Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Claudio Noce |
Attori | Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca, Antonio Gerardi, Francesco Colella, Marco Pancrazi, Simone Chiacchiararelli, Gianmarco Vettori. |
Uscita | giovedì 24 settembre 2020 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,71 su 32 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 maggio 2024
La storia di due ragazzini e dell'estate in cui fanno una scoperta terribile, la violenza degli adulti, e una meravigliosa, la forza dell'amicizia. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Padrenostro ha incassato 984 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Roma, 1976. Valerio Le Rose è un bambino quando suo padre Alfonso, noto magistrato, subisce un attacco terroristico sotto casa. I genitori pensano che Valerio dorma, invece lui si sveglia e dal balcone assiste a parte della scena, anche se non ne parla con nessuno. Da quel momento la sua infanzia si consuma nella paura e in un costante stato di allerta, mentre i genitori cercano di celare a lui e alla sua sorellina Alice la pericolosità della loro esistenza sotto scorta. E l'antica abitudine di Valerio di inventarsi amici immaginari trova una materializzazione in Christian, un ragazzo di poco più grande ma apparentemente molto meno spaventato dalla vita.
Con Padrenostro Claudio Noce affronta una pagina terribile della sua autobiografia (suo padre Alfonso, vicequestore, fu vittima di un attentato dei Nuclei Armati Proletari proprio nel 1976), e lo fa cercando di conservare intatto il suo sguardo di allora, compresa la deformazione del reale che ogni bambino, soprattutto se spaventato, applica alle circostanze.
Tutta la storia va vista attraverso il filtro degli occhi di chi non ha controllo sulla propria vita, e per cui il non visto e il non detto acquistano proporzioni (e incarnazioni) che vanno ben oltre il reale. È in quest'ottica che Padrenostro va valutato e accolto, e questo registro narrativo, più onirico che fattuale, veicola un bellissimo e straziante ritratto del rapporto fra un padre e un figlio maschio, che dal genitore vuole protezione e quell'esempio di virilità che nessun altro potrà dargli in egual misura.
Alfonso, il padre di Valerio, è un uomo del sud, forte e silenzioso, severo ma capace di grande tenerezza, abituato a tenere a bada la paura e a nascondere la sua fragilità, anche perché appartiene a una generazione che comunica con i propri figli in maniera parziale, mantenendo sempre le distanze.
Ma Alfonso è anche una figura spesso assente, la cui incolumità fisica viene percepita dal figlio (a buon motivo) come in costante pericolo. Una roccia ma anche un gigante dai piedi d'argilla, accanto al quale Valerio si sente fisicamente inadeguato ma anche desideroso di mostrarsi tanto forte da diventare per il padre un angelo custode. E tanto da desiderare una versione meno spaventata e più trasgressiva di se stesso, capace di rivendicare la propria natura selvatica e animalesca.
"A chi sei figlio?" (che in calabrese, la lingua di Alfonso, si dice: A chi appartieni?") è la domanda che aleggia su tutta questa storia. E quanto "un uomo alla ricerca di se stesso", come canta la PFM, è davvero in grado di trovarsi? Claudio Noce dirige con competenza sempre al confine fra visione e realtà, fra immaginario e concretezza, e Pierfrancesco Favino è magistrale nei panni di Alfonso, maschio materico, figura paradigmaticamente virile che vive davvero solo nel suo sguardo: uno sguardo che è lo specchio rigido di quello multiforme di suo figlio.
Mattia Garaci e Francesco Gheghi sono Pinocchio e Lucignolo, mentre Barbara Ronchi ha il ruolo duttile di una madre che rifrange la paura di tutti. Nella sua valenza metaforica, Padrenostro segue una linea netta e lucida che ignora la plausibilità di facciata degli eventi (e personaggi) narrati, e trova una voce inedita per esprimere i non detti patriarcali e politici italiani.
Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all'attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell'incontro, in un'estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.
