Due dei giovani interpreti più in vista nel panorama musicale internazionale danno vita a due partiture che oggi costituiscono momenti imprescindibili del repertorio concertistico. Espandi ▽
Il concerto diretto da Daniel Harding unisce un caposaldo del repertorio romantico, il concerto di Brahms, all'opera rivoluzionaria che ha spalancato le porte dell'era moderna in musica: la Sagra della Primavera di Stravinskij, che ha appena compiuto 100 anni. La prima esecuzione del Concerto in re minore, il 22 gennaio 1859 a Hannover, con Brahms appena venticiquenne al pianoforte, naufragò nell'indifferenza e nell'incomprensione. Il celebre incipit è affidato alla sola orchestra che presenta un tema assertivo e drammatico prima dell'entrata del pianoforte, cui non sono richieste prove di virtuosismo spettacolare ma un'integrazione piena nel complesso discorso orchestrale: un deciso passo avanti rispetto al protagonismo solistico in voga fino ad allora. La sagra della primavera, che alla prima parigina nel 1913 suscitò una vera e propria rissa tra conservatori e progressisti, evoca i riti primaverili della Russia pagana, culminanti nel sacrificio di una fanciulla costretta a danzare fino alla morte. La partitura semplifica gli aspetti melodici e armonici a vantaggio di una straordinaria invenzione ritmica e coloristica, che costruisce un paesaggio sonoro "barbarico" assolutamente nuovo e ancora oggi impressionante.