Advertisement
Passeggeri della notte, un cinema intimo che profuma di casa e rivela il mistero e la grazia dell’esistenza

Solitario e sensibile, il regista francese sa essere insieme abituale e nuovo, totalmente personale e sempre inatteso nei suoi sviluppi. Nei suoi film - e questa sua quarta opera non fa eccezione - tutto fa appello all’intimità, così difficile da dire a parole, immagini, suoni. Al cinema.
di Marzia Gandolfi

Charlotte Gainsbourg (Charlotte Lucy Gainsbourg) (52 anni) 21 luglio 1971, Londra (Gran Bretagna) - Cancro. Nel film di Mikhaël Hers Passeggeri della notte.
giovedì 13 aprile 2023 - Focus

Sono bastati tre film (Memory Lane, Questo sentimento estivo, Quel giorno d'estate) a Mikhaël Hers per definire il suo spazio, uno spazio molto personale di sentimenti delicati che teorizzano una scienza delle emozioni impareggiabile. Non si tratta solo del ritorno ossessivo degli stessi motivi (il lutto, il passaggio del tempo, il sentimento dell’ultima volta…) e nemmeno dell’imposizione di uno stile (la composizione impressionista, la tessitura velata delle immagini, l’estetica da album fotografico), è qualcosa di più ineffabile che trascende i temi e la forma, che li determina o che ne deriva, impossibile dirlo. È qualcosa che potremmo azzardarci a chiamare sensibilità, una relazione col mondo che fa vibrare il suo cinema e che infonde anche Passeggeri della notte, presentato alla Berlinale e ora al cinema.

Guardare il suo quarto film è come entrare in un ambiente familiare, di cui conosciamo gli odori, i colori, la disposizione dei mobili, senza che quel sentimento di confidenza si converta mai in routine d’autore o in un’impressione di ripetizione.

Il paradosso del cinema di Mikhaël Hers è il suo essere insieme abituale e nuovo, totalmente personale e sempre inatteso nei suoi sviluppi. I suoi personaggi, nessuno escluso, raggiungono la verità passando per la periferia, secondo una manifestazione circonlocutoria degli affetti. Quasi sorti da un romanzo di Modiano, seguono una topografia urbana, sovente parigina, avanzando laconici, quasi altrove e con quella vocazione alla sopravvivenza che deriva probabilmente dalla storia dell’autore. La famiglia, ebrea da parte di padre, è fuggita dalla Russia e dall’orrore molti anni prima, lasciandolo depositario di qualcosa che gli sfugge ma che lo riguarda profondamente.

È forse per questo che soffia sempre una malinconia sorda sui suoi film che qualche volta, come in Quel giorno d'estate (radicato nel trauma collettivo degli attentati terroristici del 2015) o in Passeggeri della notte (sul fondo della Francia socialista di François Mitterrand), disinnescano deliberatamente l’aspetto politico, diluendosi nelle traiettorie intime dei loro personaggi a cui offrono il tempo e la libertà di piangere.

Alle promenade interiori fanno eco gli ambienti naturali che respirano aria fresca e conducono sistematicamente ad altezza eroi ed eroine, attraverso terrazze, colline, balconi, finestre fisse di grattacieli, che li affrancano come un belvedere dai vincoli ‘del basso’ e dal disincanto. A immagine della Francia del 1984, Elisabeth (Charlotte Gainsbourg) è delusa. La prima dal pragmatismo economico e dall’austerità dopo tre anni di beau temps, la seconda dal marito che l’ha abbandonata lasciandola indigente e convinta di non sapere far niente. Come trovare le risorse adesso? Quelle materiali e quelle esistenziali. Come sopravvivere al sentimento di annichilimento dopo una separazione (Passeggeri della notte), dopo un lutto (Questo sentimento estivo), dopo un attentato (Quel giorno d'estate)? Sono le grandi domande di Hers, che governa un’alchimia instabile di emozioni mentre i semi della ricostruzione depositano e sedimentano, progressivamente, sottilmente. Perché il suo cinema attinge tutte le sue risorse da un’economia della perdita, che cambia scala solo in Quel giorno d'estate per colpire il mondo intero.

La quotidianità nei suoi film ha qualcosa di magico. Non c’è niente di più prodigioso che misurare il tempo che passa. E poi all’improvviso, tutti quei piccoli istanti di presente, distillati e depositati sulle immagini, producono un’emozione che fa vacillare lo spettatore.

Ma quella magia deve molto anche alla sua interprete. Charlotte Gainsbourg è la protagonista ma insieme l’anima di Passeggeri della notte, che abita col suo sguardo e la sua voce morbida, mai oscillante, mai eccitata. La sua gestualità, di una grazia senza pari, e il suo linguaggio corporale conferiscono al film una vibrazione che corrisponde a quel momento cruciale della storia recente francese. Chi meglio di lei per risuonare “la force tranquille” di Mitterrand, chi meglio di lei che divenne attrice in quegli stessi anni nutrendo una parte della leggenda Gainsbourg. Mikhaël Hers ha l’intelligenza di ascoltare quella sua attitudine interiore, disegnando un arco narrativo che non svela mai completamente, che si allontana quando ci avviciniamo, fugace piuttosto che ostinato.


PASSEGGERI DELLA NOTTE: VAI ALLA RECENSIONE CONTINUA A LEGGERE

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati