Uno stand-up comedian fallito deve riuscire a capire come far crescere il figlio autistico. Espandi ▽
Max è un padre separato con un figlio autistico di undici anni di nome Ezra da gestire insieme alla sua ex moglie Jenna. Fa lo stand-up comedian, ma la sua carriera non sta andando tanto bene. Ezra viene espulso da scuola, poi scappa di casa, per Max è troppo: prende e lo porta via di notte senza dire niente a nessuno. Un film commovente, ironico, con un cuore grande, sull’accettazione e la necessità di perdonarsi. Accanto alla storia di un padre che fatica ad accettare che suo figlio sia diverso dagli altri e a contenere la propria impulsività, la sceneggiatura approfondisce con intelligenza e garbo una serie di temi, tra cui la vulnerabilità dei padri, il senso di smarrimento di un maschile imperfetto che ha messo in discussione ogni modello e non può più indossare quello antico e tossico di eroe senza paura. Non c’è traccia di retorica, neanche quando si evidenzia come sia da combattere non tanto la realtà, quanto la rabbia che genera. Recensione ❯
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Il documentario ci porta in profondità nella vita intima e al cuore del genio creativo di uno degli italiani più famosi di sempre. Espandi ▽
Due anni fa il documentario di Olivier Nicklaus (La saga dei Versace) confermava che Ryan Murphy, nella seconda stagione della sua serie antologica, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story, non aveva inventato nulla, o quasi. Salvatore Zannino, diversamente, elude la saga familiare e sceglie un punto di vista altro, meno insidioso.
Accomodati come in una galleria fotografica, gli ex modelli di Gianni Versace si avvicendano sullo schermo ripercorrendo quel paradiso tropicale che fu South Beach negli anni Ottanta e Novanta.
Il genio di Gianni Versace si concentra, forse troppo, sulle parole dei modelli che fecero l'impresa. A colpi di fotoshooting gli intervistati parteciparono a un nuovo ordine glamour che si concluderà tragicamente con due colpi di pistola in fondo agli anni Novanta. Il documentario resta debitamente discreto sulla morte tragica dello stilista, ucciso davanti alla sua casa di Miami, provando a disegnare un'epoca e un profilo artistico attraverso testimonianze senza rilievo. Recensione ❯
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Un'opera di cui si parlerà a lungo. Un laboratorio di analisi della banalità del male con la straordinaria Sandra Hüller. Drammatico, Storico - Gran Bretagna, Polonia, USA2023. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La vita del comandante di Auschwitz e sua moglie nei pressi del campo di concentramento. Espandi ▽
Rudolf Höss e famiglia vivono la loro quiete borghese in una tenuta fuori città, tra gioie e problemi quotidiani: lui va al lavoro, lei cura il giardino e i figli giocano tra loro o combinano qualche marachella. C'è un dettaglio però. Accanto a loro, separato solo da un muro, c'è il campo di concentramento di Auschwitz, di cui Rudolf è il direttore. A dieci anni di distanza da Under the Skin, acclamato universalmente come una delle opere che ha meglio colto le inquietudini della contemporaneità, Jonathan Glazer si ripresenta con la trasposizione di un romanzo di Martin Amis: un film ambizioso e collocato in un'epoca storica tristemente nota, quella degli anni '40 e della messa in atto della Soluzione Finale da parte dei nazisti. Ma è chiaro fin da subito come non sia la ricostruzione storica a interessare il regista, bensì la messa in scena di una situazione paradossale, così estrema da trasformarsi in un laboratorio di analisi della banalità del male e della separazione tra percezione soggettiva e realtà oggettiva. Recensione ❯
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Un giovane paramedico si fa strada durante il suo primo anno di lavoro a New York City. Affiancherà uno dei migliori sul campo. Espandi ▽
Ollie Cross è un giovane paramedico alle prime armi con il sogno di superare l’esame di medicina, per il quale studia nel suo squallido appartamento di Chinatown. Il resto del tempo lo passa su’un ambulanza guidata da Rutkovsky detto Rut, un partner di consumata esperienza con una vita personale disastrata e la capacità di supplire ad un’istruzione limitata con grandi intuito e pragmatismo. L’area loro assegnata è East New York, il che significa che l’utenza con cui hanno a che fare è composta di tossici e spacciatori, mariti violenti e vittime di sparatorie fra gang rivali, malati di mente e criminali da strapazzo. Adattato da romanzo omonimo del romanziere ed ex paramedico americano Shannon Burke, Black Flies è firmato dal regista francese Jean-Stéphane Sauvaire che ha vissuto a lungo a New York e ne conosce la dark side. I riferimenti al cinema indipendente yankee non si contano, e le sottolineature di una storia per certi versi già vista anche sul piccolo schermo, dove le serie mediche abbondano in crisi esistenziali, sono troppo marcate, a cominciare dal nome del protagonista. Recensione ❯
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Il giorno della sua esecuzione programmata, un serial killer condannato riceve una valutazione psichiatrica durante la quale afferma di essere un demone Espandi ▽
Il giorno della sua esecuzione programmata, un serial killer condannato riceve una valutazione psichiatrica durante la quale afferma di essere un demone, e afferma inoltre che prima che il loro tempo scada, lo psichiatra commetterà tre suoi omicidi. Recensione ❯
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Una donna che prende un taxi dall'aeroporto JFK intrattiene una conversazione con il tassista sulle relazioni importanti della loro vita. Espandi ▽
È sera e fa buio all'aeroporto JFK di New York. Una giovane donna, appena sbarcata, sale su un taxi in direzione di Manhattan. Il tassista prova a fare conversazione e a lei sembra non disturbare l'idea di scambiare qualche parola, nonostante Clark (è questo il nome di lui) non abbia peli sulla lingua. Lungo il tragitto, allungato da un incidente che blocca temporaneamente il traffico, il dialogo tra i due si fa più personale e l'uomo e la donna cominciano a rivelarsi cose che non hanno mai detto a nessun altro.
