In un futuro prossimo, la Russia invade la Norvegia per riavviare l'estrazione del petrolio, ma ben presto l'incertezza, il caos e i pericoli prendono il sopravvento.
di Francesca Ferri
In un futuro prossimo in cui gli Stati Uniti hanno abbandonato la NATO, la Norvegia elegge un governo ecologista che interrompe la sua produzione di petrolio e gas, mentre una grave crisi energetica investe l'Europa. Quest'ultima chiede aiuto alla Russia, che in breve tempo dimette il Primo Ministro norvegese, il quale è costretto ad accettare che la produzione d'idrocarburi riprenda sotto il controllo russo.
Tra intrighi e inattese mosse diplomatiche, Occupied continua a raccontare come l'armata russa con l'accordo dell'Unione Europea, riesca a invadere la Norvegia, per assicurarsi l'importazione del greggio in tutto il resto del mondo.
Due anni dopo la prima stagione, nella seconda ritroviamo dunque una Norvegia occupata dalla Russia, divisa tra una parte della popolazione che resiste e un'altra che coopera e si adatta alla nuova realtà.
Nel 2016 il politologo Dominique Moïsi dichiarava che "se un corso di geopolitica doveva applicarsi a una serie, quella sarebbe Occupied". La serie creata da Erik Skjoldbjærg e Karianne Lund a partire da un'idea di Jo Nesbø continua a scavare tra intrighi di potere e machiavellici disegni politici di un'Europa sull'orlo di un nuovo conflitto mondiale. I difficili rapporti tra il Primo Ministro Norvegese, esponente del partito ecologista, Jesper Berg, interpretato da Henrik Mestad, e l'ambasciatrice russa, Irina Sidorova, dal volto di Ingeborga Dapkunaite, avviano una guerra diplomatica sui toni del thriller tra rapimenti, tentativi di assassinio e colpi di stato. Occupied, di cui già si annuncia una terza stagione, fa temere un'inquietante rappresentazione politica del mondo in un futuro non così lontano.