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Inizia come nessuno se lo aspetta il nuovo film di Claudio Noce Padrenostro. Con una metropolitana che si muove tra le profondità della terra, all’interno della quale una persona preoccupata, tesa e nervosa si guarda intorno. Poi, un improvviso black-out spinge tutti a guadagnare presto l’uscita senza perdere troppo la calma, quella di cui il nostro misterioso protagonista inquadrato [...] Vai alla recensione »
Claudio Noce ci racconta una storia estremamente personale e dolorosa, incentrata sul rapporto padre-figlio durante i sanguinosi anni di piombo che lasciarono un segno indelebile sulla sua famiglia. Una scenografia sapiente e funzionale curata da Paki Meduri ci catapulta indietro di oltre quarant'anni, riesumando dall'oltretomba un'Italia che nel bene e nel male oramai non esiste più; [...] Vai alla recensione »
Delizioso racconto sulla relazione tra un padre e un figlio durante un capitolo molto doloroso della nostra storia. Un film capace di raccontare non già le vicende stranote dei vili attentati dei terroristi a esponenti dello Stato, quanto il clima di terrore nel quale si ritrovavano a vivere le famiglie e tutti coloro che intorno a questi personaggi ruotavano.
Tratto dalla tragica vicenda dell’attentato al padre del regista, PADRENOSTRO è sospeso tra realtà e immaginazione e fa fatica a trovare un suo equilibrio. Un evento tragico, avvenuto nell’estate del 1976, ha sconvolto la vita di Valerio, un ragazzino di quasi 11 anni; con i suoi occhi ha assistito all’attentato di un gruppo di terroristi nei confronti del padre.
Dopo il lockdown finalmente si torna a vedere i film sul Grande Schermo con una bellissima pellicola di Claudio Noce, "Padrenostro", che vede co-protagonista un sempre bravissimo Pierfrancesco Favino, vincitore della Coppa Volpi come miglior interprete maschile all'ultimo festival del cinema di Venezia.Il regista racconta se stesso da bambino, figlio del vice questore di Roma Alfonso [...] Vai alla recensione »
Il film di questo weekend lascia soddisfatti per metà. La storia, negli anni Settanta, di un’amicizia tra due ragazzi cresciuti in modo molto diverso: uno ha assistito all’attentato al padre, l’altro appare come un fantasma da esperienza diversa. L’amicizia tra ragazzi nasce sempre spontaneamente, con innocenza e trasporto, inconsapevole degli eventuali sviluppi. [...] Vai alla recensione »
Un film forse un po’ volutamente lento, con ripetuti, quasi esclusivi primi piani, ma che è una lectio magistralis sulla struttura psicologica dei bambini. Film poetico e allo stesso tempo didascalico. Commovente in molti momenti. Non voglio spoilerare ma solo concludere con Is regia che figli andrebbero abbracciati tutti i giorni, sorretti, aiutati, confortati per il mondo che [...] Vai alla recensione »
Di Pacifico Arsenio ‘Padrenostro’ del redivivo Noce (l’acerbo ma semplice ‘Good Morning Aman’, l’invece impresentabile ‘La Foresta di Ghiaccio) riesce nell’impresa di deludere le già ampiamente ridotte aspettative. Tra salti temporali banali e interminabili sequenze senza ispirazione il film si anima solo nelle [...] Vai alla recensione »
Dispiace perché si tratta di un film italiano, ma questa storia è insalvabile, retorica, scontata... siamo al secondo giorno di concorso al lido eppure ecco il primo martirio.
Tra Roma e Calabria, salti temporali, amici immaginari, rivelazioni e pretesti, una storia vera di quelle che in TV avrebbero due puntate in prima serata e si chiamerebbero fiction (o soap). Molte cadute di stile e risate imbarazzate del pubblico in sala a Venezia (non andrà a premi mi auguro)... Una visione semplicistica e forzata, personaggi tagliati con l’accetta.
