Due sorelle affrontano il ritorno del padre regista e l'arrivo di una star americana che sconvolge gli equilibri della loro fragile famiglia. Espandi ▽
Nora (nome ricorrente nella drammaturgia internazionale) è un’attrice di teatro che soffre di attacchi di panico ogni volta che deve entrare in scena. Ha una relazione con un collega sposato, non ha figli ed è legata solo a sua sorella Agnes e alla di lei famiglia. Gustav, il padre di Nora e Agnes, è un famoso regista che dopo il divorzio ha lasciato la Norvegia (e la famiglia) per tornare nella nativa Svezia. Ora però è tornato per il funerale della ex moglie, e per chiedere a Nora di interpretare la protagonista della sua ultima sceneggiatura, a suo dire la più riuscita e personale, che dovrebbe essere ambientata proprio nella casa dove Nora e Agnes sono cresciute.
In Sentimental Value il regista e sceneggiatore norvegese Joachim Trier fa una cosa difficilissima: imprimere la propria cifra stilistica personale e inconfondibile ad un argomento già molto frequentato dal cinema mondiale (compreso quello nordico), ovvero la complessità dei rapporti famigliari.
La regia di Trier si muove con la consueta morbidezza e fluidità nelle transizioni fra gli spazi e i sentimenti, spesso interrotta da schermi al nero e brusche frenate musicali, e riproduce la natura caleidoscopica dei rapporti, mantenendo una raffinatezza compositiva rarefatta ed essenziale, ma mai algida o priva di pathos. Recensione ❯
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Un'opera che sembra aver trovato la soluzione perfetta per equilibrare la commedia con un tocco di surreale e il dramma famigliare. Drammatico, Islanda, Danimarca, Svezia, Francia2025. Durata 109 Minuti.
Anna e Maggi si separano lentamente, tra lavoro, figli e momenti condivisi. I gemelli, lasciati spesso soli, inventano giochi strani e rischiosi. Espandi ▽
Anna e Magnus, detto Maggi, si stanno separando: è un processo graduale, che la coppia porta avanti trascorrendo ancora del tempo insieme ai tre figli, in escursioni o in cene a casa. Quando i genitori non ci sono, i figli si dedicano a passatempi curiosi: in particolare i due gemelli, che tendono a creare giochi bizzarri e talora pericolosi per la loro incolumità. Il tipico gusto nordico per uno humour trattenuto, ma non per questo meno crudele, trova in Hylnur Pálmason un interprete di eccezione. The Love That Remains appare come la sua opera più compiuta sin qui, particolarmente sentita perché attinente all’esperienza di vita del regista e perché la giusta misura per mantenere un equilibrio di umori contrastanti – la commedia con un tocco di surreale e il dramma famigliare (mitigato dalla prima) – sembra aver trovato la soluzione perfetta.
Permane un senso di inafferrabilità nel film, la sensazione che la vita e le sue assurdità non si possano prevedere né comprendere e che, forse, un nucleo familiare possa meglio funzionare se disunito. Recensione ❯
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Jensen prosegue a raccontare il dramma con feroce umorismo, incrementando qualità e complessità della narrazione. Commedia, Drammatico - Danimarca, Svezia2025. Durata 116 Minuti.
Una storia di redenzione, di legami familiari e di ricerca della propria identità. Espandi ▽
Anker esce di prigione, dove ha scontato quindici anni per rapina, con un solo obiettivo: recuperare il bottino, che aveva affidato al fratello Manfred, e sparire dalla circolazione. Nel frattempo, però, le condizioni psicologiche di Manfred, che è sempre stato diverso dagli altri e da piccolo si abbigliava da vichingo, sono peggiorate: ora si fa chiamare John, ruba un cane tutte le volte che ne ha l'occasione, e non ha alcuna memoria (o volontà di dire) dove ha nascosto i soldi. I due fratelli tornano allora nella casa nella foresta della loro infanzia, per disseppellire il famigerato borsone e, con esso, i traumi del passato.
Rispetto ai film precedenti, la macchina cinema si avverte molto più distintamente ora, ma non si sono ridotti né lo standard altissimo della recitazione né l'umanità dello sguardo. Jensen e Mikkelsen evitano in ogni modo che il personaggio di Manfred diventi una macchietta, consapevoli che a cadere sarebbe l'intero castello di carte del film.
Nella vita c'è posto tanto per i Beatles quanto per gli Abba, e quando a tutti manca una rotella a nessuno manca una rotella, e si può seppellire l'ascia di guerra. Recensione ❯
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Una fotografia dell'Egitto di oggi che intreccia sapientemente commedia, intrigo politico e denuncia esplicita. Drammatico, Svezia, Francia2025. Durata 127 Minuti.
