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Ultimo aggiornamento giovedì 29 settembre 2016
Quattro amiche belle e indipendenti imparano a capire se stesse e gli uomini parlando di sesso e amore senza falsi pudori. Sullo sfondo, le mille luci di New York. La serie ha ottenuto 14 candidature e vinto 6 Golden Globes, 10 candidature e vinto 3 SAG Awards, 1 candidatura a AFI Awards,
Passaggio in TV
martedì 10 dicembre 2024 ore 7,45 su SKYCINEMAROMANCE
Nata da un'idea di Darren Star e basata sull'omonimo, fortunato romanzo di Candace Bushnell, la serie Sex and the City viene trasmessa fra il 1998 e il 2004 dalla tv via cavo americana HBO e, in Italia, da TMC, La 7 e Canal Jimmy. 94 episodi in 6 stagioni, 7 Emmy Award, 8 Golden Globe. Numeri impressionanti, che da soli però non bastano a rendere l'eccezionalità di una serie che ha fatto epoca.
Tema del serial, come noto, è la vita sentimentale e sessuale di quattro affermate professioniste sopra i 30 anni nella New York più alla moda ed esclusiva. La protagonista Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker), giornalista, autrice sul New York Star della rubrica che dà il nome alla serie, è la voce narrante che commenta le avventure personali e delle amiche. Dedita allo shopping costoso, specie di scarpe, e ideatrice di un look elegante e sbarazzino, Carrie ama Mr. Big, fascinoso magnate della finanza allergico ai legami. In un tira-e-molla lungo sei stagioni, la nostra inanella una cospicua serie di flirt e altre tre storie importanti: Aidan Shaw, creatore di mobili raffinati, l'unico con cui convive e che le chiede di sposarlo; Jack Berger, scrittore frustrato che la lascia con un post-it; Aleksandr Petrovsky, artista maturo ed eccentrico che la porta con sé a Parigi (dove Big va a riprenderla nell'ultima puntata). Miranda Hobbes (Cynthia Nixon), avvocato di successo, maschera con il cinismo un'enorme insicurezza, che le fa impiegare sei stagioni per rendersi conto di voler sposare Steve, paziente e tenero barista con il quale ha un figlio. La sua piccola collezione di amanti è da guinness dei primati della bizzarria. Charlotte York (Kristin Davis), gallerista snob che vive per il Principe Azzurro, si impegna per superare le inibizioni sessuali da ragazza di buona famiglia. Il primo matrimonio, con un medico impotente e mammone, le lascia un'amarezza profonda, ma il secondo, con il goffo e amabile avvocato divorzista, sarà vero amore, nonostante il sogno frustrato della maternità. E infine Samantha Jones (Kim Cattrall), aggressiva che vive il sesso da maschio, macinando amanti come kleenex. Ma anche lei matura grazie a prove decisive: l'amore (per un magnate alberghiero e per un giovane attore) e la malattia (il cancro al seno che la colpisce nella sesta stagione).
I punti di forza della serie sono molteplici: la rappresentazione dell'amicizia femminile come veicolo privilegiato di autoanalisi e condivisione delle esperienze; personaggi che si evolvono e non si esauriscono negli stereotipi; il cuore pulsante di Manhattan come quinto protagonista; una sceneggiatura miracolo di sintesi, pregnanza, ritmo e spregiudicatezza. L'immagine-simbolo del serial, ossia le quattro protagoniste sedute al tavolo di un bar mentre discutono di sesso in modo esplicito, ha infastidito più di uno spettatore maschile: la verità fa male, è vero, e forse ci voleva un telefilm per far capire agli uomini che le donne parlano di sesso senza censure e con una massiccia dose di autoironia. Ma anche le donne hanno molto da imparare. Nell'episodio "Il silenzio è d'oro", sesta stagione, Miranda chiede al fidanzato di Carrie un parere sul perché il suo accompagnatore della sera precedente si è rifiutato di salire da lei dopo cena. Timidezza? Stanchezza? Segnali confusi? Risposta: «Non è interessato a te: noi uomini siamo molto più semplici, niente segnali confusi». Per convincersene davvero ci vogliono anni, sbagli ed energie, ma per imparare a riderci sopra sono illuminanti le sei stagioni di Sex and the City, da vedere e rivedere in dvd.