Christy Hall, alla sua opera prima da regista, ci tiene a ricordarci che l'incontro con un estraneo può essere un'epifania e funzionare meglio di una lunga seduta di psicoterapia.
Girato in sedici giorni, su un palcoscenico attorniato da maxi schermi che riproducevano l'ambiente esterno, Una notte a New York non si è allontanato troppo, in fase di realizzazione, dall'approccio teatrale per cui era stato pensato inizialmente. Ma, si sa, il cinema fa magie, e nel tempo di qualche secondo siamo già sotto l'effetto dell'incantesimo, capaci di credere che quelle siano davvero le luci della strada. Recensione ❯
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Parabola di un antieroe in cerca di riscatto, infarcita di cliché dei film sulla boxe e schiacciata dal peso del suo stesso immaginario. Drammatico, USA2023. Durata 105 Minuti.
Il percorso di redenzione di un pugile tra passato e presente. Espandi ▽
In attesa di combattere un incontro al Madison Square Garden, Mikey Flanaghan, ex pugile di origini irlandese tornato a combattere dopo anni di lontananza dal ring, decide di sistemare i conti in sospeso della sua vita. Dalla mattina alla sera, l’uomo attraversa New York ripensando con dolore al passato (l’abbandono forzato della boxe, l’alcolismo, l’incidente che l’ha portato in prigione, la fine del matrimonio…) e incontrando le persone che ama: un amico di famiglia che lo aiutò dopo il suicidio della madre; un amico prete; l’ex moglie e la figlia nel frattempo diventata adolescente; il padre che lo sempre maltrattato. L’incontro sarà per Mikey l’occasione per dare un senso alla sua esistenza. C’è tutta la retorica del cinema sulla boxe, in Day of the Fight: l’autodistruzione del campione che ha portato la violenza del ring nella vita privata; il retaggio di un passato familiare che grava sull’anima del guerriero; l’insperata seconda occasione che offre la possibilità del perdono; il rimorso per peccati impossibili da cancellare; il combattimento come testimonianza di un coraggio e una forza indomiti; il mito della caduta, della rinascita e, forse, della salvezza. Tutto è ricalcato e greve, come se per il regista aderire al genere del film sulla boxe – com’è noto il più cinematografico degli sport, quello che meglio si adatta alla parabola dell’antieroe in cerca di riscatto – implicasse anche sobbarcarsi tutti i suoi cliché, senza alcuna ironia o senso della misura. Recensione ❯
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Freud e l'iconico autore C.S. Lewis aprono un un dibattito sull'esistenza di Dio. Espandi ▽
Freud, famoso psicanalista, discorre di massimi sistemi con C. S. Lewis, futuro autore di "Le cronache di Narnia". Uno non crede e non ha fede, l'altro sì profondamente. Nel frattempo intorno a loro tutto si disgrega, gli allarmi di bombardamento fanno tremare. C'è anche Anna Freud, figlia omosessuale di Sigmund Freud, con cui quest'ultimo ha un rapporto morboso e complesso. Sarà la pioniera della psicanalisi infantile.
Un film che si regge completamente sull'ennesima maestosa interpretazione di Anthony Hopkins.
Il film si attesta su un livello di didascalismo spinto, interessante giusto su un piano di puro approfondimento, e anche per delle chicche che riporta alla memoria dello spettatore, come la descrizione puntuale della curiosa collezione privata di reperti storici di Freud. Troppo ambizioso sulla carta, il film manca di coinvolgere davvero e finisce per sortire l'effetto di un compito senz'altro ben realizzato, studiato e curato in ogni minimo dettaglio, eppure irrimediabilmente senz'anima. Recensione ❯
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Viggo Mortensen rivisita i codici del western declinandoli al femminile e arricchendoli di suggestioni originali. Drammatico, USA2023. Durata 129 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Far West, anni '60 del 1800. Una coppia di immigrati tenta di costruirsi faticosamente una nuova vita in una San Francisco corrotta. Espandi ▽
Il punto di vista sulla conquista del West è femminile, una donna québécoise si stabilisce in Nevada nel 1860 e combatte la sua guerra mentre il suo uomo è al fronte a combattere quella assurda degli uomini. Viggo Mortensen si impegna in un processo di riflessione e di decostruzione del suo doppio fallocratico. Almeno nei film che sceglie di dirigere. Dopo aver interpretato un figlio gay (Falling - Storia di un padre), sceglie un'eroina alle prese con la vigliaccheria maschile in tutte le sue espressioni, che si tratti del marito assente o dei predatori che si aggirano come avvoltoi intorno alla vergine vestale. Uomo orchestra - è attore, sceneggiatore, regista e compositore -, l’attore rivisita i codici del genere, li declina al femminile e li arricchisce di suggestioni originali (i riferimenti ai cavalieri del romanzo arturiano, la cultura francese dell’eroina…), muovendosi tra passato e presente e interessandosi al destino di una donna che coltiva giardini, mette fiori nelle pistole e recide le ingiunzioni patriarcali. Recensione ❯
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DiCaprio produce questo film di animazione che - divertendo - mette in guardia le nuove generazioni. Animazione, Gran Bretagna, Francia, USA, India2023. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Una piccola orangotango si batte per la difesa dell'ecosistema in cui è nata e cresciuta. Espandi ▽
Ozi è una piccola orangotango che vive serenamente con i propri genitori nella foresta fino a quando l’intervento dell’uomo distrugge l’ecosistema separandola dai familiari. Verrà adottata da due attivisti ecologisti grazie ai quali imparerà ad interagire con gli esseri umani. Fino al punto di diventare un’influencer in difesa dell’ambiente. L’impegno ecologista di DiCaprio è noto e questo film di animazione da lui prodotto ha proprio il compito di mettere in guardia divertendo. Lo fa (non poteva essere diversamente) seguendo il mainstream made in USA, quindi eccedendo talvolta in sequenze di azione che potevano anche essere sviluppate con minore adrenalina. Detto ciò resta interessante il mix che viene proposto tra diversi elementi che si collocano nell’ambito dell’originalità. Un film di animazione può servire ad usare i colori accesi per intrattenere e divertire sapendo che possono essere finalizzati a far pensare. Magari anche ad agire in favore di un futuro più sostenibile. Recensione ❯
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Dopo la morte prematura del marito, Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot si fa beffe delle convenzioni e prende le redini della nascente attività vinicola che aveva avviato con il consorte. Espandi ▽
Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot è una donna perdutamente innamorata di suo marito. Quando lui viene meno, si prenderà cura della sua vigna e resterà determinata a portare avanti la sua attività vinicola ad ogni costo.
Un film autobiografico insieme poetico e ribelle. È Widow Clicquot, il biopic sulla missione (im)possibile di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, passata alla storia come una delle pioniere dell'imprenditoria al femminile, nell'ambito del beverage e in particolare dello champagne.
Servendosi del talento espressivo di Haley Bennett, attrice profondamente innamorata dei film in costume, Thomas Napper firma un film d'epoca dal gusto moderno su quella che oggi definiremmo una "self-made woman”.