Il più famoso attore egiziano si trova costretto ad accettare un ruolo che detesta. Espandi ▽
George El-Nabawi è la star più famosa del cinema egiziano. Proprio per questa ragione gli viene chiesto con modalità ricattatorie di interpretare il Presidente Abdel Fatah al-Sisi in un film che inneggi alle sue gloriose gesta. George non può rifiutare anche perché metterebbe in pericolo la vita del figlio ma la sua accettazione non è destinata a semplificargli la vita. Un regista di origini egiziane ma nato in Svezia ci racconta con coraggio e con conoscenza dei generi l’Egitto di oggi. Saleh sa come alternare la commedia a situazioni in cui dominano l’intrigo politico e la denuncia esplicita operando sul cinema nel cinema e mostrandoci come in un regime gli attori possano diventare pedine non intercambiabili ma sicuramente subornabili ai voleri del potere. La scritta finale classica che fa riferimento a fatti frutto della fantasia è una salvaguardia ma non cancella la messa al centro della narrazione di un presidente dittatore di cui si fa nome e cognome. Recensione ❯
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Il racconto di un momento cruciale nella vita di Madre Teresa di Calcutta, quando prende la sofferta ma risoluta decisione di lasciare il convento di Loreto Entally per dare vita a un nuovo ordine religioso interamente dedicato ai più poveri tra i poveri. Espandi ▽
Teresa c'è per tutti, specie per gli ultimi. È la madre superiora del convento delle suore di Loreto, una guida spirituale e pratica per tutti a Calcutta, un punto di riferimento irrinunciabile. La sua ambizione si scontra però con la vita e i suoi imprevisti, una suora a lei molto vicina la pone di fronte a un dilemma che mette tutto in crisi, anche la fede. Un momento cruciale e di passaggio, tormentato e controverso, da cui Teresa ne uscirà come la Madre Teresa che conosciamo. Non senza aver messo a dura prova la sua fede.
Ci sono biopic tradizionali e poi ci sono storie di vita esemplari, in grado di stupire anche per i loro trascorsi controversi e tormentati. Mother di Teona Strugar Mitevska rientra in questa seconda categoria.
La regia parte con il linguaggio documentaristico che la regista conosce bene, per poi concedersi verso la seconda metà del film un tocco allegorico interessante. La scelta di Mitevska si rivela lungimirante. Raccontare non l'icona, ma il magma emotivo che si agita dentro l'animo della donna, prima ancora di diventare il mito Madre Teresa di Calcutta. Recensione ❯
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Una serie drammatica che indaga sulle implicazioni umane di un doppio omicidio. Espandi ▽
Questo dramma avvincente si ispira a un duplice omicidio avvenuto nel 2004 nella città svedese di Linköping e al lavoro svolto da un genealogista per aiutare a risolvere il caso. Recensione ❯
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Giallo nordico ispirato alla saga letteraria di Viveca Sten. Espandi ▽
Hanna Ahlander è stata sospesa dal servizio a Stoccolma e il suo compagno l'ha lasciata. In cerca di tranquillità si reca nella casa vacanze della sorella ad Are. Ma la sua serenità e quella dell'idilliaca località vengono interrotte dalla scomparsa di una giovane donna. Nonostante sia stata sospesa dal servizio Hanna non può fare a meno di indagare, così affianca l'agente locale Daniel Lindskog che però anche lui non sta attraversando un buon momento. Recensione ❯
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La serie ispirata alla storia vera di Tommaso Claudi, il console italiano che rimase solo a Kabul. Espandi ▽
La trama intreccia le vicende della famiglia afghana Nazany, costretta a fuggire, con quelle di funzionari e agenti stranieri, come un diplomatico italiano e un'agente tedesca, impegnati in disperate missioni di salvataggio e coordinamento, mentre la minaccia dell'ISIS incombe. Recensione ❯
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Una commedia sentimentale su come la giornata più bella della vita possa trasformarsi in un incubo. Espandi ▽
Una coppia di Stoccolma vuole sposarsi sulla splendida isola di Gotland, ma le tradizioni di famiglia finiscono per trasformare il giorno più importante in un autentico disastro. Recensione ❯
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Il confine tra Paraguay e Brasile è diventato un deserto verde: qui è nata la Repubblica della Soia, la culla dell'agroalimentare mondiale. Espandi ▽
Anna Recalde Miranda torna in Paraguay, Paese d'origine del padre e grazie all'incontro con l'avvocato Martín Almada, prigioniero politico negli anni '70 sotto la dittatura di Stroessner e poi scopritore dei cosiddetti "archivi del terrore, ricostruisce la storia del Paraguay e della sua relazione con la repressione del dissenso.
