Vite leggendarie prossimamente al cinema
Ad Hollywood vanno di moda i film biografici: a cominciare dalla leggendaria vita di Margaret Keane, pittrice e icona femminista sulla quale stanno lavorando gli sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszewski, già autori dello script di Ed Wood e ora alle prese con la regia di Big Eyes (2009), passando per l'artista del soul Marvin Gaye in Sexual Healing (2010), lo scacchista Bobby Fisher in Bobby Fisher Goes to War (2010), è in preparazione anche la vita del pugile Victor Perez e Gus Van Sant pensa al politico Harvey Milk, il primo omosessuale eletto ad una carica pubblica nel 1977 e ucciso da un fanatico omofobo poco dopo. Per non parlare poi della straordinaria esistenza del pittore surrealista Salvador Dalì al quale hanno da sempre dedicato numerosi omaggi e che entro il 2010 sarà protagonista di tre pellicole importanti: Robert Pattinson lo interpreterà in Little Ashes, Patrick Michael Strange ne vestirà i panni nel film che assegna un posto d'onore ai grandi artisti di ogni tempo, da William Shakespeare a Jimi Hendrix, Lives and Deaths of the Poets, Al Pacino lo incarnerà in Dalì & I: The Surreal Story diretto da Andrew Niccol. Girano anche delle voci stuzzicanti su Johnny Depp, intenzionato a indire un concorso di sceneggiatura aperto a tutti dove il vincitore porterà il proprio script, incentrato su Dalì, sul grande schermo. Idee interessanti su vite leggendarie. È facile perdersi in questa lunga lista di buoni propositi cinematografici. Secondo la rivista "Variety", a giocarsi il premio del film più atteso sono due lungometraggi concorrenti che vedranno protagonista il musicista giamaicano Bob Marley.

Martin Scorsese punta al reggae
La vita del più importante musicista reggae di sempre è ricca di fascino e saggezza, valori che hanno saputo ammaliare milioni di appassionati in tutto il mondo. Tanti sono gli omaggi che sono stati fatti: nella letteratura il più recente è "L'estate di Bob Marley" di Paolo Pasi, la pittura e il disegno lo hanno mitizzato mettendo il suo volto su prodotti commerciali come magliette, manifesti e poster e il cinema gli ha dedicato numerosi film e documentari. A confrontarsi con il peso di un mito questa volta si prepara Martin Scorsese che, dopo aver indagato sulle melodie del blues con Dal Mali al Mississipi, quelle del rock con Shine a Light dedicato ai Rolling Stones e No Direction Home: Bob Dylan in onore del cantante di Duluth, affronta la filosofia di pace e tolleranza di Bob Marley. Ma non è solo il pluripremiato regista statunitense ad interessarsi al mito del reggae: la vedova di Marley, Rita, autrice del libro "No woman no cry: a life with Bob Marley", ha dato il consenso per un biopic, che verrà prodotto e distribuito dai fratelli Weinstein Co., tratto direttamente dalla sua autobiografia.Tra i possibili protagonisti anche Rohan, figlio di Bob Marley, e la cantante Lauryn Hill nei panni di Rita, ma il cast è ancora da definirsi.

La musicista Lauryn Hill candidata attrice
Lauryn sarebbe ideale per impersonarmi sullo schermo"; così sostiene Rita Marley che approva la scelta della Hill, praticamente scomparsa dalla scena musicale degli ultimi anni, dopo l'acclamato album solista del 1998, "The Miseducation of Lauryn Hill". La cantante (già attrice di successo in Sister Act 2 – Più svitata che mai e in alcune soap opera) sta leggendo la sceneggiatura che Lizzie Borden (Le professioniste del peccato) sta completando in Giamaica. Il film non ha ancora un titolo; l'unica cosa definita è la location e il periodo di distribuzione: in parte sarà girato nell'isola caraibica e dovrebbe uscire nelle sale cinematografiche a fine 2009. Bob Marley sarà interpretato da due attori diversi (uno per il periodo giovanile e l'altro per quello adulto) e la moglie Rita Marley ha già dichiarato che sarà sul set tutti i giorni: "Ogni millimetro della mia persona è in quel film, e non voglio diventi una fiaba stile Cenerentola". Dopotutto la vita di Bob è stata un susseguirsi di lotte per la sopravvivenza, dall'infanzia passata nel ghetto al burrascoso matrimonio con Rita. Il film si profila quindi come un omaggio sentito e veritiero ad un grande artista del Novecento. Una vita vissuta fino in fondo che fa da monito alle nuove generazioni perché non dimentichino l'insegnamento di Bob: "Meglio morire combattendo per la libertà che vivere da schiavi".