Anno | 2021 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia, Germania, Italia, Belgio |
Durata | 133 minuti |
Regia di | Bruno Dumont |
Attori | Léa Seydoux, Blanche Gardin, Benjamin Biolay, Emanuele Arioli, Juliane Köhler Gaëtan Amiel, Jawad Zemmar, Marco Bettini. |
Uscita | giovedì 21 ottobre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 ottobre 2021
France de Meurs è una stella del giornalismo priva di scrupoli che brilla su un canale di informazione e nei reportage sul Medioriente. Un giorno tampona Baptiste, un biker che fa consegne a domicilio e il suo piccolo circo mediatico collassa. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office France ha incassato 60,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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France de Meurs è una stella del giornalismo che brilla su un canale di informazione e nei reportage sul Medioriente. Priva di scrupoli e di qualsiasi valore deontologico, gestisce la sua famiglia come la sua équipe, con cinismo e je-m'en-foutisme. Ma un giorno tampona Baptiste, un povero diavolo che fa consegne a domicilio, e il suo piccolo circo mediatico collassa. La depressione è dietro l'angolo, il congedo pure. France ripiega su una clinica privata e progetta la redenzione davanti alle montagne svizzere e tra le braccia di un amante occasionale.
Sulle ali della poesia mistica di Jeannette, Bruno Dumont atterra bruscamente nel deserto del reale.
Il tono è incerto e l'autore a disagio lontano dalla Côte d'Opale e dall'allure lunare dei suoi film precedenti, dal surrealismo e dalle risorse del burlesco. Precipitato a Parigi, pratica goffamente un registro che non gli appartiene dentro un décor altresì alieno. Naturalmente Dumont rifiuta la totalità delle convenzioni narrative e psicologiche in cui si accomoderebbero altri illustri colleghi, mantenendosi audace, rompendo i toni, finendo (letteralmente) fuori strada con ribaltamenti disastrosi, per la 'carrozzeria' e la narrazione.
La sequenza dell'incidente è un capolavoro di perfidia che anticipa il voyeurismo e la morbosità della cronaca nera. Tuttavia, Dumont pena questa volta a esporre, a mettere a fuoco, a denunciare e persino a riderci sopra. A dire il vero, c'è poco da ridere. Dietro la satira sociale idrofoba, resiste la sua radicalità e quell'arte singolare di spingere gli attori fuori dalla loro zona di confort. Léa Seydoux è onnipresente sullo schermo e al centro di un film in cui indossa Dior e la furbizia opportunista di una giornalista televisiva celebre e manipolatrice. La sua carriera può contare sulla sua faccia tosta, la sua bellezza e quella maniera insopportabile di abusare dei suoi ospiti o dei suoi interlocutori. Figura mondana, distribuisce autografi e lacrime, abitando un appartamento faraonico ma mai sufficientemente grande per il suo ego. Nel suo lavoro non conosce rivali, è la regina glamour delle zone di guerra, che 'allestisce' come un teatrino, mentendo su tutta la linea e mostrando (sempre) il suo profilo migliore.
Dumont si accanisce sull'attrice come il suo personaggio sui guerriglieri o i civili sotto le bombe, costretti a 'posare' come figuranti. Ma il pubblico la venera e l'autore la segue lungo il cammino della gloria che congela qualsiasi emozione e nutre un gioco di superficie, filma la 'France' che schianta e i reportage di cui France è l'unica eroina. Perché la protagonista considera il suo mestiere attraverso il prisma della sua gloria personale. Del resto, 'ama' il popolo ma disprezza il marito e il figlio.
Tra commedia satirica e melodramma grottesco, Dumont non trova la nuance e sbilancia il film. Dietro il miraggio della celebrità e della pressione dell'informazione, France si rivela sovente convenzionale, vano e un poco noioso. Pesce fuor d'acqua, si dibatte sulla terra in cerca di ossigeno. Noi di un senso compiuto che trova ragione in Léa Seydoux e nel suo statuto di star. Corpo mai così in pericolo e sembiante tirato fino alla mostruosità, per aderire meglio a quel gioco al massacro che è France, l'attrice è l'interesse maggiore di questo fotoromanzo della nazione. Mani alla gola del narcisismo e del sensazionalismo contemporaneo, promossi dai media e dai social network, il film abdica qualsiasi sfumatura o negoziazione e insegue la scandalosa vanità della sua protagonista: far coincidere il proprio dolore con quello del mondo. Il nemico è identificato, mirato e abbattuto.
Léa Seydoux, viscerale e sublime nell'alcova di Arnaud Desplechin (Tromperie), dimora algida e inumana nei piani americani di Dumont. Impossibile la discesa interiore, l'unica permessa è quella all'inferno, scortata dall'assistente cinica di Blanche Gardin, tonica e feroce comme d'habitute. Superato dalla realtà, più caricaturale della sua caricatura, France mastica l'oscenità morale della nostra epoca e sputa fiele, è volontariamente antipatico, a immagine della sua eroina, e appena meno esigente rispetto al cinema pregresso di Dumont. Più classico forse ma altrettanto difficile da afferrare. Dimora lì il suo fascino canagliesco e il suo segreto.
FRANCE disponibile in DVD o BluRay |
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Lea Seydoux è una giornalista bella, famosa e cinica che un giorno investe un bikers mentre fa consegne a domicilio e da quel momento entra in crisi, conosce la famiglia del ragazzo, li aiuta, lascia il lavoro, va in cura in Svizzera, trova un amante s'innamora e poi... è da vedere. Non posso dire di più. Mostrare il dietro le quinte del giornalismo televisivo la trovo una [...] Vai alla recensione »
bella storia,verità assoluta,bisognerebbe sempre sentire i commenti a microfoni spenti,perchè quella è verità assoluta o meno,nel contempo la storia personale della protagonista una brava lea seydoux ,insomma un mix ben shackerato,godevole e anche intenso.
Per quanto possa apparire bizzarro, per approcciarsi a France di Bruno Dumont può essere utile cercare un punto di congiunzione che leghi il film alle due opere immediatamente precedenti nella filmografia del regista piccardo, vale a dire Jeannette, l'enfance de Jeanne d'Arc e Jeanne, il dittico dedicato alla vita, alle azioni guerresche, al processo e alla morte di Giovanna d'Arco.
Bruno Dumont non ha mai fatto mistero di considerare i servizi giornalistici televisivi come finzione, come cinema, in quanto manipolati con il montaggio, mixati con suoni, con una forma molto diversa da quella che dovrebbero avere se fossero pure riprese, dirette, del reale. Questa sua idea si concretizza in France, la sua ultima opera presentata in Concorso a Cannes 74°.
France de Meurs è la giovane giornalista di punta di un canale all-news francese. Conduce approfondimenti giornalieri sull'attualità, modera dibattiti politici e confeziona reportage nelle zone calde del pianeta. È ricca, bella, famosa e invidiata ma la vita privata non è altrettanto felice: con il marito scrittore Fred i rapporti sono garbati ma glaciali e il figlioletto Jojo è viziato, problematico [...] Vai alla recensione »
Ultima fatica di Bruno Dumont, ed ennesimo tassello aggiunto dal cineasta francese alla fase pseudocomica del suo percorso autoriale, France è forse la sua opera più immediata e didascalica, diretto contraltare del dittico, brillante per complessità e sfaccettature, formato da Jeannette e Jeanne. Tuttavia essere la pellicola più chiara di un autore di questo calibro non significa affatto porsi come [...] Vai alla recensione »
Non saprei dire se "France" di Bruno Dumont sia "un film disturbante e indisponente sul potere del racconto, delle immagini e i mille misteri della finzione", come scrive il Sindacato critici segnalandolo alla vigilia dell'uscita nelle sale con Academy Two, giovedì 21 ottobre. Di sicuro è un film spiazzante che non esisterebbe senza la prova prodigiosa di Léa Seydoux, sì la 36enne attrice parigina [...] Vai alla recensione »
