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The Nevers, tutti i segreti sugli effetti speciali della serie HBO

L'intervista a Rosario Barbera e Gaia Bussolati di EDI – Effetti Digitali Italiani, recentemente consacrata con il David per L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, svela i retroscena della realizzazione della serie. Ora disponibile su Sky Atlantic.
di Andrea Fornasiero

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venerdì 21 maggio 2021 - Incontri

Fondata vent’anni fa, la milanese EDI – Effetti Digitali Italiani è oggi la più anziana delle società di effetti speciali visuali in Italia, o per lo meno quella che più a lungo ha conservato il proprio nome e la propria identità. Cresciuta negli anni fino ad arrivare a una forza lavoro di ottanta persone, ha partecipato a diverse produzioni italiane e internazionali come American Gods, Una serie di sfortunati eventi, Cosmos, Romulus e ha recentemente ottenuto la consacrazione del David per gli Effetti Visivi con L’incredibile storia dell’Isola delle Rose. EDI ha partecipato anche alla realizzazione della serie HBO The Nevers, in questi giorni in programmazione su Sky Atlantic, e abbiamo colto l’occasione per parlarne con Rosario Barbera e Gaia Bussolati. Il primo riveste il ruolo di Head of Production, ossia si occupa della parte manageriale, organizzativa e logistica del lavoro, mentre Bussolati è a capo del progetto dal punto di vista tecnico artistico.

Come siete arrivati a The Nevers?
Con HBO non avevamo mai fatto nulla, ma il VFX producer di Cosmos era rimasto molto soddisfatto del nostro lavoro sugli sfondi e l’estensione digitale dei set, così ci ha voluto sul suo progetto successivo: The Nevers. Abbiamo iniziato a lavorarci già nel 2019, quando c’erano solo gli script e non erano ancora iniziate le riprese. Anche qui siamo stati chiamati a realizzare i background, ma per la seconda stagione ci stiamo proponendo pure per altre lavorazioni.

Il vostro ruolo era quindi molto specifico. Come si collabora tra società diverse al lavoro su aspetti diversi delle stesse sequenze?
C’è un supervisore della produzione che affianca gli showrunner e ha una visione d’insieme degli effetti di tutti gli studi di VFX coinvolti. Quando siamo andati a vedere i loro studios a Londra siamo rimasti impressionati dal lavoro di ricerca svolto per tutti i dipartimenti, con un ampio repertorio fotografico dell’epoca che è stato molto utile come base per creare qualcosa di nostro.

La profondità di campo dei background di The Nevers è davvero impressionante, come è stata realizzata?
I nostri set extension usano modelli 3D e abbiamo anche aggiunti molti elementi atmosferici, come pulviscolo e foschia, inoltre ci sono spesso movimenti di macchina nelle scene di The Nevers che valorizzano la tridimensionalità dei backdrop, creando una sensazione di reale profondità di campo.

Oltre che sugli sfondi avete lavorato anche a qualche scena con Primrose, la “gigantessa”...
Le riprese su di lei venivano fatte da metà distanza in modo da avere la prospettiva corretta se andava ingrandita e rimessa nella scena. C’erano poi sul set strutture e indicazioni che davano idea del suo ingombro da gigantessa, un riferimento fondamentale per attori, scenografi, regista ecc . Inoltre le persone gigantesche si muovono in modo leggermente differente, quindi alcune riprese di lei sono state realizzate con un maggior frame rate, per poter poi rendere una camminata con un ritmo diverso rispetto alla scena generale. Quando parla invece il suo labiale dev’essere a velocità normale, quindi ogni inquadratura con lei ha richiesto uno studio molto preciso perché i vari elementi risultassero coerenti. Noi ricevevamo le riprese dell’attrice sul Green Screen e il resto dell’inquadratura, quindi dovevamo far combaciare le cose e aggiungere elementi di atmosfera, correggere le luci e adattare l’immagine alla messa a fuoco della scena.

Avete lavorato molto anche con produzioni italiane, com’è cambiata la situazione nel nostro Paese in merito al vostro settore?
L’Italia sta facendo passi da gigante per raggiungere le produzioni internazionali, l’abbiamo visto per esempio su Freaks Out, Il primo Re (guarda la video recensione) e Romulus. In passato ci veniva chiesto di risolvere il problema di una location mancante e di essere invisibili, come tappabuchi, mentre ora partecipiamo allo sviluppo della narrazione e affianchiamo il regista già nella scrittura e nella pre-produzione. Per esempio gli mettiamo a disposizione un ambiente realizzato come pre-visualizzazione, all’interno del quale può definire le inquadrature che verranno poi realizzate, come ha fatto Sydney Sibilia per alcune scene di L’incredibile storia dell’Isola delle Rose.

Si parla molto della tecnologia dei LED Wall, come una rivoluzione nel vostro settore.
Per ora in Italia c’è uno studio a Cinecittà, ma è una tecnologia su cui ci stiamo ancora affinando. La cosa più rilevante è che il lavoro che normalmente viene fatto in post-produzione qui va invece anticipato, perché deve essere già pronto durante le riprese, visualizzato sui LED Wall mentre gli attori sono in scena.

Cosa c’è nel vostro futuro?
Usciranno in sala, speriamo, Jungle Cruise e Freak Out, che però abbiamo già ultimato da alcuni mesi. Al momento siamo lavorando alla serie A casa tutti bene di Gabriele Muccino e al film L’ombra di Caravaggio di Michele Placido, oltre che alle seconde stagioni di The Nevers e Romulus.


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