Verdone si ispira alla commedia all'italiana, non solo quella di Amici miei ma tutto il filone che mescola comicità e amarezza. Prossimamente al cinema.
di Paola Casella
Il professor Umberto Gastaldi è un chirurgo di fama che dirige un’équipe dì fedelissimi: il suo assistente Corrado Pezzella, la strumentista Lucia Santilli e l’anestesista Amedeo Lasalandra. A unirli non è solo la medicina ma una comune inabilità nel far coesistere la propria affermazione professionale con una vita personale decente, e la passione per gli scherzi che hanno come target loro stessi, soprattutto il tenero Amedeo. Gli scherzi sono crudeli come quelli che architettavano i protagonisti di Amici miei, e come nel film di Monicelli contengono una buona dose di malinconia e di solitudine esistenziale, ma anche quella immaturità che, intorno ai 60 anni, diventa facilmente patetica. Quando però si viene a scoprire che uno di loro è a sua insaputa affetto da una malattia terminale la voglia di scherzare si trasforma nel desiderio di stringersi l’uno all’altro, con l’escamotage di una (ultima?) vacanza nel Salento.
Questa volta Carlo Verdone si fa assistere alla sceneggiatura non solo dallo storico sodale Pasquale Plastino ma anche da Giovanni Veronesi, il cui contributo narrativo è molto evidente lungo tutta la trama.