Titolo originale | I'm Your Woman |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, Thriller |
Produzione | USA |
Regia di | Julia Hart |
Attori | Rachel Brosnahan, Marsha Stephanie Blake, Frankie Faison, Marceline Hugot, Bill Heck James McMenamin, Arinzé Kene, Darko Nikolic. |
MYmonetro | 2,92 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 3 dicembre 2020
Un thriller ambientato negli anni '70 che tratta i temi della maternità, della famiglia, dell'empowerment femminile e della trasformazione personale.
CONSIGLIATO SÌ
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Jean è una casalinga disperata nella suburbia americana anni '70. Il suo sogno di avere un figlio non si è avverato e lei è rassegnata ad una vita di ennui borghese. Ma un giorno suo marito Eddie si presenta alla porta con un neonato in braccio. "È nostro", le dice, e tanto basta: Jean è abituata a ricevere regali inaspettati di incerta provenienza dal marito, che sa vagamente essere un ladruncolo. Poco dopo Eddie sparisce e un suo ex sodale afroamericano, Cal, preleva in fretta e furia Jean e il bambino dalla loro bella casa per portarli in salvo presso un domicilio segreto. Ma la fuga di Jean è destinata a continuare, in una situazione di pericolo crescente. E la donna sarà costretta a decidere se continuare a fare la bella statuina o decidersi a reagire.
È uno strano pesce il terzo film da regista di Julia Hart, autrice molto amata nei circuiti indie che lavora fianco a fianco con il marito produttore Jordan Horowitz, qui cosceneggiatore insieme alla moglie.
L'intento è chiaramente raccontare una storia già molto vista al cinema, ovvero quella di un criminale in fuga, vedendola però questa volta dalla parte della moglie che, non avendo mai preso parte ai loschi traffici del marito, non ha la minima idea di come difendersi. La sceneggiatura sceglie di dare agli spettatori le stesse scarse informazioni che ha a disposizione la protagonista, e la trama si disvela contemporaneamente davanti ai suoi e a i nostri occhi: starà a lei (e a noi) capire cosa stia realmente accadendo.
Il taglio femminile del racconto non è solo nella scelta di mettere al centro la consorte silenziosa che tradizionalmente sarebbe rimasta ai margini della storia, ma anche nella sequela di silenzi e di attese che costellano un film dichiaratamente d'azione, perché il silenzio (inteso anche come mancanza di informazioni) e le attese sono state la stoffa dell'esistenza di molte donne, soprattutto in passato. Ed è femminile anche l'attenzione data ai problemi pratici con i quali Jean si confronta, e sui quali un thriller al maschile avrebbe allegramente sorvolato: che cosa dare da mangiare a un figlio, come rimediare alla mancanza di vestiti (e di scarpe!).
Tantopiù che Hart (diversamente dal Cassavetes di Gloria, per fare un immediato paragone) ha scelto una protagonista che non sa fare niente, nemmeno cuocere il proverbiale uovo, e fino a quel momento è vissuta in una bambagia tanto comoda quanto ottundente. Jean sembra non avere passato, la sua unica risorsa è la piacevolezza fisica, e non sa badare né a se stessa né al figlio che si è ritrovata in braccio. Di più: Jean non sa come essere una "natural woman", perché è priva di qualsiasi istinto muliebre di sopravvivenza.
Questa piega intenzionale nella caratterizzazione della protagonista, che ha chiaramente l'obiettivo di trasformare I'm Your Woman in un inno all'empowerment femminile anche per una sprovveduta totale, ha conseguenze importanti sul genere scelto, che diventa un thriller dilatato all'inverosimile, e talvolta scivola apertamente nel fantasy quanto a carenza di plausibilità. Tuttavia Hart dimostra di cavarsela bene con i canoni tradizionali del genere, dalla scoperta quasi horror di uno sconosciuto in casa di Jean a un rocambolesco inseguimento d'auto: e dunque contraddire quei canoni, da parte della regista, è certamente una scelta stilistica, non un'incapacità "tecnica".
