Un diario personale che si interroga sulla propria educazione sentimentale. Espandi ▽
Enrico ha da sempre guardato al mondo che lo circondava attraverso la lente di una videocamera. All'indomani del pensionamento dei suoi genitori, entrambi magistrati, il giovane regista indaga il suo rapporto con loro e ne scopre le fragilità, ritrovandosi in procinto della sua definitiva trasformazione in adulto. Il risultato è un diario intimo e personale che rappresenta le diverse fasi del distacco e della ricostruzione della relazione genitore-figlio, unite a una più ampia riflessione sul cinema. Recensione ❯
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Una dichiarazione d'amore sfrenata per il piacere del cinema, con qualche artificio ma senza pregiudizi. Documentario, Italia2020. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il resoconto integrale di un'intervista registrata 30 anni fa. Espandi ▽
Nel 1993 il critico Marcello Garofalo e la regista Antonietta De Lillo intervistano a lungo in video l'esuberante sceneggiatore, regista, attore e paroliere Lucio Fulci. Un estratto di quell'incontro (30') sarà presentato nel 1994 al Festival Cinema Giovani di Torino col titolo La notte americana del dottor Lucio Fulci. Nel 2021, De Lillo rimette mano alle otto ore totali del girato originale e presenta una versione rimontata, ritoccata ed espansa di quel fortunato incontro. Recensione ❯
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Un film autobiografico che riflette sulle dinamiche umane, urbane e sociali al tempo della Pandemia. Documentario, Italia2020. Durata 56 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Le ricerche per un film sull'urbanizzazione si bloccano a causa della pandemia e costringono il regista a intraprendere un percorso autobiografico. Espandi ▽
Elia Moutamid, tornato a Brescia (dove vive fin da bambino) dal Marocco dove si era recato per fare i sopralluoghi del suo prossimo documentario, si trova bloccato nella propria abitazione dalla pandemia. È un’occasione per riflettere su stesso e sul mondo che lo circonda. Recensione ❯
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Un documentario sull'attesa della cecità, un'esperienza sorprendente oltre lo sguardo. Espandi ▽
La storia di Sainey, un ventenne gambiano che conosce la dura realtà del suo destino: a causa di un male irreversibile rischia di diventare totalmente cieco. Dopo aver raggiunto l'Italia e aver scoperto che anche qui non esiste una cura, è deciso a imparare più cose possibili per prepararsi alla cecità. In questo viaggio verso l'oscurità, Sainey incontra un nuovo amico e scopre la passione per un nuovo sport, il baseball. Così decide di filmare la sua storia in prima persona e di mostrare al mondo che bisogna reagire anche contro le difficoltà più grandi. Recensione ❯
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Il ritratto di uno dei più celebri intellettuali italiani contemporanei. Espandi ▽
Intellettuale allergico alle celebrazioni, figurarsi alla propria, Goffredo Fofi ha attraversato e attraversa la cultura italiana con un’ininterrotta attività di docente, organizzatore, saggista, critico, fondatore di riviste e aggregatore di talenti. Si presta però volentieri a questa chiacchierata aperta e intima con Felice Pesoli, documentarista e autore televisivo, in ottanta minuti che sembrano costituire solo una parte di una più estesa conversazione. Un tentativo di condensare una vita affollata di curiosità, capacità, occasioni e di un’ostinazione a non accontentarsi del dato, del reale, ma a metterlo in discussione, partecipare, produrre conflitto. Come compendia lo stesso Fofi: “resistere, studiare, fare rete. E rompere i coglioni”. “L’uomo dalle suole di vento” è la definizione che Paul Verlaine diede di Arthur Rimbaud. Evoca gioventù, libertà, levità e vitalità bruciante, quindi si attaglia perfettamente al protagonista e oggetto d’indagine, nato a Gubbio nel 1937 in una famiglia di contadini. Recensione ❯
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Un viaggio nella storia del cinema italiano grazie alla voce di Isabella Rossellini. Espandi ▽