Non mi e'piaciuto. Delusa, a parte l' interpretazione di Favino e soprattutto del bambino che interpreta Valerio, molto bravo, il film non ha una trama, una traccia che possa coinvolgere. Si rimane in attesa di qualcosa che nn arriva, fino alla fine del film.
La storia sarà anche ambientata durante gli anni di piombo ma la mente va agli anni 90 del cinema italiano, quelli dei film tutti uguali, senza invenzioni, nati stanchi, e fortunatamente dimenticati. Favino rimasto al Traditore di Bellocchio (sembra che abbia recitato questo film durante le pause del film di Bellocchio) la madre e il bambino veramente tremendi.
Interessante esperimento di film che interessa unicamente il regista che l'ha realizzato. Ma perché pagare il prezzo del biglietto per l'auto indulgenza di qualcuno (per favore non chiamatelo autore)? Favino salva baracca e burattini, altrimenti parleremo di un autentico disastro: retorica a palate, bambini macchiette e una scenografia teatrale che amplifica la sensazione di finto.
Leggo che il regista è nato nel 1975, quindi non è un film autobiografico visto che il Valerio del film dice di essere nato nel 1965 e d'altra parte se i fatti del film sono del 1976 (l'attentato al questore Noce è del 14.12.1976) ben difficilmente li ricorderebbe un bambino nato appena un anno prima. Questo equivoco - cui il film induce con la dedica finale e che molte [...] Vai alla recensione »
Padrenostro nasce col chiaro intento di coinvolgere col più semplice dei trucchi: il d'eja-vu. Ogni elemento del film di Claudio Nocia sembra essere stato incollato con lo sputo a una storia che parte male e finisce peggio. Padrenostro vorrebbe raccontare l'assenza di un padre ma più comicamente cade nell'assenza di idee. E prendendosi molto sul serio, scappa qualche risata [...] Vai alla recensione »
Questa non è una recensione ma una richiesta a quanti scrivono sul forum: NON svelate il finale dei film (chi segue le recensioni su MyMovies vorrebbe avere un giudizio su film, attori, regia, ecc. anche per valutare e decidere se andarlo a vedere opppure no ma senza scoprire a priori come va a finire ...) e NON scrivete la trama (perdita di tempo per chi legge e per chi scrive visto che c'&egrav [...] Vai alla recensione »
Spero siano stati sprecati meno contributi pubblici possibili per fare un film così noioso
Il biondino Valerio (Mattia Garaci) ha pure un suo "Linus", un amico un po' misterioso ma simpatico, Christian (Francesco Ghenghi). E' lui il protagonista sotterraneo, il depositario della morale della favola, ammesso che questa triste e amara storia sia una favola e contenga delle morali. Sfuggente il lavoro di Claudio Noce. Asciutto e rapido.
Mi è piaciuto perché mostra cose e situazioni degli anni della mia giovinezza, mi fa riascoltare motivi musicali che amo, svela la bellezza struggente del mare e della campagna in cui sono finalmente assenti i rumori prodotti dagli uomini ... E poi soprattutto ci sono sempre quei volti intensi: del piccolo protagonista - chissà che farà da grandese già ora recita così! - , di suo padre - Favino in [...] Vai alla recensione »
Regia scadente, interpreti mediocrim, soprattutto l'effemminato viso di sto ragazzino mezza-ina tipo svedese, poco bravo... inquadature di primi piani fasulli, pure la musica di Vivaldi fuori luogo. lo stesso Favino non ci è piaciuto. Una delusione
La vicenda è drammatica, dolorosa perché vera, e coinvolge direttamente il regista Claudio Noce. Nell' attentato dei Nuclei armati proletari ricostruito e inquadrato da ogni punto di osservazione - il figlio di dieci anni, gli adulti dal balcone e poi in strada, gli investigatori che disegnano le sagome con il gesso - rimase ferito il padre del regista, vicequestore Alfonso Noce.
A non sapere che è ispirato a vicende autobiografiche, il film di Claudio Noce si potrebbe scambiare per un lavoro appartenente a un genere codificato, quasi da epigono. Il padre del regista, vicequestore a Roma, era stato vittima di un attentato da parte dei Nuclei Armati Proletari, in cui erano morti un agente della scorta e un componente del commando.
