Vittorio Rifranti nasce a Milano, dove frequenta il Liceo Classico e si laurea in Lettere Moderne. Durante il liceo, seguendo un cineforum scolastico, scopre la passione per il cinema. Realizza i primi cortometraggi in Super 8 e frequenta Ipotesi Cinema sotto il coordinamento di Ermanno Olmi. Nel 1992 gira il mediometraggio L'attesa, storia dell'incontro impossibile tra un laureando alle prese con un futuro programmato e una ragazza in cerca di occasioni. Presentato in concorso ad Anteprima per il cinema indipendente italiano di Bellaria, vince alla rassegna di Castrocaro il Premio come Miglior film e viene segnalato dalla rivista Filmcritica come uno dei lavori più interessanti del giovane cinema italiano. Nel 1998 realizza con Giovanna Gasparini il documentario I giorni liberi, in collaborazione con l'Istituto Storico di Sesto San Giovanni, sulle memorie private dei partigiani dell'area milanese, grazie al quale riceve il Premio FEDIC (Federazione Italiana dei Cineclub) come Miglior Giovane Autore 1998.
Nel 1999, con un laboratorio all'interno del Carcere di San Vittore, inizia la sua attività di docente di cinema che proseguirà parallela alla regia in realtà come l'università IULM, la Civica Scuola di cinema Luchino Visconti di Milano e l'Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni. Dopo una lunga e complessa gestazione e un iniziale finanziamento di Tele+, la pay-tv dell'epoca, poi sfumato per problemi produttivi, realizza nel 2004 con mezzi amatoriali Lo sguardo nascosto, una storia di silenzi e solitudini, di voci catturate di nascosto in una Milano misteriosa e inquietante. Esordisce nel 2007 con Tagliare le parti in grigio, che vince il Pardo come Migliore Opera Prima al Festival di Locarno e viene selezionato in concorso in numerosi festival internazionali. Il film racconta l'incontro di tre sopravvissuti ad un incidente stradale che intraprendono insieme un percorso di riappropriazione di se stessi, del loro corpo e delle loro emozioni, attraverso l'esperienza del dolore fisico. Nel 2018 gira il suo secondo film, I passi leggeri, che viene selezionato in diversi festival italiani e internazionali. Storia di un sacerdote dalla doppia vita, Don Luca, che trova il senso del suo ruolo nelle notti in cui attraversa la città in cerca di disperazioni e solitudini piuttosto che nei riti della quotidianità. Nel 2020 realizza il cortometraggio La guarigione, prodotto dall'Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, che vince diversi premi in festival internazionali. Nel 2022 porta a termine il suo terzo film per il cinema, Ferite, che vede protagonista un regista teatrale alle prese con l'allestimento di uno spettacolo mentre la sua vita privata e il suo passato, segreti e nascosti, vengono alla luce inesorabilmente.