Che cosa resta del cinema muto italiano? Moltissimo, recuperato dai ricchi archivi dell'Istituto Luce e dalle cineteche di mezza Europa. E molti ricordi dell'epoca sono affidati alle parole di chi quel cinema l'ha fatto o raccontato in tempo reale, da Giovanni Pastrone a Lyda Borelli, da Francesca Bertini a Luigi Pirandello, da Antonio Gramsci a Salvador Dalì. Céline Gailleurd e Olivier Bohler, ricercatori e docenti francesi esperti in cinema delle origini, intessono un arazzo formidabile di immagini (inframmezzate da intertitoli) e parole (narrate in voce fuori campo da Isabella Rossellini nella versione italiana e Fanny Ardant in quella francese), ricostruendo un mondo e un'epoca, dalla fine dell'800 al primo ventennio del '900. Recensione ❯
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Il ritratto intimo, divertito e militante di Lawrence Ferlinghetti, grande figura della poesia americana del '900. Documentario, Italia2021. Durata 66 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il ritratto intimo e ironico del poeta statunitense Lawrence Ferlinghetti. Espandi ▽
Un ritratto del poeta ed editore Lawrence Ferlinghetti, tra le figure più importanti della cultura americana del ’900, scomparso lo scorso febbraio a 91 anni. Fondatore della libreria e casa editrice City Lights di San Francisco, con cui ha pubblicato, oltre alle proprie opere, quelle dei colleghi della Beat Generation e di altri autori; artista e animatore cultura della Bay Area; militante impegnato nelle battaglie per i diritti civili, il pacifismo e l’ecologismo. Seguito nella sua vita quotidiana dalle due registe, Ferlinghetti parla delle sue origini italiane, racconta la nascita della sua storica libreria, dialoga con il poeta Jack Hirschman e la poetessa Anne Woldman, illustra il suo lavoro e il suo instancabile impegno per la libertà d’espressione in campo artistico, politico e sociale. Giada Diano ed Elisa Polimeni, traduttrice per l’Italia di Ferlinghetti e sua biografa, ed Elisa Polimeni, curatrice di mostre e retrospettive dedicate al poeta, restano in ascolto di dialoghi e versi, osservano e seguono l’artista e l’uomo e ne restituiscono la figura statuaria e al tempo stesso intima. Recensione ❯
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Un road movie per raccontare un'altra Sicilia. Espandi ▽
Chi conosce Giovanna Taviani e ne apprezza l'opera non poteva non aspettarsi un'apertura in cui il mare fosse dominante. Questa attesa viene soddisfatta perché Giovanna prende le mosse dalle profondità marine per narrare e far narrare di donne, cavalier, arme ed amori mostrando come non si tratti di archeologia culturale ma di tesi ed azioni teatrali che mordono sul presente. Perché le vicende di Ulisse o dei Paladini di Francia hanno una presa che travalica il tempo. Così come le cantate sui morti di mafia o sulla madre di Salvatore Carnevale (prima donna a costituirsi come parte civile in un processo contro mafiosi) ci parlano di un passato prossimo che non ha smesso, purtroppo, di essere attuale. Gli interpreti che incontra nel suo viaggio mostrano con la loro voce e i loro corpi, nonché con i pupi, che non sono più personaggi ma vere e proprie persone, la passione artistica e civile che li anima. Recensione ❯
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Il rapporto alla vita attraverso il discorso della morte. Espandi ▽
Le voci di cinque donne riempiono lo spazio sonoro del film tessendo i fili di una trama: una donna legge i tarocchi; la sopravvissuta del "Massacro del Circeo", uno degli episodi di rapimento e violenza più efferati della cronaca nera italiana, risponde alle domande di un giornalista; una donna accusata dell'omicidio di quattro persone viene interrogata dai magistrati; una donna racconta del suo rapporto con la morte, mentre un'altra cerca nella pratica religiosa una risposta alla violenza. Recensione ❯
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Un accurato documentario in cui lo spettatore diventa uno scrupoloso inquirente, alla ricerca della verità. Documentario, Italia2021.
MYMOVIES.IT 4.00
CRITICA N.D.
PUBBLICO N.D.
