Il nemico

2065, da qualche parte nel Midwest degli Stati Uniti. L'acqua scarseggia a causa di una profonda siccità, le città si sono sovrappopolate e le campagne sono state abbandonate, mentre il governo ha avviato una campagna per creare insediamenti nello spazio celeste. Ma Junior e sua moglie Hen continuano a vivere in una casa in mezzo al nulla, cercando di far crescere quel poco che è rimasto intorno a loro. La casa è nella famiglia di Junior da due generazioni e lui non vuole andarsene, Hen invece è stanca di quella vita da reclusi, anche perché nel tempo il rapporto con suo marito si è logorato. Un giorno bussa alla loro porta un funzionario del governo, Terrance: Junior è stato scelto per imbarcarsi a bordo di una stazione spaziale in orbita intorno alla terra e dovrà prepararsi all'impresa. Il giovane uomo non può rifiutarsi di servire la patria per affrontare la migrazione climatica, e la notizia peggiore è che a sostituirlo, mentre è nello spazio, manderanno un suo clone per tenere compagnia a Hen. La coppia ha due anni di tempo per abituarsi all'idea, non certo facile da accettare, per nessuno dei due.

Il nemico è diretto dal regista australiano Garth Davis (quello di Lion), anche coautore della sceneggiatura insieme a Ian Reid, sul cui romanzo fantascientifico è basato il film.

La trama ricorda a tratti quella di Blade Runner di Ridley Scott e a tratti quella di Noi di Jordan Peele, ma è parecchio confusa, al punto che i due attori protagonisti Saoirse Ronan e Paul Mescal sembrano far fatica a stare dietro alle eccessive contorsioni dei loro personaggi e di una trama che in fondo non dice molte cose, ma le ripete ossessivamente e in modo a volte incoerente. Altro punto a sfavore del film è un commento musicale incessante che spesso schiaccia il film con la sua presenza ingombrante.

Quel che funziona invece (a parte l'innegabile bravura dei due attori irlandesi) è l'atmosfera cupa e postapocalittica in cui è imbevuta la narrazione, sono le luci che attraversano di taglio i grandi spazi, le scenografie imponenti e una regia che mantiene un tono onirico adatto al surrealismo della vicenda. Dato che al centro della storia di Il nemico c'è la paura di essere sostituiti da un'intelligenza artificiale che sembra fare di tutto per farci sentire facilmente rimpiazzabili, il mood inquietante è pertinente: ma proprio perché il tema è pregnante e attuale andava trattato con maggior chiarezza e profondità.

L'altro tema interessante trattato dal film è quello della crisi coniugale di una coppia che si conosce da sempre, ma in cui uno dei due fantastica che esista un altro posto - e forse un altro partner - più giusto di quello corrente, mentre l'altro si appiattisce su abitudini consolidate e una routine priva di slanci e di attenzioni, anche sessuali. Ronan e Mescal ce la mettono davvero tutta per comunicare le sfumature di questo busillis, ma la sceneggiatura fa fatica a sostenere adeguatamente il loro impegno. 