Rachel Brosnahan, che coproduce I'm Your Woman e interpreta Jean con lo sguardo annichilito del cervo accecato dai fari, ha scelto un ruolo che è l'esatto opposto della Marvelous Mrs. Maisel che l'ha resa celebre: quasi muta laddove Miriam Maisel era logorroica, incapace laddove la cabarattista newyorkese tracimava talento. Al cuore della storia c'è la solidarietà femminile, che aiuta Jean ad assumersi il peso della propria esistenza (quel "load" di cui canta Aretha Franklin, paladina del rispetto per le donne, nel finale). E c'è il rifiuto ostinato, da parte della regista-sceneggiatrice, di seguire un percorso narrativo tradizionale, ingannandoci deliberatamente sulle possibili svolte della trama, e aggiungendo una sottotrama black che fa di questo film un manifesto di ciò che sta cambiando nella società americana: che ci piaccia o no.
I'm Your Woman è un noir firmato da Julia Hart sulla femminilità e il riscatto esistenziale. La sequenza di apertura offerta dalla Hart è quella di una donna in realtà sull’orlo del crollo, dedita a bere il suo cocktail in una raffinata veste viola. Lo sviluppo progressivo di I’m Your Woman mostra il decadimento di questo ritratto opulento.
Julia Hart è la sceneggiatrice e la regista di questa noiosissima pellicola, che, tuttavia, risulta a tratti involontariamente spassosa per i dialoghi che spesso ricordano le battute paradossali e senza senso degli sketch comici di Ale e Franz, quando interpretano i due gangster che si incontrano sul palco mimando il tono ed il linguaggio tipici di certi noir degli anni ’70.
Il racconto al femminile post #metoo, assecondando la nuova sensibilità, arricchisce e reinterpreta i codici del cinema di genere e alimenta una pratica che si riscontra sempre più frequentemente (qui si ragiona, secondo i rinnovati termini, su noir e thriller, nel recente Lucky di Natasha Kermani, ad esempio, in modo altrettanto interessante sull'horror).
Dopo tre stagioni della Fantastica signora Maisel è quasi uno shock vedere Rachel Brosnahan nei panni di Jean, una passiva casalinga nella Pittsburgh degli anni settanta che il marito lascia in un brutto pasticcio con la malavita locale. Jean ha sempre vissuto come una sonnambula e ci mette quasi tutto il film a svegliarsi. L'interpretazione di Brosnahan è convincente, il resto del film, un action [...] Vai alla recensione »
La filmografia di Julia Hart è punteggiata di coming of age al femminile più o meno tardivi, e di storie di donne che si scrollano di dosso, non senza fatica, il penoso ruolo di vittime designate: Miss Stevens è un road movie su un'insegnante che prende coraggio; Fast Color un supereroico su una ragazza che prima fugge dai suoi poteri, e poi li comincia a dominare; Stargirl il ribaltamento, a misura [...] Vai alla recensione »
Diffidate di un marito che un giorno, senza preavviso, torna a casa con un neonato in braccio. E l' aria di averlo appena comprato in un negozio del vicinato. Pupetto tranquillo e per niente capriccioso, data la situazione (avrà pure avuto una vita precedente, un giocattolo o una copertina prediletta: non lo dà a vedere, a volte sembra di pezza). Il cadeau arriva a Rachel Brosnahan, che dopo il successo [...] Vai alla recensione »
"I didn't know I could lie like that". Quando Jean (Rachel Brosnahan, The Marvelous Mrs. Maisel) realizza di poter mentire, in verità abbiamo già capito che può fare molto altro, che può essere molto altro: travestito da crime drama anni Settanta, I'm Your Woman è un romanzo di formazione, ovvero formazione dell'identità femminile o, come si dice oggi, empowerment.
Oltre che a livello socio-politico e culturale il #MeToo ha avuto una notevolissima influenza all'interno del panorama audiovisivo cinematografico e seriale, andando a ridefinirne (non sempre al meglio) paradigmi narrativi e visivi e dando diversamente rilevanza alla centralità del corpo femminile sulla scena, e quindi a tutto un complesso di significati e prospettive che emerge e vi prorompe con forza. [...] Vai alla recensione »