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La stagione della maturità delle single di Manhattan
Recensione
di Paola De Rosa
I 20 episodi della sesta stagione segnano la fase culminante del processo di maturazione di Sex and the City iniziato nella terza stagione. Un serial iniziato come radiografia scanzonata, tagliente e disinibita del comportamento sessuale di giovani donne single in una grande città diventa adulto anno dopo anno, accompagnando le sue protagoniste a una compiutezza psicologica e a un livello di consapevolezza che hanno del miracoloso in un contesto da piccolo schermo. Gli sceneggiatori, vero punto di forza dell'operazione fin dalla puntata pilota nel 1998, superano se stessi. Commedia e dramma si fondono mirabilmente lungo un filo rosso che conduce a un finale emozionante e commovente pieno di speranza per il futuro. E il destino fa il suo corso senza mai apparire consolatorio: ogni conquista è frutto di esperienze, sofferenze e solitudine come accade nella vita reale, sotto l'ala di un'ironia costante che è lucidità nel giudicare se stessi e gli altri.
Miranda riserva le sorprese maggiori: dopo anni di insicurezza e indecisione mascherate da cinismo, capisce che Steve è l'uomo della sua vita e che Manhattan, in fondo, non è il centro del mondo, specie se la si può raggiungere con poche fermate di metropolitana...
Ma anche il personaggio di Samantha ha un vero colpo d'ala: senza tradire la propria natura di vestale del sesso, vive la drammatica esperienza della malattia che la porta a rivedere diversi parametri. E a capire che uno splendido giovane cameriere, maratoneta delle lenzuola, può diventare un attore di talento e soprattutto, in barba a mille resistenze, un vero grande amore.
Charlotte prosegue la personale battaglia contro i propri radicati snobismi. Risultato: l'avvocato divorzista, per quanto villoso, calvo e non propriamente un gentleman, può essere davvero un uomo da sposare. Per sempre. A costo di convertirsi all'ebraismo...
E Carrie vive due intense storie d'amore: Jack Berger, scrittore frustrato invidioso del suo successo, e Alek Petrovsky, eccentrico artista che, come in una fiaba, la porta via lontano. Ma la fiaba di Carrie ha un protagonista che ciclicamente ritorna per lasciare segni indelebili, un Mr. Big finalmente più umano e vulnerabile, sempre elegantissimo e affascinante ma pronto ad ammettere debolezze e a tradire parvenze di sentimenti.
Tra gli episodi più struggenti: La presa, Uno, Chi sale e chi scende, La dura realtà, Un'americana a Parigi.
Il tempo della consapevolezza e la riflessività per le quattro ragazze di Manhattan
Recensione
di Paola De Rosa
Interrotta a causa della gravidanza di Sarah Jessica Parker (che nella vita è sposata con l'attore Matthew Broderick), la quinta stagione di Sex and the City è costituita da soli 8 episodi. Si può però ben dire che l'intensità compensi ampiamente la quantità.
Miranda e Charlotte affrontano i cambiamenti di vita più impegnativi. La prima, neomamma del piccolo Brady, concilia a fatica gli impegni di avvocato e di madre e lotta con sonno arretrato, complessi di colpa, chili di troppo e soprassalti di solitudine. Per fortuna che su di lei veglia la fida governante-tata-angelo custode Magda... La seconda è alle prese con la dolorosa metabolizzazione del divorzio da Trey. Ritrovare l'autostima e rendersi conto che il mito del Principe Azzurro è una colossale fesseria non è facile, ma sotto modi dolci e innappuntabili Charlotte cela una tempra d'acciaio e una capacità di lavorare su se stessa che non ci si aspetterebbe da una principessina di Park Avenue. Riguarda lei il commento di Carrie più toccante della stagione, uno dei più significativi dell'intera serie: "nel tentativo di schivare il dispiacere, Charlotte era andata a sbattere contro il dolore", notazione psicologica di grande finezza e semplicità sullo stato d'animo luttuoso che accompagna la fine di un amore. Quanto a Samantha, stanca dell'ossessione per le ripetute infedeltà di Richard, si ributta nel turbine delle avventure erotiche.
E Carrie? Questa quinta stagione coincide per lei con la consapevolezza, la riflessività e l'autostima. Concentrata sulla propria identità di donna indipendente, realizzata anche senza un compagno, la nostra si prende una pausa dalle relazioni sentimentali per dedicarsi alle amiche e alla carriera, prodiga di soddisfazioni: la sua rubrica Sex and the City diventa infatti un libro di successo. L'ultima puntata la coglie però sul punto di innamorarsi nuovamente, come le sue amiche. E il serial "matura", di pari passo con le sue protagoniste...
