Anno | 2020 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Felice Pesoli |
Attori | Goffredo Fofi . |
Uscita | giovedì 7 ottobre 2021 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,42 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 ottobre 2021
Il ritratto di uno dei più celebri intellettuali italiani contemporanei.
CONSIGLIATO SÌ
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Intellettuale allergico alle celebrazioni, figurarsi alla propria, Goffredo Fofi ha attraversato e attraversa la cultura italiana con un'ininterrotta attività di docente, organizzatore, saggista, critico, fondatore di riviste e aggregatore di talenti. Si presta però volentieri a questa chiacchierata aperta e intima con Felice Pesoli, documentarista e autore televisivo, in ottanta minuti che sembrano costituire solo una parte di una più estesa conversazione. Un tentativo di condensare una vita affollata di curiosità, capacità, occasioni e di un'ostinazione a non accontentarsi del dato, del reale, ma a metterlo in discussione, partecipare, produrre conflitto. Come compendia lo stesso Fofi: "resistere, studiare, fare rete. E rompere i coglioni".
"L'uomo dalle suole di vento" è la definizione che Paul Verlaine diede di Arthur Rimbaud. Evoca gioventù, libertà, levità e vitalità bruciante, quindi si attaglia perfettamente al protagonista e oggetto d'indagine, nato a Gubbio nel 1937 in una famiglia di contadini.
Diplomato alle magistrali, scaraventato nel piacere della lettura grazie all'amicizia del padre con un edicolante e dopo le scuole magistrali partito per la Palermo di Danilo Dolci, in mezzo alla miseria degli ultimi. È solo la prima di una serie di tappe rivelatrici, tutte foriere di conoscenza, di esperienza dell'umano e dei processi della Storia. Il film si articola infatti "di città in città", come la canzone omonima di Vinicio Capossela che corre sui titoli di coda, ripercorrendo a volo d'uccello diverse stagioni della storia nazionale: dalla povertà dell'immediato dopoguerra alla fine delle ideologie del '77 per arrivare all'attuale "narcisismo di massa".
Mentre Fofi, grande affabulatore, si prende tutta la scena e snocciola con sfacciata, limpida franchezza pezzi di vita, incontri, umori, azioni, alcuni dei suoi libri letteralmente piovono in campo, come grappoli maturi di un'abbondante vendemmia. Aline Hervé (Liberami, Martin Eden) gli contrappone, come in un dialogo, immagini pertinenti, non pedisseque né tautologiche: il ricordo della comparsata in Ben Hur a Cinecittà a testimonianza di una cinefilia radicata nel popolare, l'estratto di una dichiarazione provocatoria di Carmelo Bene come esempio di marginalità come scelta, un cartello "non si affitta ai meridionali" o altre scene di convivenza proletaria a Torino a segnalare una solidarietà praticata e vissuta, così come un film privato con Elsa Morante tra i vicoli di Napoli.
D'altro canto, i disegni e le animazioni di Mara Cerri, Elfo, Simone Massi, Gianluigi Toccafondo fanno rivivere gruppi ed esperienze redazionali diverse. Al Torino Film Festival 2020 (in Fuori Concorso / Doc), un'opera che veleggia elegantemente su polemiche e giudizi sommari (tra i casi più noti, il "bollo" di borghesi su Fellini e Antonioni), il gusto del giudizio tranciante e dell'invettiva che a volte segue all'esaltazione ("tutti quelli che fanno i soldi tendono a dimenticare quando non li facevano e a non amare quelli che non sono ricchi come loro") incuriosisce e spinge a riscoprire azioni e traiettoria critica dell'autore di Capire con il cinema.
Resistere. Studiare. Fare rete. Rompere i coglioni. Così risponde oggi Fofi alla domanda «Che fare?». Aperto da una dichiarazione d'amore per le riviste (perché nascono dal lavoro di gruppo, unica difesa contro il narcisismo), Suole di vento ci racconta un signore che ha attraversato la storia d'Italia in perpetuo movimento, amando i bambini, i giovani, le donne, i poeti, il cinema, spostandosi sempre [...] Vai alla recensione »
Due sono stati i grandi registi amati da Goffredo Fofi: Luis Buñuel e Fritz Lang. Entrambi incontrati con sua grande soddisfazione. Nel documentario di Felice Pesoli Suole di vento, presentato al Torino Film Festival, scopriamo un aspetto poco noto sia di Fofi che di Buñuel, proprio legato al loro incontro. C' è una frase paradossale del regista, ripresa un' infinità di volte, Woody Allen compreso, [...] Vai alla recensione »
Non sono molti i critici e gli intellettuali italiani che abbiano saputo al pari di Goffredo Fofi (classe 1937) mantenere nel corso di quasi sei decenni una così vorace vivacità e randagia mobilità. E dunque bene ha fatto Felice Pesoli a dedicargli un ricco documentario dal titolo Suole di vento. Storie di Goffredo Fofi che, nell'arco di ottanta minuti (distillato di dieci ore di materiale girato), [...] Vai alla recensione »