Titolo originale | Tout le monde aime Jeanne |
Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Céline Devaux |
Attori | Blanche Gardin, Laurent Lafitte, Maxence Tual, Nuno Lopes, Marthe Keller . |
Uscita | giovedì 22 settembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,03 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 settembre 2022
Una commedia che affronta con originalità il tema delicato della depressione, mettendo in scena tutti quei "pensieri tossici" che spesso condizionano la vita. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Lumiere Awards, In Italia al Box Office Tutti amano Jeanne ha incassato 8,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Tutti amano Jeanne, a parte lei stessa. La sua autostima è precipitata il giorno in cui il progetto di raccolta di rifiuti subacquei, che l'aveva resa famosa, si è rivelato un fiasco, e a nulla è valso il suo tuffo in mare per tentare di salvare la presentazione, se non a renderla ridicola agli occhi del mondo, grazie ad un video divenuto virale. Come se non bastasse, per riprendersi dal disastro economico, le tocca il penoso compito di volare a Lisbona per svuotare l'appartamento della madre morta un anno prima. La sua profonda solitudine e la disperazione che non le dà tregua vengono turbate soltanto dall'incontro casuale con un ex compagno di liceo, il quasi omonimo Jean, che sembra conoscerla meglio di quanto lei non creda.
Scritto, diretto e illustrato da Céline Devaux, Tutti amano Jeanne è un oggetto particolare, una sadcom in tutto e per tutto, una commedia malinconica in cui depressione e romanticismo dialogano tra loro.
È un film in cui un vivace battibecco si traduce, in maniera originale e intelligente, nel battibecco tra Jeanne e la sua cinica vocina interiore, resa come un buffo personaggio animato ricoperto di lunghi capelli.
Autrice di alcuni cortometraggi che si sono fatti notare a Cannes e a Venezia, per il suo primo lungometraggio la Devaux può contare sull'apporto fondamentale dell'ottima Blanche Gardin, e sull'affinità che l'attrice instaura con Laurent Lafitte (della Comédie-Française). E tuttavia, è proprio il suo non assomigliare fino all'ultimo ad una commedia romantica propriamente detta che fa del film un'opera toccante, che ragiona sul dolore di essere figli, ex amanti, ex promesse, e si misura con lo stigma del disagio psichico, senza indulgere nella formula classica del monologo nevrotico.
Nella parole, riferite ad altro, della piccola Théodora, nipote di Jean, Jeanne è "una donna che pilota un aereo, non ha più il radar e dunque si perde": aveva una funzione sociale ma un imprevisto l'ha cancellata e l'ha mandata in crisi. L'elaborazione del lutto, che passa dal ricordo della sua vita precedente, e l'incontro con un uomo incurante di qualsiasi diktat socialmente in vigore, apre in lei una nuova visione delle cose. Come la sua macchina sottomarina, che non cattura la plastica come dovrebbe, ma si rivela lo strumento tramite di uno spettacolo naturale inatteso e imprevedibile, Jeanne lascia entrare infine la luce attraverso le tapparelle abbassate e gli occhiali scuri.
Anche la trasformazione del personaggio, però, è resa con apprezzabile understatement, senza retorica né sentimentalismo. Blanche Gardin conserva la sua faccia senza sorriso, e, come avviene per Buster Keaton, è esattamente questo che ci fa più ridere, specie quando a commentare i fatti è il suo alter ego animato, talvolta (le volte migliori) senza nemmeno bisogno di parole.
Della serie: grandi progetti morti sul nascere. Per ripulire il mare dalla plastica, Jeanne ha creato la startup Nausicaa. La dimostrazione pubblica è un fallimento pieno, qualcuno ne mette in rete il ridicolo video, gli investitori si volatilizzano, Jeanne si ritrova indebitata fino al collo. Non resta che andare in Portogallo e procedere alla vendita della casa della madre (morta suicida).
Le commedie migliori sono tragedie mascherate. Lo sa benissimo la trentacinquenne Céline Devaux, il cui lungometraggio di debutto (dopo una serie di corti premiatissimi) comincia con un personaggio finito: una donna di grandi speranze che ha appena fallito grandiosamente. Si chiama Jeanne (Blanche Gardin) e fino a qualche settimana prima de- gli eventi narrati era sulla copertina di tutti i giornali [...] Vai alla recensione »
Una donna disperata fugge a Lisbona dopo un imbarazzante fallimento lavorativo. Qui incontra un ex-compagno di liceo fuori di testa che la accompagna durante la permanenza nella città. Tra i due nasce un'amicizia speciale e bizzarra: basterà per salvare la tormentata Jeanne? Una Condizione assai comune trattata con ironia e leggerezza attraverso il buffissimo e irriverente alter ego (cartone animato) [...] Vai alla recensione »
Il lungometraggio d'esordio di Céline Devaux è un film naïf, pieno di brio e colori, che s'inserisce perfettamente in un certo tipo di commedia francese (rappresentata sullo schermo dalla presenza di Laurent Lafitte), pur riuscendo a mantenere una veste del tutto personale, data dal tocco creativo della stessa regista attraverso le animazioni. Jeanne (un'imperturbabile Blanche Gardin) è una donna di [...] Vai alla recensione »
Studi all'École des arts décoratifs di Parigi, un César per il miglior cortometraggio animato (Le repas dominical) e un altro corto premiato a Venezia, Gros chagrin: la limpida cura artigianale e il gusto squisito con cui la trentacinquenne Céline Devaux, matita alla mano, trasfigura il quotidiano ne fanno una promessa già mantenuta del cinema animato d'oltralpe.