"Non sono stato io a cercare il cinema, è avvenuto l'esatto contrario". Con queste parole Mirko Frezza racconta il suo essere attore, dopo un passato tutt'altro che semplice alle spalle. Una vera e propria rinascita quella che ha accompagnato l'attore romano, in carcere per otto anni a causa di piccoli atti di microcriminalità già in giovanissima età, che adesso si gode la famiglia, il mondo dello spettacolo e la sua associazione, Casale Caletto, per aiutare concretamente chi come lui è nato dove le istituzioni spesso fanno fatica ad arrivare.
Come il cinema ha incontrato Mirko Frezza
Figlio di un pregiudicato, Mirko Frezza sembra destinato a calcare le orme paterne, come effettivamente fa in gioventù, salvo poi pentirsene e, dopo aver scontato la relativa pena, fare un passo indietro capendo che la strada giusta da percorrere è un'altra. Ad aiutarlo in questo c'è la moglie Vittoria, lontana dai riflettori e tre figli, Michelle, Crystel (che sembra aver ereditato dal padre la passione per il mondo dello spettacolo) e Giampiero.
Dopo gli otto anni in carcere si apre per lui una nuova strada che non gli fa dimenticare il passato, anzi lo spinge ad aiutare concretamente, attraverso l'associazione Casale Caletto, tutti coloro che si trovano nella sua stessa situazione.
A "rovinargli i piani" arriva, però, il cinema. Un incontro casuale grazie all'amico Alessandro Borghi con il quale si trova a lavorare nel film che segna il suo debutto da protagonista nel mondo del cinema nel 2016: Il più grande sogno diretto da Michele Vannucci. Un film che racconta la sua storia: dall'esperienza in carcere fino al riscatto sociale. Un film che vale all'attore una serie di riconoscimenti: miglior film Politiche Sociali Sezione Orizzonti al Festival di Venezia, premio speciale miglior attore rivelazione opera prima al Catania Film Fest, premio "Mirto D'Oro" alla XXVI Rassegna Grande Cinema Italiano di Poggio Mirteto, premio del pubblico al miglior attore alla XII edizione del festival Bimbi Belli, Premio SA.FI.TER. - Granoro (Grotte di Castellana), attore rivelazione al Fiuggi Film Festival, prix spécial du jury, prix du département e prix des lecteurs du Dauphiné Libéré al Festival del cinema italiano di Annecy (Francia), premio Prato Film Festival.
In realtà prima di questo ci sono altri titoli ai quali Mirko Frezza prende parte, tra piccolo e grande schermo, tra corti e lungometraggi, oltre a un paio di pubblicità.
Da ruoli secondari e comparse in 5 di Francesco Domenidò, ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino e in Roma criminale di Gianluca Petrazzi, al primo vero impegno nel cortometraggio del 2012 Nati per correre, a opera di Michele Vannucci all'epoca al Centro Sperimentale di Cinematografia. Lì i due si incontrano e nasce un primo cenno alla storia di Mirko Frezza destinato a espandersi in una versione più estesa qualche anno più tardi.
È poi impegnato, sempre con Michele Vannucci in un altro cortometraggio, Una storia normale, per il quale ottiene lo Special Award Castellaneta Film Fest, e nel cortometraggio La fine di Ruben Antonio, mentre come lungometraggi prende parte a Fratelli di sangue di Pietro Tamaro, Ma tu... di che segno 6? di Neri Parenti e 4021 di Viviana Lentini.
A livello di cortometraggi prende parte a diversi progetti: Idris di Kassim Yassim Saleh, presentato alla 74esima Mostra del cinema di Venezia, Uomo di Mattia Bianchini e Angeli senza ali nel 2020, diretto da Diletta Di Nicolantonio.
Il cinema dopo il grande debutto
Dopo essere stato apprezzato per l'interpretazione di sé stesso nel film di Vannucci, Mirko Frezza comincia a ottenere diversi ruoli che, soprattutto dalla metà degli anni 10 del 2000, lo trasformano in completamente in un attore.
Tutto inizia nel 2016 con La banda dei tre di Francesco Maria Dominedò nel ruolo di Sergej Makarovich. A questo seguono ben quattro titoli nel 2017: Riccardo va all'inferno di Roberta Torre, un musical nero che attraversa e rilegge il Riccardo III di Shakespeare, Una vita spericolata di Marco Ponti, su un prestito che si trasforma in rapina per tre amici, Quanto basta di Francesco Falaschi con protagonista un giovane affetto da sindrome di Asperger, e Dogman di Matteo Garrone, liberamente ispirato al delitto del Canaro.
Anche il 2018 è un anno impegnato per Mirko Frezza che si divide tra la commedia Detective per caso di Giorgio Romano, A mano disarmata di Claudio Bonivento, tratto dall'omonimo libro che narra la storia della giornalista Federica Angeli, finita sotto scorta per aver scritto articoli sulla malavita di Ostia, e Appena un minuto di Francesco Mandelli, la tragicomica storia di Claudio, un cinquantenne che nella vita fa l'agente immobiliare, ma senza successo. Per A mano disarmata ottiene il premio SAFITER Stefano Ricci nel 2019 e nello stesso anno anche il premio al Prato Film Festival.
Nel 2021 è nell'horror Tenebra di Antonello de Leo, liberamente tratto dal romanzo "Il primo uomo su Marta" di Giuliano Fiocco, ma è anche Golia nell'omonimo lungometraggio, Golia appunto, di Roberto Marra e Stefano Salvatori, che, però, esce nel 2023, e che, dopo aver ricevuto la qualifica di film d'essai dal MIC, è presentato in anteprima mondiale al 45° Festival cinematografico internazionale di Mosca. Al centro della storia Golia, un ex campione di rugby, affetto da demenza senile.
L'anno successivo, oltre a due cortometraggi, Ti presento papà di Antonello de Leo e Un lavoretto facile facile di Giovanni Boscolo, è in un altro horror, Hai mai avuto paura? di Ambra Principato, su un giovane poeta aristocratico che vive con la sua famiglia in una grande magione, colpita da una maledizione che causa eventi spaventosi e misteriosi. Nel 2023 è nel cortometraggio Doppia vita di Giorgio Molteni e nella commedia Prima di andare via di Massimo Cappelli e nel 2024 in tre film: Mya - Un sogno da vivere di Federico Moccia, Martedì e venerdì, opera seconda del duo Alessio De Leonardis e Fabrizio Moro e Amici per caso di Max Nardari, tratto dal cortometraggio "Lui e l'altro", diretto dallo stesso Nardari nel 2011.
Senza contare tanti altri progetti come, per esempio, Il tempo è ancora nostro di Maurizio Matteo Merli.
Il piccolo schermo
Gli impegni di Mirko Frezza non si esauriscono, però, con il grande schermo, ma proseguono con il piccolo schermo.
Dal 2013 praticamente ogni anno è impegnato in un set diverso. Il primo è quello della seconda stagione de La narcotici di Michele Soavi, poi, l'anno dopo, Rex 8 dei Manetti Bros e Le tre rose di Eva 3 di Raffaele Mertes. Nel 2015 è Scarfa in Dov'è Mario di Edoardo Gabbriellini, ma è anche impegnato ne Il giustiziere di Michele Alhaique.
Dal 2016 inizia il suo impegno nelle varie stagioni della serie, prima diretta da Michele Soavi e poi da Simone Spada, di Rocco Schiavone, nel ruolo di Furio, e prende parte anche a un'altra serie, per più di una stagione, diretta dal compianto Alessandro D'Alatri e poi da Alessandro Casale: Un professore, nel ricorrente ruolo di Pantera.
