Bangla - La serie

Film 2021 | Commedia

Regia di Phaim Bhuiyan, Emanuele Scaringi. Una serie Da vedere 2021 con Phaim Bhuiyan, Carlotta Antonelli, Simone Liberati, Pietro Sermonti, Rishad Noorani. Cast completo Genere Commedia - Italia, 2021, Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

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Ultimo aggiornamento venerdì 12 aprile 2024

Le vicende di Phaim, un ragazzo italiano di origine bengalese, mussulmano, che vive in un quartiere multietnico della periferia romana, Torpignattara.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
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Dal film alla serie ovvero come conservare lo spirito iniziale ampliando gli orizzonti narrativi.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 5 maggio 2022
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 5 maggio 2022

Asia Bibolotti e Phaim Bhuiyam stanno ancora insieme ma sussiste sempre lo stesso problema. Lui è musulmano e deve arrivare casto al matrimonio. A questo si aggiunge il fatto che la famiglia Bhuiyam ha lasciato il proprio appartamento pensando di trasferirsi. La mancata partenza ha fatto sì che debbano ora vivere in un subaffitto con un'altra famiglia proveniente dal Bangladesh in cui c'è una ragazza, Sumaia, coetanea di Phaim.

Phaim Bhuiyan torna davanti alla macchina da presa affiancandosi per la regia ad Emanuele Scaringi con il quale riesce a conservare la freschezza del film d'esordio che gli era valso un Nastro d'argento e un David di Donatello.

Sulla carta non era facile pensare a un'espansione della storia narrata nel film del 2019. Non tanto perché il finale non fosse aperto quanto piuttosto perché i temi sembravano tutti già affrontati come in più di un'occasione accade nei film d'esordio in cui chi li realizza cerca di inserire tutto quello (o quasi) che gli urge dentro.

Phaim Bhuiyan aveva però dalla sua il fatto che in quel contesto e in quei modi di pensare e di affrontare la vita ci era nato e ci viveva e quindi la materia per ampliare lo sguardo non gli mancava. Se a questo si aggiunge che per questa serie si è individuata la giusta dimensione di durata per i singoli episodi (25 minuti circa) da rendere fruibili tutti insieme su Raiplay o giorno dopo giorno in fascia preserale il gioco si può definire come fatto.

Phaim ha conservato la freschezza del suo personaggio che coinvolge nelle proprie vicende lo spettatore riservandogli ogni tanto uno sguardo in macchina accompagnandolo con battute che rendono più intimo il legame. Lo stesso accento romanesco, che talvolta rende i film meno appetibili al Centro Nord, qui non disturba e diviene anzi veicolo di partecipazione a un'idea di integrazione che non dovrebbe avere ormai più bisogno di proclami o dichiarazioni di principio. I figli di immigrati sono italiani a tutti gli effetti anche se...

È su questo 'anche se' che si articolano gli otto episodi. Phaim è un abitante di Tor Pignattara docg ma l'ìnflusso familiare è ancora forte ed incide sui suoi comportamenti sviluppando sensi di colpa che lui stesso avverte come un fardello culturale da cui fatica a liberarsi. La sceneggiatura si sviluppa con abilità tra i vari aspetti di un microcosmo multietnico che fa ancora fatica a percepirsi come integrato anche se di fatto lo è già.

L'inserimento della tematica razzista verso il finale è un tributo doveroso a chi ne è purtroppo vittima ma in qualche misura lo si avverte come aggiunto a un plot che nello specifico non ne aveva neppure bisogno. Perché bastava la sequenza del confronto tra i padri di Asia e di Phaim per ricordarci che in ognuno di noi alberga un piccolo fondo di diffidenza nei confronti di chi non ci è simile. In tempi in cui il fenomeno migratorio stava iniziando ad essere rilevante, Giorgio Gaber ci ricordava che ammettere questa diffidenza, invece che negarla, costituiva il primo vero passo per la comprensione reciproca.

Phaim Bhuiyan conserva intatto lo sguardo ironico ed autoironico che permette di guardare anche alle situazioni più complesse del suo turbamento social-amoroso con un sorriso che però non rinuncia a riflettere su quanto accade in una quotidianità che può essere quella di tanti giovani che, come Asia e Phaim, stanno costruendo una relazione che vada oltre alle rigidità familiari dell'uno e alla presunta liberalità del padre dell'altra. Saper essere leggeri senza perdere in acutezza di sguardo non è facile. Phaim Bhuiyan su questo versante dimostra di essere sulla strada giusta.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 17 maggio 2022
Giovanni Vitale
Cinemonitor.it

Sequel del film omonimo del 2019 che valse al giovane Phaim Bhuiyan il David di Donatello come miglior regista esordiente, "Bangla - La serie" racconta la storia d'amore tra Phaim, interpretato dal regista stesso, ed Asia (Carlotta Antonelli). Già dal titolo del primo episodio: "No sex ", è chiaro il taglio autoironico della serie (Bhuyan, al tempo dell'uscita del film, era stato definito dalla critica [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 aprile 2022
Lorenzo Ciofani
La Rivista del Cinematografo

Sono passati tre anni da Bangla, che nel suo piccolo fu una rivelazione in grado di proporre un personaggio svincolato dai tipici schemi del cinema italiano: un italiano di seconda generazione che rivendica il diritto di raccontarsi in un quotidiano spesso ignoto ai suoi concittadini. Aggiornando lo sguardo dei malincomici all'altezza degli effetti del multiculturalismo, Phaim Bhuiyan ritorna (con [...] Vai alla recensione »

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