È il primo a venir presentato del quartetto di titoli italiani in concorso al Lido e quindi dispiace dirlo, ma Padrenostronon è il film più adatto a figurare in una vetrina festivaliera internazionale. L' ha scritto (con Enrico Audenino) e diretto Claudio Noce che nel dicembre 1976 - quando il padre, il vicequestore Alfonso Noce, venne ferito dei Nap - non aveva neppure due anni.
Nel 1976 il vicequestore Alfonso Noce viene ferito in un attentato per mano dei Nuclei Armati Proletari, in cui persero la vita il poliziotto Prisco Palumbo e il terrorista Martino Zichittella. Oggi, a distanza di molto tempo, Claudio Noce (che all'epoca aveva due anni) parte da quell'evento che vide coinvolto il padre per portare sullo schermo un anomalo romanzo di formazione con protagonista Valerio [...] Vai alla recensione »
Noce s'ispira a una storia vera (quella di suo padre, magistrato ferito dai terroristi) e, schivando il film storico, la usa per raccontare gli anni di piombo, non come epoca ricostruita in cronaca, piuttosto come dimensione sensoriale: luoghi, sensazioni, rumori, colori, interni sono processati da una psiche infantile, sensibile, fragile e già problematica.
Il 14 settembre del '76 il vicequestore Alfonso Noce, allora responsabile del nucleo antiterrorismo del Lazio, viene colpito sotto casa, a Roma, da una raffica di mitra esplosa da un commando dei NAP (Nuclei Armati Proletari); si salva miracolosamente, ma perdono la vita il suo autista, Prisco Palumbo, e uno dei terroristi, Martino Zichittella. E questa è storia.
«Una pagina rincorre il romanzo familiare, la successiva si perde nella favola di quello di formazione», afferma Claudio Noce a proposito del suo Padrenostro (Italia, 2020, 122'). Attraverso Valerio (Mattia Garaci, credibile e bravo) il regista romano quarantaseienne torna con originalità e coraggio narrativo alla memoria lontana nel tempo, ma ancora tanto vicina nel dolore, dell' attentato subito [...] Vai alla recensione »
È passato alla Mostra del cinema di Venezia come il primo film italiano in concorso. Tema centrale gli anni di piombo nel nostro Paese. Anno 1976, periodo duro, momenti tormentati e destabilizzati da una escalation di terrorismo difficile da interrompere. Uomini dello Stato, colpevoli di niente, sono vittime di atti feroci e spietati: tra questi il vicequestore Alfonso Noce è coinvolto in un attentato [...] Vai alla recensione »
"Padrenostro" è il terzo lungometraggio di Claudio Noce. Del regista conosciamo il precedente,"La foresta di ghiaccio", scritto in modo oscuro, ma con attori famosi (Kusturica e la Rappoport), e un'ambientazione suggestiva al confine con la Slovenia. Del terzo lavoro lascia invece perplessi il lavoro di macchina. Didascalico, Noce ricostruisce secondo la convenzione di genere l'attentato realmente [...] Vai alla recensione »
Roma, 1976. Il piccolo Valerio è costretto ad assistere a un attentato, ad opera di un gruppo di terroristi, che causerà la morte di suo padre. Il tragico evento avrà forti ripercussioni sul bambino e su tutta la sua famiglia, fino a che Christian, un amico di Valerio, entrerà con prepotenza nelle loro esistenze. Quello che appare chiaro dopo la visione di "Padrenostro " è che al regista Claudio Noce [...] Vai alla recensione »
Quanto è doloroso riaprire una ferita personale, esorcizzarla, forse guarirla, rendendola di tutti? Claudio Noce prova a ritrovare nel suo passato qualcosa di forte e attuale, e lo realizza attraverso "Padrenostro", un titolo-richiamo alla preghiera, un'urgenza, la necessità creativa e filmica. In concorso all'ultima Mostra internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, sancendo la bravura dominante [...] Vai alla recensione »
È stato l'unico film italiano premiato nel concorso della recente 77ª Mostra del cinema di Venezia, con la Coppa Volpi di miglior interprete maschile assegnata a Pierfrancesco Favino. Un premio che ha suscitato polemiche e sorpresa perché altre erano le pellicole nazionali più accreditate e perché il ruolo dell'attore non era da protagonista principale.