Un'ennesima satira sui media fuori tempo massimo? Non proprio. È vero che il film comincia pedinando dietro le quinte la potentissima giornalista d'assalto parigina France de Meurs e l'ominide che le fa da assistente, restituendo con brutale, secca frontalità l'ovvio cinismo, le falsificazioni manipolatorie (anche in territorio di guerra) e i rituali quotidiani (spiccatamente sessisti) di quell'ambiente. [...] Vai alla recensione »
Dura 80 minuti, minimo sindacale per un lungometraggio. Sembrano tre ore. Con tutta la pazienza e la comprensione verso il cinema d' autore made in Sardegna, vediamo un gruppo di vecchi amici che a favore di macchina da presa si stordiscono con ogni tipo di droga, si prendono a male parole ( esce una pistola, a un certo punto non tanto motivato dalla sceneggiatura: prima o dopo sarebbe stato lo stesso). [...] Vai alla recensione »
Primo piano sul volto di France. I grandi occhi celesti, sulle labbra sempre troppo rosse divorano lo schermo. La macchina da presa è ferma su di lei, o stringe leggermente. Camera look. France ci guarda. A lungo. Più del necessario. Questo gesto ripetuto, questa interpellazione insistita, è il segno di interpunzione che scandisce il ritmo emozionale dell'ultimo film di Bruno Dumont.
Bruno Dumont era il francese meno prevedibile. Regista del musical sulla piccola Giovanna d' arco intitolato "Jeannette" e della serie "P' tit Quinquin" ( per citare soltanto i titoli che non rischiano di far fuggire lo spettatore). Si deve essere stufato di inventare situazioni originali, quindi apparecchia "France". Protagonista, la star televisiva France de Meurs: l' attrice Léa Seydoux, sempre [...] Vai alla recensione »
France di Bruno Dumont è un film a due facce. Testa: un attacco in piena regola, rabbioso e debordante a una società dello spettacolo mutevole, oggi rigenerata da canali d'informazione, social network e stampa scandalistica. France de Meurs (Léa Seydoux) conduce un programma tv di successo su un importante canale all news e regna su questo mondo come un'alta sacerdotessa.
Parafrasando Kurt Weill, potrebbe intitolarsi "Ascesa e caduta di una giornalista d'assalto" l'ultimo film scritto e diretto da Bruno Dumont in concorso al 74° Festival di Cannes, oppure parafrasando Guy Debord, "Ascesa e caduta della società dello spettacolo", oppure Par un demi-clair matin, che era in verità il titolo di lavoro del film e prima ancora l'attacco di un saggio patriottico di Charles [...] Vai alla recensione »
France guarda in macchina. Il corpo di Léa Seydoux è come quello della propria nazione (del titolo) che si deve mostrare a 360° e dove compare anche il vero Presidente della Repubblica Emmanuelle Macron. C'è sempre una distanza, anzi una differente altezza con cui la protagonista guarda il mondo che le sta intorno, anzi che fa ruotare attorno a lei.
France de Meurs è un' affermata anchor woman della tv francese, una sorta di Lilli Gruber in trincea con la fissa del Medio Oriente. Scala le vette della fama finché un banale incidente la riporta sulla terra. Cerca di farsi dimenticare ma è dura... e arriva pure un amore inaspettato. Lea Seydoux è come il prezzemolo, ci si inciampa in ogni sala. Il regista confeziona un feuilleton di due ore e un [...] Vai alla recensione »
France è una giornalista televisiva all' americana, di quelle che presentano in studio un programma popolare di attualità; ma che di tanto in tanto vanno anche sul terreno a sporcarsi le mani e i piedi; con il casco in testa e il gilet PRESS, France parte alla ricerca di immagini di guerra... Oppure le rimette in scena. I suoi reportage sembrano sempre oscillare tra la finzione e la vita vissuta.
