Il sogno di Genova 2001 è ancora vivo, perché presenti sono ancora i temi e i problemi di quei giorni. Espandi ▽
Serve un tempo di sedimentazione, è necessario prima dimenticare per poter ricordare e cercare di rimettere in fila, superare le tappe di un trauma. Anche se il quadro non si ricomporrà, se le immagini che riemergeranno non daranno mai pace né troveranno armonia. Con buona sintesi di montaggio, una distanza pudica e grande rispetto per il dolore, è questa l'idea che ad ogni inquadratura ci ricorda il film di Collizzolli e Gaglianone.
È un documento naturalmente scioccante ma che la distanza temporale dai fatti consegna con generosa fiducia a chi ai tempi del Social Forum non era ancora nato: il film si apre infatti con un confronto con giovani invitati a riflettere sul senso di quel movimento. Se le didascalie finali ci ricordano la prescrizione per i colpevoli del processo di Bolzaneto, iniziato nel 2005, piace tenere in mente, per la tensione ideale che nonostante tutto trasmette, la citazione da Eraclito che apre il film: "Chi non spera l'insperabile non lo scoprirà, poiché è introvabile e ad esso non apre nessuna porta". Recensione ❯
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Un documentario su Sean Connery e la sua interpretazione iconica di James Bond. Espandi ▽
Un cast d'eccezione e un ricchissimo repertorio per il documentario che ricostruisce l'interpretazione più iconica di Sean Connery, l'agente segreto ideato da Fleming. Recensione ❯
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La storia della corrispondenza tra le mamme moldave costrette a lavorare all'estero e i figli che restavano a casa. Espandi ▽
All'inizio degli anni Novanta, molte donne lasciavano la Moldavia per sostenere le loro famiglie. Non potendo tornare a casa, trovarono un modo particolare per mantenere i contatti: inviare scatoloni pieni di regali e cibo, che a quei tempi si potevano solo sognare. In cambio, i figli inviavano loro delle videocassette. Questo scambio divenne un rituale per migliaia di famiglie. Attraverso questi archivi intimi privati, il film ritrae la fragilità dei legami familiari attraverso gli occhi di una generazione di madri e figlie costrette a vivere separate per poter sopravvivere. Nel farlo, Otilia Babara ritrae un paese post-sovietico a un crocevia della storia, in cui le donne si sono involontariamente ritrovate a compiere la transizione dal comunismo al capitalismo. Recensione ❯
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Un ragazzo emigrato in Italia dal Burkina Faso, torna nella sua terra natale, si sposa ma dovrà poi far ritorno nella terra che gli dà lavoro. Espandi ▽
Sokuro ha da poco compiuto 25 anni e vive in una cittadina del nord Italia con suo padre e il fratello minore Nassir. Emigrato dal Burkina Faso quindici anni prima, decide di fare visita a sua madre, rimasta nel villaggio natale. Qui sposa la giovane Guienne, riallacciando così i rapporti con il proprio paese d'origine. Tuttavia, poco dopo il matrimonio, Sokuro è costretto a rientrare in Italia per continuare a lavorare. In attesa che sua moglie abbia i soldi e i documenti in regola per raggiungerlo nel pays des blancs, torna alla routine lavorativa e familiare. Come loro, Sokuro vive da straniero in una terra che lo ha visto crescere. È l'inizio di una tormentata relazione a distanza che vede le esistenze dei due giovani divise tra le speranze dell'emigrazione e le contraddizioni delle tradizioni rurali. Recensione ❯
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La lunga ristrutturazione di un palazzo storico, dimora di molti artisti. Espandi ▽
La fine di un'esclusiva ristrutturazione durata otto anni del leggendario Chelsea Hotel è in parte auspicata e in parte temuta dagli artisti che ancora vi abitano. Il film ci concede l'accesso ai loro appartamenti e intreccia il passato con il presente. Recensione ❯
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Una riflessione sul tema della memoria a partire da un rapporto Espandi ▽
Una casa luminosa, piena di piante rigogliose, opere d'arte, foto di gioventù, di viaggi, di momenti familiari felici, tutte promesse di una vita piena, senza ombre. La casa di Mihály è costellata di oggetti che testimoniano l'amore per la figlia Réka, artista piena di talento di cui è estremamente orgoglioso. Ma questa immagine piena di incanto trasmessa dai racconti e dai filmati dell'archivio personale si incrina quando Mihály si volge al presente - un presente incomprensibile, segnato dalla malattia e dalla distanza. Il luogo che aveva promesso la serenità familiare testimonia allora il dolore del protagonista, che si riverbera sulle piante, le rocce, gli uccelli, stravolgendo le leggi della natura e della fisica. Recensione ❯
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Mary-Jo riceve visite giornaliere nel suo soggiorno. Etnologa specializzata nel Darfur, i suoi ospiti non vengono solo per prendere il tè. Hanno bisogno di un aiuto fondamentale che solo questa donna di 90 anni può dare. Recensione ❯
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Una ragazza fuggita dalla Siria verso Bruxelles sogna un futuro di integrazione. Espandi ▽
Rima, fuggita dalla Siria con la sua famiglia, lotta per integrarsi a Bruxelles. Intrappolata tra tradizione e modernità, traccia i ricordi della sua vita precedente dialogando con una regista iraniana, lei stessa una nuova arrivata in Belgio. Recensione ❯
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Attraverso filmini di famiglia, Faustine ci racconta la storia di sua madre Valérie e della sua depressione. Espandi ▽
Rimontando i filmini di famiglia con cui il padre di Faustine immortalava i momenti più belli della loro vita familiare, la regista oggi ci racconta un'altra storia: il ritratto di sua madre Valérie e della sua depressione. Dopo aver avuto figli, Valérie ha lasciato il lavoro, e per lei è stato come perdere la propria identità. Recensione ❯
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L'autore e attore Rashif El Kaoui è figlio di madre fiamminga e di padre marocchino alcolizzato, che non lo ha mai cresciuto. Espandi ▽
Assieme al fotografo turco-olandese Ahmet Polat, Rashif decide di recarsi per la prima volta in Marocco per incontrare la sua famiglia allargata e cercare le sue radici. Ha paura di quello che scoprirà: di suo padre, della sua famiglia, di sé stesso. Anteprima Italiana Recensione ❯
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Un documentario che intercetta la gioia e le incertezze del primo amore. Espandi ▽
L'incantevole storia d'amore di Billie e Lucas, una giovane coppia di Bruxelles. Il film dipinge un ritratto schietto delle sfaccettature formative ma anche incerte di ogni (primo) amore. Recensione ❯
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Le linee di chi rimane intrappolato nelle esperienze della guerra. Espandi ▽
Le linee interiori sono, in gergo militare, i percorsi di fuga dei soldati in caso di ritirata, ma indicano anche quelli di coloro che rimangono segnati dall'esperienza della guerra.
Alle pendici del monte Ararat, teatro dei massacri compiuti da Daesh, Vandeweerd filma spazi e volti, testimonianze e racconti dell'atrocità della guerra. Ma ciò che racconta si rifrange, letteralmente, sulle immagini di un territorio al tempo stesso reale e fantasmatico. Un luogo in cui il teatro della Storia è attraversato da altri racconti, molto più antichi, come quello delle tre colombe che Noè lascia andare per avere conferma della possibilità di incontrare la terraferma. Recensione ❯
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