Titolo originale | Mother, Couch |
Anno | 2023 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA, Danimarca, Svezia |
Durata | 96 minuti |
Al cinema | 2 sale cinematografiche |
Regia di | Niklas Larsson |
Attori | Ewan McGregor, Rhys Ifans, Taylor Russell, Lara Flynn Boyle, Lake Bell Ellen Burstyn, F. Murray Abraham. |
Uscita | giovedì 29 agosto 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 agosto 2024
In un emporio di mobili in mezzo alla campagna, una signora si siede su un divano verde. E rifiuta ostinatamente di rialzarsi, mentre i tre figli adulti, David, Gruffudd e Linda, cercano di smuoverla da lì. In Italia al Box Office Divano di Famiglia ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 30,6 mila euro e 1,3 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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In un vecchio negozio di mobili di un'imprecisata città americana, tra oggetti ammucchiati e scatoloni, una signora ottantenne, venuta con i figli David e Gruffud a cercare una cassettiera, si siede su un divano e decide di non muoversi più. Dopo l'arrivo dell'altra figlia Linda, toccherà al figlio minore David, padre di famiglia tormentato e premuroso, capire le ragioni del comportamento della madre. La situazione sempre più assurda e tesa darà all'uomo l'occasione di regolare i conti con i fratelli e trovare nella figlia del proprietario del locale e nel suo gestore due strane figure con cui confrontarsi...
Partendo da uno spunto da commedia dell'assurdo, l'esordio (americano) del regista svedese Niclas Larsson entra progressivamente nei territori più rischiosi del thriller psicologico e infine del dramma famigliare.
È in fondo la struttura stessa di Divano di famiglia a chiamare in causa modelli stilistici e precisi riferimenti cinematografici. La scelta dell'unità di spazio (il negozio di mobili dove si svolge quasi per intero), tempo (un giorno, una notte, il mattino successivo, e poi un epilogo) e azione (l'intero racconto ruota attorno al personaggio della madre, ma rimanda in realtà alla condizione interiore del figlio David) richiama prima di tutto un'origine teatrale: quello di Larsson è un cinema di parola, di scene e atti scanditi, di personaggi che entrano ed escono, ciascuno con un proprio ruolo preciso. David è l'anima tormentata, la madre il totem da abbattere e idolatrare, Gruffud e Linda i fratelli così lontani e così vicini (tanto David è posato e premuroso, tanto loro sono scapestrati e anarchici), mentre Bella e Marcus agiscono come traghettatori... Dai ruoli si capisce facilmente come, dopo l'iniziale immersione in un universo da commedia acida memore di modelli anni '90 come Piccoli omicidi tra amici e soprattutto di Ubriaco d'amore di PT Anderson (stessa atmosfera in un non-luogo industriale, stesso accompagnamento sonoro ossessivo, stessa alterazione psicologica del protagonista...), Divano di famiglia entri progressivamente in una dimensione sempre più incerta: prima misteriosa, poi trascendentale.
Il regista ha citato come riferimento il realismo magico di Non si uccidono così anche i cavalli di Pollack, dove una gara di ballo e resistenza diventava una riflessione cupissima sul limite fra la vita e la morte, ma forse il rimando più immediato è il cinema di Darren Aronofsky, a cominciare proprio da quel Requiem for a Dream chiamato anch'esso in causa e con una stessa interprete femminile: Ellen Burstyn. È proprio lei, la grande attrice americana, l'elemento focalizzatore del film, inamovibile sul suo divano, austera come una sfinge, tagliente come una lama, spietata con la propria vita e con i propri figli. Poco alla volta diventa chiara, insomma, come il film di Larsson sia soprattutto un mélo dalle ingombranti implicazioni psicanalitiche, in cui il negozio di mobili (e la cassettiera cuore della vicenda...) riproducono il caos interiore del povero David, a cui il quasi cinquantenne McGregor (a inizio carriera interprete proprio di Piccoli omicidi fra amici...) offre il suo volto da eterno ragazzino, incapace di non essere figlio e spinto proprio dalla madre a diventare finalmente uomo... Il resto del cast, i coprotagonisti Rhys Ifans e Lara Flynn Boyle nelle parti di Gruffud e Linda e i comprimari (e bravi) Taylor Russell e F. Murray Abraham in quelle di Bella e Marcus, sta al gioco della progressiva perdita di controllo narrativo del film, che nell'ultima parte riprende ancora da Aronofsky (MADRE!) la deriva onirico-spiritualista, mettendo in scena un purgatorio post mortem che un po' prevedibilmente diventa il racconto di una rinascita...
Nel film Divano di famiglia il regista Niklas Larsson sembra misurarsi stavolta non più con il genere thriller (Haunted: 333) ma col teatro dell’assurdo. La mia impressione è invece che gli scheletri nell’armadio (non è un giudizio ma un’impressione), piuttosto ingombranti, siano sempre quelli, parliamo di deprivazione.
«Dai, mamma, alzati. Andiamo via, devono chiudere». Niente da fare, mamma Ellen Burstyn - 91 anni e ancora in piena attività, un film via l'altro - non schioda dal divano verde del negozio di mobili a conduzione familiare. Provano a convincerla i tre figli, li ha avuti da tre uomini diversi. Ewan McGregor è il minore e il più dialogante, malgrado abbia i suoi problemi in casa, forse sua moglie ha un [...] Vai alla recensione »
Il formato è panoramico, i colori pastello, la materia oscura e vagamente limacciosa. Chi ha visto più di cinque film nella vita capisce che siamo in zona "Psycho" appena la mamma del titolo originale ("Mother, Couch"), che poi è la grandissima Ellen Burstyn, appare seduta su un divano con una vistosa parrucca biondo platino. Naturalmente inquadrata di spalle.
Una famiglia è bloccata in un negozio di mobili quando l'anziana madre si siede su un divano e rifiuta di alzarsi. Simbolicamente il negozio di arredamenti è un concentrato di frustrazioni domestiche e soluzioni insoddisfacenti: la vera corrente sotterranea dell'esordio dello svedese Niclas Larsson. La farsa, che si evolve in un realismo magico e drammatico, comincia quando David (McGregor) mette in [...] Vai alla recensione »
In un mobilificio a gestione famigliare c'è una cliente, una vecchia signora (Ellen Burstyn), seduta su un divano. E non vuole muoversi. Mai più. Non la smuove il secondogenito zuzzurellone (Rhys Ifans) che flirta con la figlioletta del proprietario (lei è Taylor Russell di Bones and All, lui un doppio F. Murray Abraham), non la seccata figlia maggiore, che incita, sigaretta in bocca, a chiamare il [...] Vai alla recensione »
Mother, Couch è un'immersione emotiva trepidante di attesa e spaesamento. La storia è tratta dal romanzo Mamma i soffa di Jerker Virdborg, ed è ambientata in un emporio di mobili in mezzo alla campagna. Qui un'anziana signora, interpretata da Ellen Burstyn, si siede su un grande divano verde e rifiuta ostinatamente di rialzarsi, mentre i suoi tre figli adulti, David, Gruffudd e Linda cercano di smuoverla [...] Vai alla recensione »