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Il delitto Mattarella, omaggio a un uomo d'altri tempi, un politico onesto e coraggioso

Sognava di realizzare un’autentica, utopica rivoluzione nella sua Sicilia: moralizzare la vita pubblica. Non ne ebbe il tempo. Ora al cinema.
di Giovanni Bogani

Il delitto Mattarella

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David Coco (53 anni) 25 ottobre 1970, Catania (Italia) - Scorpione. Interpreta Piersanti Mattarella nel film di Aurelio Grimaldi Il delitto Mattarella.
sabato 4 luglio 2020 - Focus

Era il 6 gennaio 1980. A Palermo veniva ucciso Piersanti Mattarella: era il Presidente della Regione Sicilia, e il fratello maggiore del futuro presidente della Repubblica italiana.

Nel tempo il nome di Piersanti Mattarella si è come perduto. Dopo Peppino Impastato, più di dieci anni prima di Falcone e Borsellino. È finito come in un cono d’ombra. Eppure, fu il più grave delitto politico dopo il caso Moro. Lo toglie, da quel cono d’ombra, il film di Aurelio Grimaldi. E ci ricorda chi era Piersanti Mattarella. Un democristiano onesto e coraggioso: nemico di Cosa nostra, nemico della corruzione. Con il sogno di realizzare un’autentica, utopica rivoluzione nella sua Sicilia: moralizzare la vita pubblica. Inevitabile che si esponesse alle reazioni della mafia. La domenica dell’Epifania del 1980, quando entrò nella sua Fiat insieme alla moglie e ai figli per andare a messa, qualcuno si avvicinò al finestrino. Mattarella non ebbe scampo. 
 

Mattarella portò l’allora partito comunista nel governo della regione Sicilia – sia pure come appoggio esterno – e questo scatenò un odio molto marcato nei suoi confronti. E la Sicilia dalle carte in regola, a quei tempi, era forse difficile da imporre, o anche solo da immaginare. 
Giovanni Bogani, MYmovies.it

Da anni Aurelio Grimaldi raccoglie materiali sulla storia di Piersanti Mattarella: “La sua è una figura ingiustamente dimenticata”, dice. Grimaldi, per sottrarlo a questo oblio, sceglie di fare nomi e cognomi, di non nascondere niente. Se il film di Amelio Hammamet, per fare un esempio, non nomina mai Bettino Craxi, qui ci sono nomi e cognomi di ciascuno. Tra i personaggi ci sono il futuro presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il futuro presidente del Senato Pietro Grasso, che all’epoca del delitto Mattarella è il giovane sostituto procuratore di turno; ci sono Giulio Andreotti e Salvo Lima. C’è tutto un mondo che ci sembra lontano anni luce, ma che invece è solo ieri. 

Per farlo, chiama a raccolta tutti gli attori siciliani che può riunire: ci sono Leo Gullotta, Tuccio Musumeci, Donatella Finocchiaro, David Coco – che interpreta Piersanti Mattarella –, Vincenzo Crivello, Nino Frassica, Andrea Tidona, e c’è Tony Sperandeo con cui aveva lavorato dai tempi di Mery per sempre – era un secondino del carcere minorile. Con un cast tutto siciliano, l’impasto linguistico del film, la sua musica, suonano veri, pur in un contesto di ricostruzioni quasi teatrali. Verrebbe da dire, con una parola antica, “brechtiane”. 

Sono “veri” anche i luoghi: il film è stato girato a Palermo, al Calvario di Tusa, a Castellammare del Golfo, dove Mattarella era nato, e a Corleone. 

Nel film ci sono tutti i momenti salienti della parabola di Mattarella. C’è quella conferenza regionale dell’agricoltura del 1979, in cui il deputato Pio La Torre accusa l’assessore all’agricoltura della Regione come corrotto, colluso alla delinquenza. E mentre tutti si aspettano che Mattarella difenda il suo assessore, ascoltiamo Mattarella riconoscere il bisogno di legalità e correttezza nella gestione dei contributi per l’agricoltura. Era il momento, probabilmente, in cui firmava la sua condanna a morte. E c’è la scena dell’omicidio, c’ il complicato intreccio fra i Nar, terroristi neofascisti di Giusva Fioravanti, la banda della Magliana, Cosa nostra. 

Tutto, nel film, è molto dichiarato, molto “messo in scena”, quasi come se fosse una lezione di storia: è il suo pregio e insieme il suo limite. È un’opera di memoria, forse meno un’opera di cinema, di stile. 


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In foto una scena del film Il delitto Mattarella.
In foto una scena del film Il delitto Mattarella.
In foto una scena del film Il delitto Mattarella.

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