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Yuri Borisov, arriva dalla Russia l’astro nascente del cinema internazionale

Magnetico nello sguardo e angolare nei tratti del viso, pazzo e sensibile, dolce e folle. Torna in Scompartimento n.6 l’attore che, non ancora trentenne, è divenuto quest’anno il volto del suo paese anche nel mondo del cinema in senso lato. Premiato a Cannes e dal 2 dicembre al cinema.
di Tommaso Tocci

Scompartimento n.6

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Yuriy Borisov (31 anni) 8 dicembre 1992, Reutov (Russia) - Sagittario. Interpreta Ljoha nel film di Juho Kuosmanen Scompartimento n.6.
lunedì 22 novembre 2021 - Celebrities

In Scompartimento n.6, Yuri Borisov entra in scena come un colpo di sfortuna. Il peggior vicino di posto che potremmo augurarci quando, appena saliti sul treno, apriamo la porta della cuccetta sperando di trovarla vuota, o almeno occupata da qualcuno di calmo e discreto. E invece eccolo lì, un uomo russo molesto, ubriaco e ciarliero, di nome Ljoha: il treno non ha ancora lasciato Mosca che la protagonista Laura sembra già pentirsi di aver intrapreso il lungo viaggio verso nord per vedere i petroglifi di Murmansk.

Nel bel film di Juho Kuosmanen, però, tutto si relativizza tendendo a un agrodolce esistenziale che ci impartisce una gran lezione di vita. Assoluta rimane invece l’impressione lasciata dall’attore, che attraverso la storia (raccontata, adattata e recitata da persone finlandesi) diventa un simbolo di come la Russia venga vista da una cultura vicina. Borisov, neanche trent’anni, ha vissuto un 2021 magico che lo ha reso il volto del suo paese anche nel mondo del cinema in senso lato. Oltre all’ottima accoglienza ricevuta da Scompartimento n.6 (Gran premio a Cannes, candidato finlandese per gli Oscar, e una nomination come migliore attore agli European Film Awards) il cinema russo “arthouse” sembra essersi coordinato per eleggerlo a suo avatar principale.

Magnetico nello sguardo e angolare nei tratti del viso, l’eccesso controllato delle sue performance era già chiaro proprio a Cannes, dove figurava da comprimario anche nel grande ritorno sulle scene di Kirill Serebrennikov, Petrov’s flu. Alla Mostra del cinema di Venezia è poi tornato come assoluto protagonista di Captain Volkonogov Escaped, uno dei film più peculiari dell’ultima edizione. Come Scompartimento n.6 è un’opera di movimento e percorso, ma tarata su registri ipercinetici e brutali. Borisov, nelle mani dei registi Chupov e Merkulova, sembra grosso il triplo e può liberare quell’energia che per Kuosmanen lasciava sopita.

Specialista in personaggi ambigui, da cui non si può non essere attratti ma che al contempo sono spesso definiti da un senso di pericolosità, Borisov ha dato ulteriore dimostrazione del suo stato di grazia in Gerda, che Natalya Kudryashova ha presentato all’ultimo festival di Locarno. Qui Borisov si riaffaccia ai confini del metafisico dopo Petrov’s flu, e torna a un ruolo al servizio di una protagonista femminile come in Scompartimento n.6. Un’altra relazione a metà tra il romantico e il platonico, ma dall’indiscussa e sorprendente solidità. Anche in Mama, I’m home, presentato in Orizzonti a Settembre, deve cavalcare questa identità ambivalente nel ruolo di un presunto figlio tornato dalla madre che lo crede morto, tra tensione sessuale, bugie e cultura del sospetto.

Pazzo e sensibile, dolce e folle, elettrico e pericoloso: l’ascesa fulminea di Borisov non è cementata dalla semplice quantità di ruoli che lo hanno reso così memorabile in questo ultimo anno, ma sembra dovuta al fatto che ognuno di essi dice qualcosa della Russia di oggi, e che ognuno appaia in dialogo con gli altri. Un volto del contemporaneo che però viene da lontano, e che si è formato nel passato ricostruito dai blockbuster dell’epica bellica. Ad esempio vestendo i panni di un mito sovietico come Kalashnikov, l’ingegnere inventore del celebre fucile, in AK-47 del 2020.

La carriera di Borisov è ancora giovane, ma era iniziata con un ruolo al servizio di un autore d’eccezione come Andrey Zvyagintsev (in Elena del 2011), e impreziosita anche prima di un 2021 da protagonista con opere del calibro di The Bull, che gli ha dato spazio da protagonista e un personaggio gangster che ne avrebbe poi indirizzato le caratteristiche future. Quelle che ora lo fanno assomigliare parecchio a una star dell’oggi e del domani.


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