Decine di trucchi, attori che si muovono in mezzo a vascelli volanti con l'elica, animali preistorici alati, mongolfiere, sommergibili di forma inconsueta, palombari in velocipede e invenzioni alla Méliès. Questo è il cinema di Karel Zeman, in cui disegno animato e riprese dal vivo si fondono in maniera ingegnosa portando alla luce storie ricche di fascino.
Mentre le produzioni Disney alle soglie degli anni '50 avevano ormai raggiunto una raffinatezza tecnica insuperabile, nei paesi socialisti, la povertà dei mezzi risultò un grande stimolo per la creatività. Da tale premessa nascono i fantastici mondi, i pupazzi di cristallo e gli sfondi surreali su cui si muovono le figure umane del regista cecoslovacco.
Formatosi a contatto con la tradizione del teatro di marionette, esordì in principio in Francia nel settore pubblicitario. Tornato nel suo paese diventò molto presto il maggior esponente del genere di animazione: la prima creatura alla quale diede la vita fu un pupazzo in legno e fil di ferro, il signor Prokouk, protagonista popolarissimo di una serie di cortometraggi dal 1947 al 1959.
Premiato a Cannes nel 1945 con Sogno di Natale, sperimentò numerose soluzioni ed effetti, adoperando il vetro soffiato in Ispirazione (1949), e le marionette abituali nel mediometraggio satirico Il re Lavra, con cui vinse un premio nazionale l'anno successivo. Mescolò poi, con risultati più maturi, attori e fantocci in Viaggio nella preistoria (1955). Ma raggiunse l'apice delle sue produzioni verso la fine del decennio con La diabolica invenzione, film ispirato a un romanzo di Jules Verne, "Face au Drapeau", scritto dall'autore francese nel 1896.