Le vicende umane e processuali, ma anche lo scontro, tra Pino Maniaci e Silvana Saguto, due personalità di spicco dell'antimafia che si sono trovate coinvolte in situazioni controverse e accusate di reati contro cui esse stesse dovevano combattere. Espandi ▽
La docu-serie di Netflix sposta il mirino della giustizia dalla mafia all'anti-mafia. Ruggero Di Maggio, Davide Gambino, Flaminia Iacoviello, Daniela Volker, Suemay Oram focalizzano il loro documentario su due dei volti più prominenti della lotta alla mafia degli ultimi vent'anni: il giornalista Pino Maniaci e l'ex-magistrato Silvana Saguto. Entrambi hanno dedicato le loro vite - e soprattutto quelle dei loro familiari - alla verità e a mettere in ginocchio la criminalità organizzata siciliana; ciononostante, si ritrovano entrambi al centro di una nuova guerra, questa volta mediatica, che infanga le loro attività decennali e li porta a uno scontro senza mezzi termini, a suon di accuse reciproche e possibili vendette personali.
La docu-serie ha il pregio di non prendere mai parte nello scontro che, sin dalla fine del primo episodio, si va delineando; tutt'altro: con un inizio che conferma e proclama l'onestà dei due protagonisti, riconoscendone i meriti nella lotta alla criminalità organizzata, nel corso dei sei episodi gli autori sono in grado di non spingere dall'una o dall'altra parte.
Tanto Maniaci, quanto Saguto, sono figure oneste, accompagnate da marito, moglie, figli e altri parenti che coadiuvano le loro attività ma che, con le loro sofferenze e sacrifici, testimoniano l'onestà di entrambi. Recensione ❯
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Le vicende di Phaim, un ragazzo italiano di origine bengalese, mussulmano, che vive in un quartiere multietnico della periferia romana, Torpignattara. Espandi ▽
Asia Bibolotti e Phaim Bhuiyam stanno ancora insieme ma sussiste sempre lo stesso problema. Lui è musulmano e deve arrivare casto al matrimonio. A questo si aggiunge il fatto che la famiglia Bhuiyam ha lasciato il proprio appartamento pensando di trasferirsi. La mancata partenza ha fatto sì che debbano ora vivere in un subaffitto con un'altra famiglia proveniente dal Bangladesh in cui c'è una ragazza, Sumaia, coetanea di Phaim.
Phaim Bhuiyan torna davanti alla macchina da presa affiancandosi per la regia ad Emanuele Scaringi con il quale riesce a conservare la freschezza del film d'esordio che gli era valso un Nastro d'argento e un David di Donatello.
Il regista conserva intatto lo sguardo ironico ed autoironico che permette di guardare anche alle situazioni più complesse del suo turbamento social-amoroso con un sorriso che però non rinuncia a riflettere su quanto accade in una quotidianità che può essere quella di tanti giovani che, come Asia e Phaim, stanno costruendo una relazione che vada oltre alle rigidità familiari dell'uno e alla presunta liberalità del padre dell'altra. Recensione ❯
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La storia di due fratelli e di un sogno. Francioni si conferma autore attento del disagio di questi nostri tempi. Documentario, Italia2021. Durata 72 Minuti.
Fratello e sorella di origini tunisine arrivano dalla Sicilia alla periferia di Parigi. Espandi ▽
Ines e Rafick Hackel sono fratello e sorella. Hanno lasciato la Sicilia, dove sono nati, per raggiungere (prima lei e poi lui) Parigi. Lì vivono in un appartamento in periferia e sperano in lavori che, soprattutto per lui, si rivelano deludenti. Federico Francioni si conferma documentarista attento del disagio di questi nostri tempi. Pronto ad osservare con la sua presenza, discreta ma comunque partecipe, la vita di chi ha deciso di filmare. Francioni osserva i suoi protagonisti senza mai mettersi nella posizione di chi giudica ma offrendo loro lo spazio per manifestarsi con tutta sincerità, consapevoli, ovviamente, della presenza di qualcuno che riprende così come lo sarebbero se, invece di registrare quanto accade, stesse semplicemente guardandoli. Recensione ❯
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Indagine trasversale su missione e archivio della radio libera più legata alla storia parlamentare italiana. Documentario, Italia2021. Durata 72 Minuti.
