Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Vittorio Rifranti |
Attori | Fabrizio Rizzolo, Chiara Causa, Ksenija Martinovic, Nicola Quagliarella Endrit Muhametaj, Violante Mazzoleni, Alessandro Davoli, Alice Bruni, Alice Cavasin, Davide Damioli, Marco De Silvio, Andrea Di Paola, Larisa Feraru, Zaina Lorella, Teresa Magistroni, Gilda Panizza, Federico Paris, Elena Plamdeala, Ilaria Rigamonti, Tessa Santagostino, Ilaria Serina, Stefano Zan. |
Uscita | giovedì 5 dicembre 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Lo Scrittoio |
MYmonetro | 3,06 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 febbraio 2022
Don Luca, parroco a Milano, si trova ad affrontare il confine fra la luce e l'ombra. In Italia al Box Office I passi leggeri ha incassato 528 .
CONSIGLIATO SÌ
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Don Luca è parroco di una chiesa situata in campagna a sud di Milano. La sua è una fede esplicitamente dichiarata che lo porta ad andare a cercare in città di notte gli ultimi, coloro che hanno bisogno di una bevanda calda, di un abbraccio, talvolta di droga per sopravvivere. Le visite di una giovane donna incaricata dalla malavita organizzata di recuperare il denaro che gli è stato prestato e che ha usato per aiutare i diseredati e l'incontro con una prostituta proveniente dai Paesi dell'Est lo spingeranno ad approfondire il senso della sua vita.
Una premessa si manifesta come necessaria: per procedere a una disamina critica completa del film non si può prescindere dal finale.
Dato però che ci si è imposti come regola di non fare spoiler in materia, lo stesso non va esplicitato e ci si deve limitare a considerazioni che non ne tengano conto. Rifranti porta sullo schermo la quotidianità e la spiritualità di un sacerdote con la serietà e la consapevolezza proprie di chi sa che nella storia del cinema questo tipo di personaggio è stato affrontato più volte ed anche a livelli molto elevati. Non manca quindi di attenzione nello scrivere la sceneggiatura così come nello scegliere Fabrizio Rizzolo, che offre al personaggio il giusto mix di luminosità e tormento. Non era facile rendere credibile la figura di un sacerdote diviso tra la quotidianità di una piccola parrocchia e l'attrazione per la metropoli in cui ampio spazio hanno quelle periferie esistenziali che tanto spesso compaiono nel pensiero di papa Francesco. Ancor più difficile era poi il conservare il giusto equilibrio nel delineare i rapporti con le due donne che entrano nella sua vita. A differenza del sacerdote che don Luca periodicamente va a trovare e che ha abbracciato la solitudine (pur non collocandosi fuori dal mondo con cui mantiene contatti) il protagonista è intimamente solo. Va a cercare 'fuori' coloro che possono avere bisogno del suo aiuto ma non ha costruito attorno a sé la benché minima traccia di comunità. Celebra la Messa ma, ad eccezione di una confessione, non lo vediamo mai intrattenersi con nessun parrocchiano. Un sacerdote senza comunità intorno ha già iniziato a fallire nel proprio compito. È diventato una sorta di macchina distributrice di sacramenti anche se, dentro di sé, è convinto di star diffondendo la Parola. Si potrebbe dire che fa del bene di nascosto e che questo è un merito (ed indubbiamente lo è) ma agendo da solo più che altro finisce con il gratificare se stesso. Saranno le due donne, in maniere diverse e senza nessuna intenzione da parte del regista di fare scandalo, a metterlo di fronte a delle scelte che coinvolgeranno anche il suo agire in solitudine dando un peso diverso anche ai suoi passi.
Film intenso e molto valido.Mi sono piaciuti gli attori e la trama ha un forte significato.Il regista è riuscito nell'intento di mostrare attraverso i protagonisti alcuni temi della vita.Brave sia le attrici, che l'attore.Finale non scontato...
Fra Walser, esplicitamente, e Dostoevskij, di folgorante bellezza.
Un sacerdote svolge il suo epistolato amministrando i sacramenti durante il giorno e soccorrendo poveri e disgraziati di notte. Fino all'incontro con due donne -una prostituta e un'usuraia - che cambieranno la sua e le loro vite. Dramma italiano sulla forza del sospetto, la lucidità del dolore e della fede che paga una recitazione un po' costruita ma propone l'immagine del prete come non siamo più [...] Vai alla recensione »
La tazza di thé con la scritta "la mia casa, le mie regole il mio caffè". Che compare all'inizio e alla fine del film. Quasi un passaggio di consegne, un testamento. Ma anche un oggetto simbolico. Che rimanda a un giallo vecchia maniera. Dove l'omaggio di Rian Johnson è esplicito. Nei confronti di Agatha Christie. Ma anche in alcuni tempi cinematografici dilatati.
Un uomo, un paesaggio bianco. I passi, pesanti, affondano nella neve. Luca è un sacerdote, che cerca di andare, salire, dove l'aria è pura e il corpo leggero. Di giorno gestisce una parrocchia. Di notte attraversa Milano, dando conforto agli ultimi, sprofondando nel dolore del mondo. Fino a quando una prostituta rompe il muro invisibile che separa giorno e notte, e una strozzina tormentata, figura [...] Vai alla recensione »