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Edgar G. Ulmer

Edgar G. Ulmer. Data di nascita 17 settembre 1904 ed è morto il 30 settembre 1972 all'età di 68 anni (USA).

Edgar G. Ulmer è uno dei più personali autori di movies di serie B americani negli anni dal Trenta al Sessanta e certamente uno dei più stravaganti tra i mitteleuropei emigrati a Hollywood. Definire eccentrica la carriera di Ulmer è dir poco. Nato in Cecoslovacchia all'inizio del secolo, emigrato a Vienna, poi a Berlino (dove lavorò con Reinhardt e Murnau e co-diresse con Robert Siodmak un film-documentario mitico del realismo tedesco, Uomini di domenica) e infine a Hollywood, riuscì a dirigere solo un film per una casa di produzione maggiore, un horror d'annata (il 1934) in cui venivano accostati per la prima volta due mostri (sacri) del genere: Boris Karloff e Bela Lugosi, rispettivamente reduci dai successi di Frankenstein e Dracula. Il film è The Black Cat e, con le sue atmosfere espressioniste e i suoi orrori suggeriti, è un po' l'antesignano dell'horror psicologico che prenderà piede di lì a poco. Costa relativamente poco (circa 100mila dollari) e incassa tanto (140mila dollari solo nelle primissime visioni). Nonostante questo, Ulmer viene bandito dal gran capo della Universal (Carl Laemmle) da tutti i maggiori studi hollywoodiani. Infatti, sul set, si è innamorato della giovane moglie del nipote di Laemmle, Shirley, che divorzia, lo sposa e rimane, per tutta la vita, sua moglie e sua collaboratrice. Il vecchio Laemmle lo considera un affronto alla famiglia e mette gli Ulmer nella "lista nera". La coppia si trasferisce a New York, dove l'incontro con un ucraino pazzo fa scoprire a Edgar una nuova carriera: realizzatore di film indipendenti per le minoranze etniche. Gira in fretta, con pochi soldi e tanto entusiasmo collettivo, due operette ucraine, Quattro film yiddish, un melo per la comunità nera, un cortometraggio sui navajos, uno sui messicani. Quando all'inizio degli anni 40 torna a Hollywood, ha imparato a fare film in sei giorni, senza sprecare un metro di pellicola e per poche decine di migliaia di dollari. Qui, assunto da una delle più miserabili delle indipendenti (la PRC), gira una serie di noir oscuri e disperati, le cui invenzioni visive (quasi stimolate dalla povertà) hanno poco da invidiare a quelle dei maggiori maestri del genere. Il suo film più famoso si chiama Detour - Deviazione per l'inferno ed è spesso stato assunto come parobola esemplare della carriera del suo autore. Seguono un omaggio ai limiti della follia della dark lady (La venere peccatrice), il "Quarto potere della serie B" (Il dominatore di Wall Street), un western tristissimo (Fratelli messicani), diventato mitico da quando Truffaut scrisse che era all'origine dell'ispirazione di Jules e Jim, alcune coproduzioni italiane, tra le quali le due epopee Annibale e Antinea, L'amante della città sepolta. Nonostante la "deviazione" del 1934, una bella carriera (Ulmer sostiene di aver partecipato con mansioni diverse a 128 film). Muore a Hollywood nel 1972. E i suoi film, come accade spesso ai B movies, cominciano a scomparire.
Le cineteche ufficiali tendono a non conservarli. Via via che le case di produzione chiudono i battenti, si perdono le fonti dei negativi. Le copie in circolazione, soprattutto se sono di pubblico dominio, si riducono ad ammassi informi di tagli e parole smozzicate. La stessa filmografia di Ulmer si affida sempre di più alla tradizione orale e ai ricordi dell'instancabile Shirley. Alcune copie si trovano anche in Europa, ma purtroppo sempre le stesse: ovunque Uomini di domenica, Detour - Deviazione per l'inferno e The Black Cat, certamente in Francia Fratelli messicani, a Londra La follia di Barbablù e Beyond the Time Barrier. Troppo pochi per mettere insieme una retrospettiva seria (e infatti nessuno in Europa l'ha ancora organizzata). Si può solo cercare negli Stati Uniti, dove esiste un enorme mercato di classici (dalle serie A alla Z) a 16 millimetri.
Ma anche là, dopo poche settimane di permanenza e un numero incredibile di telefonate, il "cacciatore di film" (nel caso specifico, la sottoscritta) va a imbottigliarsi in un vicolo cieco: gli archivi hanno pochissimi dei suoi film e il mercato sommerso del 16 millimetri non ne assomma più di una diecina. La comunità americana degli "ulmeriani" è numerosissima (ma anche quella europea non scherza) ed estremamente collaborativa: qualcuno conserva un paio di film in casa propria, comprati anni prima e così sottratti all' usura irrimediabile John Turner degli Archivi Canadesi tira fuori dal cappello un poliziesco rarissimo degli anni 30 e uno dei film ucraini, vendutogli poco tempo fa da un gigantesco vecchio ucraino con la barba e un mantello nero ("uguale a Orson Welles"). Ma tutti sono concordi nell'affermare che una ricerca del genere rischia di perdersi lungo tortuosi sentieri ulmeriani. E, puntuale, entra in scena la deviazione: fino a tre anni fa, abitava a New York un docente universitario, Ron Collier, che possedeva più di 30 film di Ulmer, alcuni ormai in copia unica ma un bel giorno ha dato le dimissioni ed è scomparso nel nulla, con tutta la sua famiglia e tutti i suoi film.
Da Il Sole-24 Ore, 25 giugno 1989

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