La storia di una straordinaria avventura giornalistica e politica di una stazione radio storica. Espandi ▽
Una radio che ha contribuito a liberare l'Italia da tabu` e pregiudizi, e` la protagonista di questo film documentario. Le voci storiche di Radio Radicale si raccontano e fanno rivivere l'avventura giornalistica e politica cominciata nel 1976. Dalla morte di Giorgiana Masi al caso Tortora, dal rapimento del giudice D'Urso all'uccisione del giornalista Antonio Russo, le storie, spesso controverse, di un Paese e gli ideali di chi voleva cambiarlo. Recensione ❯
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Film intervista con finale a sorpresa che punta sull'amore come strategia preventiva verso ogni forma di violenza. Documentario, Italia2021. Durata 61 Minuti.
Un uomo condannato a morte viene riconosciuto innocente e rilasciato dopo 22 anni nel braccio della morte. Ora deve affrontare una nuova sfida: sopravvivere alla libertà. Espandi ▽
Mentre scorrono immagini subacquee, una voce maschile descrive l'orribile sensazione di sentirsi isolato, abbandonato dalla società, senza possibilità di riscatto. A seguire, chi parla, seguendo una lunga carrellata, svela alcuni sobborghi statunitensi e dettagli della propria biografia. Infine, a quella voce corrisponde il primo piano di un uomo coi capelli bianchi, visibilmente traumatizzato: è Curtis McCarty, che racconta sguardo in macchina la sua storia. Con precedenti di dipendenza, accusato senza prove dell'omicidio di una sua conoscente, avvenuto nel 1982, è stato fermato, sottoposto a violenza da parte della polizia, processato e nel 1985 condannato a ventidue anni da scontare nel penitenziario governativo dell'Oklahoma.
Diciannove li ha trascorsi nel braccio della morte ma nel 2007 è stato rilasciato, dopo essere stato scagionato dall'accusa che gli aveva procurato la condanna a morte, perché da un'indagine era emerso che il perito incaricato del suo caso aveva falsificato le prove. Eppure il tempo della detenzione e il carico di stress post traumatico non si possono cancellare e non lasciano indifferenti chi osserva.
Film intervista con finale a sorpresa, A Declaration of Love al contrario evidenzia il percorso di presa di consapevolezza indicato dal titolo: comprensione e non condanna, riabilitazione e non tortura, amore come strategia preventiva verso ogni forma di violenza. Il protagonista insiste molto sul tradimento vissuto rispetto ai fondamenti della legge che da cittadino statunitense si aspettava, un ambito che è invece non esente da razzismo e pregiudizio sociale. Recensione ❯
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La celebre opera torna in scena a Roma dopo mesi di lockdown. Il film attinge a tutto il materiale visivo girato dentro e fuori dal palco. Espandi ▽
Nel luglio del 2020, a 169 anni dal debutto veneziano del 1851, è l'opera Rigoletto, la più rivoluzionaria e cara al suo autore Giuseppe Verdi, il primo spettacolo dal vivo messo in scena in Italia dopo i lunghi mesi di chiusura legati alla pandemia. La maestosa cornice del Circo Massimo ha accolto una nuova regia, imponente e spettacolare, firmata da Damiano Michieletto che si è dovuto confrontare anche con le limitazioni imposte dal virus, prima fra tutte la necessità di rispettare il distanziamento sul palcoscenico. Il film Rigoletto al Circo Massimo, con la regia dello stesso Michieletto, offre un percorso dell'opera in chiave filmica attingendo a tutto il materiale video dello spettacolo, in cui l'azione in diretta su un palcoscenico di 1500 mq dialogava con un maxischermo su cui venivano proiettate le riprese di alcune steadycam presenti sul palco, anch'esse parte della scena. Il film consente ora, in una riscrittura che compone tutti i materiali e i punti di vista a disposizione, una nuova esperienza di fruizione che permette allo spettatore di entrare nell'opera. In questo senso Rigoletto al Circo Massimo è una delle risposte più originali, non solo alle limitazioni e difficoltà conseguenti alla pandemia, ma anche alla riflessione che essa ha prodotto in campo artistico. Il film, infatti, propone una contaminazione fra differenti linguaggi di cui sfrutta tutte le potenzialità con l'intento di restituire allo spettatore un'esperienza artistica nuova che si pone a metà strada tra la rappresentazione dal vivo e quella cinematografica. Recensione ❯
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