L'estate in cui imparammo a volare

Film 2020 | Drammatico

Titolo originaleFirefly Lane
Anno2020
GenereDrammatico
ProduzioneUSA
Regia diPeter O'Fallon, Vanessa Parise, Lee Rose, Anne Wheeler
AttoriBeau Garrett, Sarah Chalke, Roan Curtis, Katherine Heigl, Ben Lawson Ali Skovbye, Paul McGillion.
MYmonetro Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Peter O'Fallon, Vanessa Parise, Lee Rose, Anne Wheeler. Una serie con Beau Garrett, Sarah Chalke, Roan Curtis, Katherine Heigl, Ben Lawson. Cast completo Titolo originale: Firefly Lane. Genere Drammatico - USA, 2020, Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento giovedì 4 febbraio 2021

Tre decenni, due amiche, una storia incredibile. La serie con Katherine Heigl e Sarah Chalke è tratta dal bestseller di Kristin Hannah.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
Soap opera conservatrice su un'amicizia al femminile cui manca ironia.
Recensione di Ilaria Ravarino
giovedì 4 febbraio 2021
Recensione di Ilaria Ravarino
giovedì 4 febbraio 2021

Kate e Tully si conoscono a 13 anni quando Nuvola, la madre hippie di Tully, decide di trasferire la famiglia in Firefly Lane, dove Kate vive con i genitori e il fratello. Trent'anni dopo le due sono ancora amiche, assunte in ruoli diversi in un'emittente televisiva dove lavora anche il carismatico producer Johnny. L'amicizia resiste al passare del tempo, e alle soglie del 2000 Tully e Kate sono l'una accanto all'altra, nonostante gli impegni di lavoro della prima e le difficoltà matrimoniali della seconda. Solo un lutto, improvviso e inaspettato, metterà a repentaglio il loro rapporto.

«Ci sono regole precise che devono essere rispettate se si vuole sopravvivere in un horror», recita la celebre battuta di Scream, seguita dall'altrettanto famoso primo comandamento: mai fare sesso, perché sesso è uguale a morte.

Ed è curioso come questa regola, in qualche modo, trovi rispondenza anche nel genere più distante dall'horror, ovvero la soap-opera, in cui il racconto del sesso - se vissuto liberamente, con disordinata spensieratezza e fuori dal matrimonio - non può fare a meno di una premessa di morte.

Accade anche ne L'estate in cui imparammo a volare, trasposizione dell'omonimo romanzo dell'americana Kristin Hannah, che mette in scena la trentennale amicizia tra due donne molto diverse l'una dall'altra: la mite, passiva, emotivamente bloccata Kate Mularkey (Sarah Chalke) e l'esplosiva, egocentrica e sessualmente vorace Tully Hart (Katherine Heigl). Un'amicizia che nasce e trova compimento proprio intorno ai temi del sesso e della morte (uno stupro salda il legame fra le due, un funerale lo sigilla), in cui l'arco narrativo della "brava" Kate si apre e conclude all'interno della famiglia, mentre quello della "cattiva" Tully si snoda attraverso la continua, punitiva repressione della sua natura anticonvenzionale.

Ma l'approccio vagamente conservatore della narrazione, che vorrebbe raccontare gli alti e bassi di un'amicizia fra due vicine diventate colleghe, si evince soprattutto da ciò che fa muovere sulle montagne russe dell'affetto la relazione fra le due: gli uomini, o meglio l'uomo (va da sé: il capo) che si contenderanno, più o meno esplicitamente, per tutta la vita. E se pure una soap deve parlare d'amore, è un peccato che l'universo nel quale - almeno in apparenza - le due donne vorrebbero disperatamente imporsi, ovvero quello del giornalismo, sia ridotto a un fondale bidimensionale sullo sfondo delle rispettive vicissitudini amorose. Anche perché, quando il giornalismo come mestiere entra per davvero nella storia, né Tully né Kate ne sono protagoniste.

E se non è la carriera ciò che muove le loro ambizioni, tanto vale allora tornare al Cosmopolitan delle amiche di Sex and The City e alla loro dichiarata leggerezza. Ma la grana grossa dei temi trova riscontro un po' in tutto il quadro della serie, dalle caratterizzazioni delle protagoniste (fin dai costumi: la timida con gli occhiali fuori norma, la bella con la minigonna), alle back story (la madre di Tully: tossica o figlia dei fiori?), passando per ricostruzioni storiche macchiettistiche e discutibili scelte di aging delle attrici.

Più furba l'organizzazione della struttura narrativa, con una costruzione della storia a flashback che salta in avanti e indietro dai primi anni Settanta, con Tully e Kate adolescenti, agli anni Ottanta della (cosiddetta) carriera, fino ai Duemila - la parte più riuscita - con le due amiche tra divorzi, menopausa e antichi rancori. Una tecnica che permette alle tre linee narrative di muovere e variegare l'altrimenti assai noiosa infilata di stereotipi, e di imbrogliare quanto basta il pubblico, seminando indizi sul futuro regolarmente disattesi.

Sono trucchi, come quello del colpo di scena "telefonato" alla fine di ogni episodio, il cui abuso può portare lo spettatore smaliziato della piattaforma a ricorrere a un'altrettanto legittima strategia difensiva: andare avanti veloce fino agli ultimi minuti, dove accadono le cose per cui cliccare l'episodio successivo.

Costruita in funzione di una seconda stagione, necessaria per comprendere l'altrimenti oscuro epilogo (assai diverso dall'epilogo del romanzo originale, il cui seguito, "Fly Away", sarà necessariamente tradito), L'estate in cui imparammo a volare è un discount delle emozioni che avrebbe reso meglio nella forma più compatta della minserie: dieci episodi sono davvero troppi per non sbadigliare tra un cliffhanger e l'altro.

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Io non so perché ti amo
Dialogo tra Kate Mularkey (Sarah Chalke) - Kate Mularkey (Sarah Chalke)
dalla serie L'estate in cui imparammo a volare - a cura di Federica
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giovedì 4 febbraio 2021
Ilaria Ravarino

Tre decenni, due amiche. Con Katherine Heigl e Sarah Chalke. Ora su Netflix. Vai all'articolo »

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lunedì 7 dicembre 2020
 

Regia di Peter O'Fallon, Vanessa Parise, Lee Rose. Una serie con Katherine Heigl, Sarah Chalke, Roan Curtis, Katherine Heigl, Ben Lawson. Dal 3 febbraio 2021 su Netflix.  Guarda il trailer »

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