha influito sull'elettorato in modo incisivo, facendolo sbellicare dalle risate. Indimenticabili i duetti con Will Ferrell – George W Bush. In 30 Rock ha raccolto uno straordinario successo di pubblico e di critica. La serie ha racimolato 5 Grammy e 9 Emmy e si svolge dietro le quinte di uno spettacolo comico di fantasia, vagamente ispirato proprio al Saturday Night Live. La Fey si è rivelata come comica eccellente, trascinando 30 Rock al successo. Ora sbarca al cinema con Baby Mama, una commedia che, però, non riesce a lasciar sprigionare tutta le capacità di Tina.

John Belushi
Indimenticato e indimenticabile. Ogni recriminazione sulla scomparsa di uno dei più grandi comici degli anni Settanta e Ottanta può essere solo parzialmente consolata dalla riflessione che un grande artista è quel che è anche in considerazione del modo in cui vive la sua vita privata. Se Belushi non fosse stato così auto-distruttivo, probabilmente non sarebbe stato così travolgente sullo schermo, come se sapesse di dover consumare la candela da entrambi i lati, per bruciare con il doppio della luminosità. La sua stella iniziò a brillare nel National Lampoon Radio Hour, una trasmissione radiofonica prodotta da una celebre rivista satirica americana, dove conobbe Bill Murray e Chevy Chase. Presto fu ingaggiato dal Saturday Night Live e, nel gennaio del 1979 quando Belushi compiva 30 anni era al numero 1 del box office cinematografico con Animal House, al numero uno nella vendita degli album con Blues Brothers e al numero uno tra le trasmissioni televisive, proprio con il Saturday Night Live. Tanto splendore, però, consumò presto la sua candela.

Eddie Murphy
A vederlo ne La famiglia del professore matto o in commediole semplici e innocue, non si riconosce la carica comica devastante che Eddie Murphy mostra, ad esempio, in Nudo e crudo. Era il 1987 e la forza propulsiva del Saturday Night Live che lo aveva lanciato era ancora dirompente. Murphy la portò con sé nei primi personaggi, come il mendicante che diventa broker di borsa di Una poltrona per due o Axel Foley della franchigia Beverly Hills Cop. Due esperienze che lo hanno lanciato ma contrassegnate da una tragedia e dal fato. Per Una poltrona per due il suo personaggio doveva essere interpretato da John Belushi, ma la scomparsa dell'attore fece ripiegare la produzione su Murphy. Per Beverly Hills Cop, il protagonista doveva essere Sylvester Stallone, che abbandonò perchè non furono accettate le sue modifiche alla sceneggiatura. L'attore italo-americano voleva molta più azione e così, a sole sei settimane dall'inizio delle riprese la produzione volò a New York per ingaggiare l'allora stella del Saturday Night Live, Eddie Murphy.

Jessica Biel
Sia benedetto Settimo cielo. La vita della famiglia del reverendo Eric Camden è stato un "caso" televisivo per ben 11 stagioni. Vicende alla "volemose bene", piccoli e grandi problemi familiari che, ai più, avranno certamente riportato alla mente La famiglia Bradford. La figlia del reverendo è Jessica Biel, splendida bellezza lanciata nella televisione dal personaggio di Mary, ottenuto alla tenera età di 14 anni. Di lì sono stati apprezzamenti a non finire, e quando il fascino (e le curve) di Jessica sono definitivamente esplose, forse era un po' troppo sexy per fare la figlia del reverendo. Del resto il cinema si era accorto di lei e, dopo l'immancabile partecipazione nel classico horror in cui la bonazza di turno rischia di essere fatta a pezzi dal mostro (Non aprite quella porta) per la Biel si sono succeduti anche ruoli importanti in The Illusionist – L'illusionista, Io vi dichiaro marito e... marito e Un matrimonio all'inglese.

Shelley Long
In questo cursus honorum, uno spazio va lasciato a una stella caduta. Nella prima metà degli anni Ottanta, Shelley Long era la stella più lucente del panorama televisivo. Era la protagonista della serie Cin cin, un prodotto televisivo che ha raggiunto i contorni della leggenda: 111 nomination agli Emmy, con 26 vittorie, 31 ai Golden Globe con 6 successi. La stessa Long vinse due Golden Globe e un Emmy ma ciò non bastò, insieme ai 400 mila dollari a episodio offerti dalla produzione, per convincerla continuare la sua partecipazione. Abbandonò nel 1987 per dedicarsi alla carriera cinematografica. Nessuno le spiegò che il cinema non era interessato a lei. Cin cin continuò per altre cinque stagioni dopo il suo abbandono e a mietere successi a getto continuo. La Long finì presto nel dimenticatoio. Tornò, brevemente, in auge nel 1995 per la partecipazione alla serie spin off di Cin Cin, Frasier, per la quale ottenne l'ultima nomination agli Emmy della sua carriera.

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