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di Marzia Gandolfi
Da dove vengono queste fillettes votate fin dalla culla a una carriera così difficile, così poco rimunerativa e sovente così breve? Alcune sono “figlie del ballo” la cui la madre è (prima) ballerina, corifea o figurante ma molte tra loro provengono da un ambiente estraneo al teatro, la vocazione le chiama e fin da piccolissime sentono il desiderio di danzare. Proprio come Jeanne, sei anni, Olympe, nove anni, Ida, dieci anni, Marie, quasi undici. Anne-Claire Dolivet le filma al corso di danza, al lavoro con Muriel, la loro esigente insegnante, mentre ripetono all’infinito le loro coreografie per accedere alla classe superiore o all’accademia, al concorso o all’Opéra. Tra lezioni, scuola e vita in famiglia, scopriamo progressivamente il loro formidabile carattere, le loro aspirazioni, le loro paure.
Sorprese dalla regista in piena formazione, artistica ed emotiva, le petites danseuses disegnano sulle punte un’infanzia dove la danza conta più di tutto.