A emergere sono il Piano Condor, l'influenza odierna dell'anticomunismo sulle politiche democratiche, il decennale processo d'appropriazione delle terre per destinarle alla coltivazione intensiva della soia, controllata dalle multinazionali dell'alimentare. Un viaggio nel cuore nero di una nazione, e negli archivi di una memoria collettiva e individuale.
Accompagnando il racconto con la sua voce narrante, la regista rivela la dimensione intima della sua ricerca, facendola però incontrare con la vicenda storia del Paraguay e la necessità, in un tempo in cui ogni forma di dissenso è sotto controllo, di tornare a lottare. Recensione ❯
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Un poeta caduto nel dimenticatoio ha la possibilità di aiutare un'adolescente. Espandi ▽
L'ossessione di Oscar Restrepo per la poesia non gli ha portato alcuna gloria. Invecchiato ed eccentrico, è caduto nel cliché del poeta nell'ombra. L'incontro con Yurlady, un'umile adolescente, e l'aiuto nel coltivare il suo talento portano un po' di luce nelle sue giornate, ma trascinarla nel mondo dei poeti potrebbe non essere la strada giusta. Recensione ❯
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Una coppia in crisi deve affrontare la malattia di lei. Espandi ▽
Ane e Thomas sono sull'orlo del divorzio quando Ane ha un ictus, che li costringe a stare insieme e a rimandare la comunicazione della separazione ai figli. Di fronte a questa nuova realtà, i due trovano la speranza dove meno se l'aspettano. Recensione ❯
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La storia del regista Bo Widerberg, tra successo e ribellione, e del prezzo che la sua arte ha imposto a lui, alla sua famiglia e ai suoi collaboratori. Espandi ▽
Being Bo Widerberg racconta la storia del celebre e anticonformista regista che, all'ombra di Ingmar Bergman, è diventato il cineasta più influente di Svezia. Il film ripercorre il suo slancio negli anni '60, da aspirante scrittore e critico tagliente nella Malmö operaia fino all'affermazione come autore simbolo a Stoccolma, passando per le sue avventure a Cannes e New York. Ma il documentario mostra anche il prezzo pagato da Widerberg - e da chi gli stava intorno - per la sua carriera e per la sua instancabile ricerca della vita. Recensione ❯
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Dopo i violenti scontri tra polizia e manifestanti al vertice europeo di Göteborg nel 2001, un'indagine governativa concluse che la polizia svedese aveva bisogno di comprendere più a fondo i movimenti politici, con molti giovani in uscita dai partiti tradizionali e impegnati per la giustizia sociale e il clima, perché i metodi adottati rischiavano di aggravare le tensioni invece di placarle. Fu creata così la "Polizia del dialogo", una unità speciale con base a Stoccolma, operativa a tempo pieno. Nel 2022, tra manifestazioni di ogni genere, copie bruciate del Corano e proteste per il clima, la regista Susanna Edwards ha iniziato a seguire gli agenti nella loro missione di salvaguardare la libertà di espressione di tutti, il diritto a riunirsi in spazi pubblici e protestare. Il team lavora costantemente sul crinale tra personale e professionale: quando indossano l'uniforme devono mettere da parte le loro opinioni, ma sono spesso le loro esperienze e l'abilità nell'instaurare un rapporto di fiducia a ridurre la tensione in momenti complicati. In una società polarizzata, la squadra è unita dal senso dell'umorismo e da una vocazione comune: difendere la democrazia usando il dialogo come unica arma. Recensione ❯
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Quando il naso della statua di Zlatan Ibrahimovic viene rubato, un detective privato trasforma l'indagine in un thriller d'azione. Espandi ▽
Il noto calciatore Zlatan Ibrahimovic è nato a Malmö, e la sua città natale ha deciso di erigere una statua in suo onore. Ma, nel dicembre 2019, alla statua di Ibra viene rubato... il naso. Nonostante il clamore internazionale, il caso rimane avvolto nel mistero. Due anni dopo, una troupe è incaricata di realizzare un documentario true-crime. Con la collaborazione del detective Claes Ekman, che trasforma il progetto in un film alla James Bond. Tra thriller, commedia e documentario autoriflessivo, il film esplora il confine tra realtà e finzione, verità e artificio. E pone una domanda: fin dove siamo disposti a spingerci pur trasformare una storia in uno spettacolo sensazionalistico? Recensione ❯
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