Più che la ricostruzione di un fatto di cronaca vissuto in prima persona (l' attentato subito dal papà Alfonso, vicequestore, da parte dei Nuclei Armati Proletari), il film di Noce è un interessante racconto sul difficile rapporto padre-figlio. Favino (bravo, ma non al top) incarna quella figura virile che il suo erede (Mattia Garaci, sguardo intenso) idealizza.
Valerio, bambino di 10 anni dalla fervida immaginazione, assiste all'attentato ai danni del padre. Il genitore rimane solo ferito, mentre perdono la vita due uomini. Quel fatto sconvolge la vita di tutta la famiglia e soprattutto quella del ragazzino, che in quei giorni così difficili conosce il solitario e ribelle Christian, con il quale stringe un forte legame.
La mattina del 14 dicembre 1976, a Roma, il vicequestore di polizia Alfonso Noce, responsabile dei servizi di sicurezza per il Lazio, subì un attentato da parte dai NAP, Nuclei armati proletari, durante il quale vennero uccisi l'agente di polizia Prisco Palumbo e il terrorista Martino Zicchitella. Gravemente ferito, Noce sopravvisse e dopo un'operazione e un lungo ricovero tornò a casa dalla sua famiglia. [...] Vai alla recensione »
Il periodo della lotta al terrorismo, tra metà anni Settanta e metà Ottanta, noto come Anni di piombo", è sicuramente un argomento elaborato con incredibile successo sullo schermo. Ma è scavando nel suo trauma personale di quell'epoca che il regista Claudio Noce l'ha affrontato in Padrenostro, prendendo alcuni dei fatti dal tentato omicidio del 1976 del padre vicequestore e in Padrenostro elabora come [...] Vai alla recensione »
Ispirato a un evento autobiografico: nel 1976 il padre del regista, Alfonso, vicequestore, subisce un attentato da parte del Nucleo armati proletari, in cui muoiono il poliziotto Prisco Palumbo e il terrorista Martino Zicchitella. Alfonso si salva. Claudio non ha ancora due anni. Valerio, il protagonista di Padrenostro, ne ha dieci. Il film non è un esorcismo.
Anche Padrenostro di Claudio Noce riguarda la Storia o più precisamente la cronaca italiana: infatti il film autobiografico più o meno sottotraccia, ci riporta ai pessimi anni Settanta ricostruendo nel prologo l' agguato a Roma di un gruppo armato rosso a un magistrato dal punto di vista del figlio decenne. Il trauma (anche se l' obiettivo dei criminali si salva) costringerà il piccolo protagonista [...] Vai alla recensione »
Primo film italiano e prime perplessità per un film che parte anche da un'idea interessante, ma finisce per sciuparla. "PADRENOSTRO" (chissà perché tutto maiuscolo e unito, pur nella mitologia evidente del ruolo) s'infila negli anni tormentati dal dramma del terrorismo, qui di stampo brigatista, cercando una chiave interpretativa alternativa, seguendo la reazione del bambino Valerio, il cui padre (Favino) [...] Vai alla recensione »
Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all'attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, [...] Vai alla recensione »
Rari, dispersi, non troppo amati i film sugli «anni di piombo». Il primo, "Colpire al cuore" (1982), trasversale sull' ambiguità dei fiancheggiatori, di Gianni Amelio. Poi, non convincente, ma necessario, "Una fredda mattina di maggio" di Vittorio Sindoni sul delitto Tobagi. E Nanni Moretti, diretto da Mimmo Calopresti, prof universitario faccia a faccia con la terrorista in semilibertà che tentò di [...] Vai alla recensione »
Ieri è stata la giornata del primo dei quattro film italiani in concorso, due registe, Susanna Nicchiare li (Miss Marx che vedremo oggi) e Emma Dante (Le sorelle Macaluso) e due registi, Gianfranco Rosi (Notturno) e Claudio Noce. A quest' ultimo è toccata la partenza con Padrenostro (nelle sale il 24 settembre), film di cui il titolo esplicita anche se in parte il contenuto.