France, simbolicamente, è il nome di una star del giornalismo tv (Léa Seydoux) che dopo aver investito un fattorino entra in crisi profonda, cade, risorge, ricade, forse rinasce. Dumont ha sperimentato un umorismo surreale e grottesco negli ultimi film e nelle ultime serie realizzate, cerca di raccontare la falsità del mondo dell' informazione mimando la piattezza televisiva, con toni da soap incrinati [...] Vai alla recensione »
Da Cannes, dove era in gara, avevamo liquidato frettolosamente France definendolo un non troppo riuscito tentativo di satira del mondo dei social e dei media: ma, nonostante il risultato non sia del tutto convincente, lo stratificato film di Bruno Dumont merita una riflessione più meditata. La fascinosa France si è affermata come la più nota anchorwoman della Francia grazie allo spietato cinismo con [...] Vai alla recensione »
Immaginatevi Lilli Gruber che però fa in contemporanea ciò che la conduttrice di Otto e mezzo ha fatto e sta facendo in due fasi diverse, anchorwoman e inviata di guerra. La persona in questione si chiama France, come il paese dal quale proviene - e dove siamo lo si capisce nella prima scena perché France partecipa a una conferenza stampa che si svolge niente meno che all'Eliseo, alla presenza niente [...] Vai alla recensione »
Si chiama come il suo paese, France, giornalista stella tv, un talk show alla Otto e mezzo in cui costruire teatrini per elettori-spettatori, scenette per giochi di ruolo tra politici che recitano l'odio ma dietro le quinte si amano («starebbero bene, insieme»), in cui sorridere triste tra un reportage in prima persona in un luogo di guerra e il successivo, tra Tuareg in lotta contro gli jihadisti [...] Vai alla recensione »
France de Meurs (Léa Seydoux) è una popolare giornalista francese, egocentrica tanto quanto il suo nome. Conduce un talk show una volta a settimana, mentre gli altri giorni è occupata ad andare in zone di guerra per reportage o interviste a casi di cronaca nera. È una grande attrice, forzatamente bionda, con le luci giuste puntate addosso, vive un appartamento opulento nei quartieri alti di Parigi, [...] Vai alla recensione »
France, giornalista stella tv: talk show politici, reportage da aree di guerra, workaholism, cinismo e social sempre sotto controllo, un fuori dal piccolo schermo inerte e svuotato, famiglia compresa. Un piccolo incidente rompe l'asettica bolla. Prima una famiglia di poveri, poi un amore incontrollabile, poi ancora un lutto violento: è un disturbo che si chiama reale.
France de Meurs (ancora Léa Seydoux, ormai ovunque) più che una giornalista televisiva, che spinge la sua attività anche su territori bellici assai pericolosi come la lotta all'Isis, è una star. Adorata dal grande pubblico, ha un marito e un figlio, che non sono i suoi punti di riferimento principali. Un giorno per una distrazione colpisce con l'auto un giovane rider, unica fonte di guadagno di una [...] Vai alla recensione »
Léa Seydoux, a casa col Covid, è la grande assente di questo Festival, ma ne è la star incontrastata, con quattro film nella selezione ufficiale, "The French Dispatch" di Wes Anderson, "L'histoire de ma femme" dell'ungherese Ildiko Enyedi, "France" di Bruno Dumont, e "Tromperie" di Arnaud Desplechin, fuori concorso. Non è un azzardo pronosticare la Palma da interprete femminile per un'attrice senza [...] Vai alla recensione »
Deludente in concorso, invece, «France», il nuovo film di Bruno Dumont.Protagonista è Léa Seydoux nei panni di una giornalista televisiva molto nota, con un'importante carriera alle spalle e una tormentata vita privata. La donna, però, si ritroverà coinvolta in un incidente stradale che sconvolgerà profondamente la sua vita, tanto da provocarle una crisi che potrebbe portarla alla rovina.
Tratto da Par ce demi-clair matin di Charles Péguy, France è diretto da Bruno Dumont, presenza ondivaga ma abituale sulla Croisette, dove cinque anni dopo Ma Loute ritrova la competizione. Protagonista Léa Seydoux, al quarto film a Cannes 74 da cui è assente per Covid, che incarna la giornalista star della tv France de Meurs, accompagnata in studio e sul campo, spesso di guerra, dalla fidata e divertente [...] Vai alla recensione »