Menzione speciale per le musiche di Bryce Dessner, utili ad accompagnare, incorniciare e suggellare momenti cruciali della narrazione senza mai rivelarsi preponderanti, ingombranti o fuori posto. Recensione ❯
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Una commedia che diventa dramma famigliare seguendo la deriva sempre più assurda di una famiglia a pezzi. Commedia, USA, Danimarca, Svezia2023. Durata 96 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
In un emporio di mobili in mezzo alla campagna, una signora si siede su un divano verde. E rifiuta
ostinatamente di rialzarsi, mentre i tre figli adulti, David, Gruffudd e Linda, cercano di smuoverla da lì. Espandi ▽
In un vecchio negozio di mobili di un'imprecisata città americana, tra oggetti ammucchiati e scatoloni, una signora ottantenne, venuta con i figli David e Gruffud a cercare una cassettiera, si siede su un divano e decide di non muoversi più. Dopo l'arrivo dell'altra figlia Linda, toccherà al figlio minore David, padre di famiglia tormentato e premuroso, capire le ragioni del comportamento della madre. La situazione sempre più assurda e tesa darà all'uomo l'occasione di regolare i conti con i fratelli e trovare nella figlia del proprietario del locale e nel suo gestore due strane figure con cui confrontarsi… Partendo da uno spunto da commedia dell'assurdo, l'esordio (americano) del regista svedese Niclas Larsson entra progressivamente nei territori più rischiosi del thriller psicologico e infine del dramma famigliare. Quello di Larsson è un cinema di parola, di scene e atti scanditi, di personaggi che entrano ed escono, ciascuno con un proprio ruolo preciso. Recensione ❯
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Il dettagliato resoconto di un interrogatorio trasforma una storia vera in un pezzo di teatro. Drammatico, USA2023. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La ricerca di Reality Winner partendo dalle registrazioni dell'FBI. Espandi ▽
La regista Tina Satter presenta un'istantanea della storia recente degli Stati Uniti e, utilizzando dialoghi originali inediti tratti da una registrazione dell'FBI, rievoca la ricerca del 2017 della casa dell'informatrice Reality Winner. Recensione ❯
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Un action/noir notturno ambientato a Bari che fatica a mostrare i volti del Male. Azione, USA2023. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un thriller ricco di suspense, dove il passato ritorna a tormentare e la redenzione sembra impossibile. Espandi ▽
Bari. Karina è un'ex-tossicodipendente che cerca di rifarsi una vita. Lavora molte ore al giorno e il suo desiderio principale è quello di recuperare il rapporto con la figlia Lucy e non vede l'ora di rivederla. Qualche ora prima dell'arrivo della ragazzina all'aeroporto però qualcosa va storto; assiste infatti all'omicidio di una persona e vede in faccia l'uomo che l'ha ucciso. Lui la segue, la cattura e la costringe ad aiutarlo se non vuole essere fatta fuori. Karina è disperata perché non vuole mancare l'appuntamento con la figlia. Poi scopre che il killer si chiama Covek ed è in realtà un agente dell'Interpol.
Il film punta principalmente sull'unità di tempo per costruire il ritmo e la tensione di un film che, dopo un inizio interessante soprattutto nella sequenza della farmacia, si perde ben presto per strada soprattutto quando rivela l'identità e le ragioni dell'agente dell'Interpol. Le zone dark del film diretto da Scott Weintrob non vengono adeguatamente messe a fuoco e il potenziale di Bari come sfondo da neo-noir resta soltanto sulla carta.
Ci sono troppe voci nel film, quelle che ostruiscono spesso la narrazione e lo rendono spento. Recensione ❯
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Quando la religione è finita e la lotta contro il Male è lasciata a specialisti senza una fede particolare. Espandi ▽
I fratelli Pedro e Jimmy sentono nella notte degli spari provenire dal bosco vicino alla loro fattoria. All'alba trovano il cadavere devastato di uno sconosciuto. Le carte che aveva con lui li spingono in direzione di una fattoria vicina dove una donna ammette che il morto era un "pulitore" e lo aspettava da tempo perché facesse ciò che va fatto riguardo a Uriel, il suo figlio maggiore che è "posseduto". Il brusco vicino Ruiz decide di prendere in mano la situazione e, nonostante vi siano delle ferree regole da rispettare con i posseduti se si vuole evitare che il male si sparga, preleva Uriel con l'aiuto di Pedro e Jimmy con l'intenzione di abbandonarlo a centinaia di chilometri di distanza dalle loro fattorie.
Ma durante il viaggio, i tre perdono il corpo e all'arrivo non lo trovano più. Giudicando d'averlo comunque perso a sufficiente distanza, tornano alle loro vite pensando d'aver risolto il problema. Ma si sbagliano. Ruiz trova una strana capra vicino al suo recinto e, nonostante la moglie incinta lo implori di non farlo, le spara. La moglie allora lo abbatte con un'ascia che poi rivolge ripetutamente verso di sé. Ed è solo l'inizio.
Ambientato nella campagna argentina in una realtà molto realistica eppure allo stesso tempo irreale e distopica, quando la religione è finita e la lotta contro il Male è lasciata a specialisti senza una fede particolare, il film rappresenta uno sguardo in gran parte nuovo e originale su uno dei temi più usati nel cinema horror, quello della possessione diabolica. Recensione ❯
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