Primo film italiano e prime perplessità per una pellicola che parte da un' idea interessante, ma finisce per sciuparla. PADRENOSTRO s' infila negli anni tormentati del terrorismo, seguendo la reazione del bambino Valerio, il cui padre (Favino) viene ferito in un attentato, nel quale muore il terrorista. Siamo a metà degli Anni '70 e Valerio, che vede tutto e rielabora con Christian, che sembrerebbe [...] Vai alla recensione »
I giovani registi vanno protetti. Aiutati e protetti. La presenza di Matteo Salvini a Venezia per la proiezione ufficiale non aiuterà il viaggio di "Padrenostro" di Claudio Noce, il primo, il più giovane e il meno noto tra i quattro registi italiani in concorso. Dividerà gli animi, magari più a torto che a ragione. Perché il film, che sarà in sala da noi il 24 settembre, è una forma di terapia, per [...] Vai alla recensione »
Alla Mostra del Cinema di Venezia arriva il primo dei quattro film italiani in gara, "Padrenostro" di Claudio Noce, la cui uscita nei cinema è prevista per il 24 Settembre. Il regista si ispira alla vicenda autobiografica legata al padre, bersaglio di un attentato terroristico ad opera dei Nuclei Armati Proletari negli Anni 70. Siamo a Roma, nel 1976.
Favino fa il mattatore in un romanzo familiare Una lettera d' amore a suo padre, la resa dei conti con una ferita ancora aperta, con il rimosso, con la paura. Interpretato da Piefrancesco Favino, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Venezia, Padrenostro di Claudio Noce rievoca un momento drammatico dell' infanzia del regista, quando nel 1976 a Roma suo padre, il vicequestore Alfonso [...] Vai alla recensione »
Gli anni 70 sono un teatro edipico. Ed è tutta una questione di padri e figli. Il padre (Pierfrancesco Favino, magistrato sotto scorta) è una scena primaria, retta da una madre assente. Il figlio - come si evince dalle parole della PFM - è in cerca di se stesso e osserva tutto da dietro un vetro, fino all'incontro, cruciale, con un adolescente selvatico.
Gli anni di piombo, nel cinema italiano, sono (quasi) sempre stati un interessante spunto narrativo per raccontare non solo il buio di quell'epoca, ma soprattutto la nebulosa polvere che ancora oggi appanna i nostri occhi. Claudio Noce parte proprio da qui, da questo medesimo concetto in un film che vuole provare a indagare le conseguenze del clima di tensione che attanagliava il nostro Paese.
Roma, 1976. Valerio (Mattia Garaci) è un ragazzino come tanti: vive in una bella casa, frequenta una scuola privata, gioca a calcio e passa le sue giornate in una piccola stanza segreta tappezzata di fotografie e illustrazioni dai toni visionari. Valerio è un ragazzino come tanti e insieme non lo è affatto, ma questo lui non lo sa - e se lo sapesse, di certo non gli importerebbe: suo padre Alfonso [...] Vai alla recensione »
Respira con la pancia". Nell'affanno di un attacco di panico avvenuto in metropolitana ai giorni di oggi ci sono i segni di un passato che ha lasciato le sue tracce per sempre. Un evento tragico, avvenuto nell'estate del 1976, ha sconvolto la vita di Valerio, un ragazzino di quasi 11 anni; con i suoi occhi ha assistito all'attentato di un gruppo di terroristi nei confronti del padre.