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Rassegna stampa di Hilary Swank

Hilary Swank (Hilary Ann Swank) è un'attrice statunitense, produttrice, produttrice esecutiva, è nata il 30 luglio 1974 a Bellingham, Washington (USA). Hilary Swank ha oggi 50 anni ed è del segno zodiacale Leone.

LIETTA TORNABUONI
La Stampa

Hilary Swank, la straordinaria pugile di Million DollarBaby di Clint Eastwood, è una ex povera di Bellingham nello Stato di Washington. Figlia di un militare di carriera nell’Air Force, viveva con suoi in un camper e voleva diventare attrice: quando sua madre, separatasi dal marito e perduto il lavoro, accettò dì trasferirsi a Hollywood, lei aveva quindici anni. Adesso ne ha trenta, è sposata dal 1997 con l’attore Chad Lowe, ha già vinto un Oscar; è alta, sottile (anche se per interpretare una donna pugile ha preso nove chili di peso, tutti di muscoli), delicata, piena di grazia; parla bene, con proprietà, senza esitare né trascinare le parole; indossa quasi sempre maglie, jeans, stivali; a Los Angeles vive in albergo.

VICKI WOODS
Vanity Fair

Occhio che morde», sussurra Chad Lowe. Hilary Swank, sua moglie, annuisce e sorride. Il signore e la signora Lowe sono in piedi nell’ampio soggiorno della loro casa newyorkese. Hanno ciascuno un pappagallo appollaiato su un dito. Hilary mi mostra un paio di piccole cicatrici sotto il labbro, l’impronta di un becco. Passano un grosso pastore tedesco e un bastardino che continua a saltellare come il cane di un circo. C’è anche un gatto. E dall’altra parte della stanza, dentro un recinto che prende metà del pavimento, sta un morbido coniglio.
Hilary Swank ha già vinto un Oscar, e ne ha conquistato un secondo per Million Dollar Baby, dove interpreta una donna che vuole diventare campionessa di pugilato. Maggie Fitzgerald, il personaggio del film, è una nessuno, la cameriera di un caffè di bassa lega. Morgan Freeman, nel film, la descrive così: «È cresciuta sapendo una sola cosa, che è immondizia». Ma Maggie ha un sogno, e lotta per realizzarlo.
Anche Hilary Swank un tempo aveva un sogno. Nata a Lincoln, nel Nebraska, si trasferì nello Stato di Washington a tre anni. Il padre era arruolato nella Guardia Nazionale, ma lasciò la divisa e anche la famiglia. «Abbiamo vissuto in una bella casa fino a quando avevo sei anni, poi papà sparì per un lungo periodo. Quando tornò, vivevamo in roulotte». Come Maggie, una che ha il torto di essere cresciuta nel posto sbagliato. Hilary parla della sua infanzia come qualcuno che deve ancora elaborarla. Da bambina era «sempre sola». I genitori «avevano una relazione difficile»; il fratello, Dan, era più grande e «non c’era mai». Ma l’essenziale non è mai mancato. «Mia madre s’indebitava per non mandarmi in giro con i calzini bucati», spiega. A scuola Hilary faceva atletica e nuoto, tanto nuoto da entrare in una squadra olimpica juniores. A casa leggeva i romanzi presi dalla biblioteca ambulante che visitava il camping una volta al mese. E passava ore a guardare film. «Meryl Streep: La mia Africa, La scelta di Sophie, Silkwood. E Debra Winger in Voglia di tenerezza. Le loro interpretazioni sono pulite. Fanno sembrare tutto molto facile. Non si vede mai che recitano. Io guardavo, riavvolgevo e riguardavo come ridevano senza sforzo o come le emozioni passavano rapidamente sul loro viso».

MARINA CAPPA
Vanity Fair

Basta con i jeans e le camicie a quadri, sotto con i reggiseni battezzati in puro glamourìo curve di pizzo. È ufficiale: Hilary Sjvank è una donna, e per scoprirlo ci voleva una pubblicità. Ingaggiata per la campagna autunnale di una linea di lingerie, la signorina dalla mascella quadrata e dai tratti spigolosi che vinse un Oscar travestita da ragazzo con Boys Don’t Cry adesso sembra Marilyn, o la Raquei Welch dei primi anni Settanta: un’immagine sexy e curvilinea, sparsi i lunghi capelli su un letto candido dove si rotola voluttuosa. Femminilità all’estrema potenza, con tocco di dichiarazioni maliziose, anche se non precisamente originali: “Se voglio stare comoda uso biancheria di cotone. Ma in genere preferisco il pizzo, perché mi fa sentire più sexy”. Si rompe un incantesimo che la perseguita da molto, molto tempo. Da quando, alle elementari di Bellingham nel Nebraska, qualche sadico la fece debuttare nelle recite scolastiche nella parte di Mowgli, il ragazzino del Libro della giungla.

SCOTT BROWN
Vanity Fair

Gli ho sferrato un bel gancio!», ricorda Hilary Swank tutta contenta. E tifa la mossa davanti a me, con una rapida serie di colpi. Ci troviamo in un ristorante di SoHo. E, con grazia, lei inscena davanti ai miei occhi una sequenza da Million Dollar Baby, dove interpreta una pugile allenata da Clint Eastwoow in attesa degli Oscar (le nomination sobo 7, tra cui quelle per miglior film, la migliore interprete‚ il film ha fatto incetta di Golden Globe: per il coprotagonista Morgan Freeman, per Eastwood, che è anche il regista e per Hilary, nel suo modo più brutale, forte, viscerale dai tempi di Boys Don’t Ciy. Difficile immaginare quegli zigomi perfetti che ricevono un cazzotto dritto in faccia. Ma lei, che proprio con Boys Don’t cray un Oscar l’ha già vinto nel 1999, si mette d’impegno e mima i colpi in rapida sequenza. «Mi dovevo abbassare all’arrivo di un gancio destro, ma me lo sono dimenticata. Ho visto arrivare il colpo e gli sono andata contro. E poi, di nuovo, non mi sono ricordata di fare la finta. Avevo l’adrenalina troppo alta».

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