Giornalista, direttore di giornali umoristici ed umorista egli stesso, autore di riviste, esordi nel cinema nel dopoguerra, affermandosi come sceneggiatore di film comico-leggeri. Per vari anni la sua produzione, spesso nata dalla collaborazione con Mario Amendola, è stata in genere mediocre, legata ai temi e ai modi di prodotti piuttosto dozzinali, come dimostrano anche i quattro film diretti appunto con lui negli anni 1952-1954; non manca tuttavia qualche lodevole eccezione, come Guardie e ladri, interpretato magistralmente da Totò e due film diretti da Antonio Pietrangeli, Lo scapolo e Nata di marzo. Le capacità di Maccari trovarono il modo di esprimersi al meglio negli anni Sessanta, quando, collaborando con registi di valore, diede vita a film che possono essere considerati fra i migliori di quel periodo: nel 1960 Adua e le compagne, dai toni crepuscolari, resi più drammatici da un certo pessimismo esistenziale, e La visita, del 1963, ambedue diretti da Antonio Pietrangeli; Il sorpasso (1962), La marcia su Roma (1962), I mostri (1963) e Il gaucho (1964) tutti diretti da Dino Risi, che mettono in luce una realtà umana e sociale indagata con un certo approfondimento critico; di diverso argomento e livello, ma comunque interessanti appaiono anche Era notte a Roma, La congiuntura, Il padre di famiglia. Molto attivo anche nei decenni Sessanta e Settanta, ha collaborato con Ettore Scola, con il quale aveva già lavorato negli anni Cinquanta.