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La volpe e la bambina, il richiamo della foresta

Dopo La marcia dei pinguini, Luc Jacquet fa debuttare sullo schermo la volpe abruzzese.
di Marzia Gandolfi

Ragazzi selvaggi

venerdì 14 marzo 2008 - Incontri

Ragazzi selvaggi
Nell'epoca del crollo degli ideali, i bambini e gli adolescenti al cinema sono anime sofferenti e agitate. Profondi, complessi e curiosi sono "ragazzi selvaggi" in fuga da famiglia e società verso la libertà e contro l'ipocrisia. Come il protagonista di Into the Wild, la bambina di Luc Jacquet ascolta la propria vocazione e ritorna alla natura. Come l'Alice delle meraviglie di Carroll e la Jelize surreale di Gilliam, la bambina senza nome del titolo è risucchiata dalla tana del Bianconiglio in un pianeta selvaggio (senza essere estremo), abitato da volpi lupi, orsi, ricci, castori, cinghiali, salamandre e ranocchi. La volpe e la bambina è una storia straordinaria raccontata dagli occhi di una ragazzina, una favola che celebra il valore dell'amicizia e la capacità d'evasione dei fanciulli alla scoperta della propria identità e della natura circostante. Dopo la lunga "marcia" dei pinguini sui ghiacci dell'Antartico, Luc Jacquet scrive e dirige il percorso inziatico di una bambina attraverso l'amicizia con una volpe. Peccato quella voce narrante a cui il regista francese non sembra voler rinunciare e che già commentava insopportabilmente le stagioni dell'amore dei pinguini imperatori. Truffaut diceva che i bambini "recano con sé automaticamente un senso di poesia e di purezza straordinaria". Superfluo introdurre elementi o dialoghi poetici in un film di bambini.

Amarcord
L'idea del film, l'amicizia tra una volpe e una bambina, nasce da un ricordo prezioso della mia infanzia. Ho avuto la fortuna di vivere una fanciullezza libera e spensierata, i miei nonni mi regalarono le "chiavi" dei boschi e mi lasciarono libero di sperimentare la bellezza della natura sulle montagne dell'Ain. Fu proprio durante una passeggiata tra gli abeti che incontrai la "mia" volpe. Era talmente impegnata a cacciare che non si accorse di me. Desideravo osservarla, studiarla ma poi mi prese il desiderio irrefrenabile di avvicinarmi. Fu così che la volpe si accorse di me e per un attimo, brevissimo ma indimenticabile, i nostri sguardi si incrociarono, poi fuggì via spaventata. Non ho mai scordato quella volpe e la domanda che mi feci da bambino: "Perché gli animali temono l'uomo e fuggono lontani da noi?". La volpe e la bambina cerca di rispondere a questo interrogativo e di restituire allo spettatore l'emozione e l'intensità di quel mio incontro.

Una favola formativa
Quando ho scritto la sceneggiatura de La volpe e la bambina ho pensato principalmente ai racconti per bambini che mi era capitato di leggere nell'infanzia e in età adulta. In quelle storie si narra con parole semplici del rispetto della natura e del rispetto dell'altro. Ho costruito il mio film come una favola, perché mi permetteva di eliminare le cose reali: la scuola, i genitori della bambina, le case. Il cuore del racconto doveva essere la relazione tra la bambina e la volpe, tutto il resto soltanto suggerito. Come fonte d'ispirazione potrei citare anche "Il piccolo principe" di Antoine Saint-Exupéry, un libro meraviglioso che descrive una volpe simbolica e dotata della parola, io invece volevo che la volpe del mio film restasse un'animale selvaggio, una creatura assolutamente reale.

Volpi e pinguini
Avevo scritto molto tempo fa il soggetto de La volpe e la bambina, molto tempo prima de La marcia dei pinguini. Il successo e i premi ottenuti col documentario precedente mi hanno perciò permesso di sviluppare e finalmente realizzare questo progetto. Ancora una volta parlo di animali e continuerò a farlo perché la natura è per me una fonte inesauribile di ispirazione. Per milioni e milioni di anni l'uomo si evoluto nella natura, poi tutto è finito improvvisamente, quella relazione si è interrotta. Ho la presunzione di credere che, almeno in parte, i miei film possano contribuire a rafforzare il rapporto uomo-natura. Lavorare con gli animali e a contatto con la natura è un'esperienza meravigliosa che ciascuno di noi dovrebbe provare a recuperare. La volpe e la bambina è stato girato sull'altopiano di Retord e nel cuore dell'Italia, nel parco nazionale d'Abruzzo, dove le volpi non vengono cacciate da oltre cento anni. La volpe è l'animale ideale per esplorare il legame conflittuale e paradossale che da sempre unisce l'uomo all'animale selvatico.

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