Il regista giapponese adatta l'omonimo manga firmato da Aiko Koyama e coglie le occasioni offerte dalla dimensione seriale per approfondire meglio la psicologia dei suoi personaggi. Ora disponibile su Netflix.
di Emanuele Sacchi
Kiyo e Sumire, due sedicenni che vivono nella prefettura di Aomori, decidono di abbandonare gli studi e trasferirsi a Kyoto per divenire due geishe, o per l’esattezza due maiko, ossia giovani aspiranti geishe. Sumire mostra da subito un talento innato per il ruolo. Kiyo, complice una serie di coincidenze, si rivelerà invece perfetta per il ruolo di makanai, ossia il cuoco che si occupa ogni giorno di far trovare un pasto pronto per le maiko.
Nella dimensione della serialità, che consente a Kore-eda di approfondire meglio rispetto a un lungometraggio la psicologia dei personaggi e di soffermarsi su dettagli che valorizzano il contesto d’insieme, il regista di Un affare di famiglia (guarda la video recensione) ritrova quelle caratteristiche che le recenti trasferte cinematografiche, francese prima (Le verità) e coreana poi (Broker), sembravano aver smarrito.
Adattando liberamente un manga, divenuto poi anime, di grande successo, Kore-eda - che gira i primi due episodi, ne codirige un terzo e scrive tutte le sceneggiature - plasma Kiyo a immagine e somiglianza della sua perfetta eroina. Non giudica, ma osserva e descrive amorevolmente la dedizione a un mestiere che per i canoni contemporanei e occidentali sarebbe visto come obsoleto e maschilista e che è spesso confuso con la prostituzione.