Il giro di boa dei 35 anni coglie Carrie impreparata. La relazione con Aidan è finita e Mr. Big continua a essere presente nella sua vita nell'improbabile veste di amico e confidente. Gli uomini, insomma, sono una delusione, e sulla tanto sbandierata indipendenza a volte aleggia lo spettro della solitudine. Ma la solidarietà femminile è più forte di tutto: "Le nostre anime gemelle siamo noi quattro, gli uomini sono quei ragazzi carini con cui divertirsi", è l'illuminante commento di Charlotte nel commovente finale della prima puntata di questa quarta stagione.
Certo che, per essere "soltanto" dei divertimenti, questi uomini rivoluzionano non poco la vita delle protagoniste: Carrie si rimette con Aidan e si trova a gestire per la prima volta la convivenza e la prospettiva di una storia definitiva; Miranda rimane incinta in seguito a un rapporto occasionale con il suo ex Steve; Charlotte si scontra con la difficoltà di coronare i suoi sogni di maternità; e Samantha, contro ogni aspettativa, si innamora del suo capo, il magnate alberghiero Richard Wright.
La malinconia compenetra vari episodi senza andare a discapito del coté glamour, in un capolavoro di commedia malinconica tanto simile alla vita che ci fa sentire le quattro eroine vicine come non mai. La realtà fa irruzione nel serial in maniera discreta ma decisa, e ha il volto di volta in volta del dolore (la morte della madre di Miranda, raro accenno alla dimensione familiare delle protagoniste), dell'ansia (il tumore di Steve), della fatalità (la gravidanza di Miranda), della tenerezza (la splendida, sincera e goffa gelosia di una Samantha neofita dell'amore), della tristezza (la crisi tra Carrie e Aidan e tra Charlotte e Trey), della frustrazione e della fragilità (gli sforzi di Charlotte di creare una famiglia).
I 18 episodi sono tutti gioiellini di eleganza, humour, intelligenza, emozioni e sintesi (ogni puntata presenta una sorprendente densità e varietà di avvenimenti).
Relazioni sentimentali complesse e instabili per una serie sempre più matura
Recensione
di Paola De Rosa
New York è sempre New York ed essere donne intelligenti e indipendenti in un mondo così pieno di possibilità è una risorsa che non ha prezzo. Ma il tempo passa anche per Carrie e le sue amiche, e la vita le mette davanti a scelte adulte, complesse, dolorose.
Nella terza stagione Sex and the City entra definitivamente nella maturità e nella consapevolezza. Il registro è sempre da commedia sofisticata, la spregiudicatezza sessuale non conosce tabù e le confidenze in tal senso sono libere da censura. Ma trama e relazioni fra i personaggi si fanno sempre più complesse e spesso drammatiche. Tanto che, ai fini dell'identificazione da parte dello spettatore, l'ambientazione fashion e la patina glamour passano quasi in secondo piano rispetto al realismo di sentimenti e situazioni.
Filo conduttore è la difficoltà di conciliare sete di indipendenza e inevitabile esigenza di stabilità, dilemma di tutti i rapporti sentimentali. Miranda va a convivere con Steve, ma la solidità solare di lui cozza con l'insicurezza e la fragilità di lei. Charlotte si innamora di Trey, medico di successo e mammone senza speranza; la vigilia delle nozze riserva una bella doccia fredda al suo romanticismo, ma le favole, si sa, devono armarsi di paraocchi per rincorrere un lieto fine. Samantha passa instancabile da un amante all'altro suscitando l'ira dei condòmini; bisogna attendere la quarta serie perché le sue gaudenti certezze vengano scalfite.
Carrie incontra Aidan, un designer di mobili in legno bello, forte, dolce e gentile. In una parola: troppo perfetto. E infatti lo "spettro" di Big torna ad aleggiare e la nostra protagonista si ritrova invischiata in un ménage à trois ad altissimo rischio...
La fine della stagione le coglie tutte al giro di boa della maturità, dell'insoddisfazione, della paura della solitudine. Cosa riserverà loro il futuro?
Aumenta l'introspezione psicologica e la profondità delle quattro amiche newyorkesi
Recensione
di Paola De Rosa
È rimasto un solo single senza paturnie in tutta Manhattan? Come riprendersi il prima possibile da una relazione finita male? Le donne sposate sono davvero così noiose? Perché gli uomini sono incapaci di impegnarsi? E le ventenni sono tenere sprovvedute da proteggere o temibili rivali da debellare? Questi e altri interrogativi di cuore e di letto percorrono i 18 episodi della seconda serie di Sex and the City. Se nella prima stagione le allegre scorribande sessuali la facevano da padrone, adesso l'esperienza dell'amore vero fa capolino sempre più spesso nella movimentata esistenza delle nostre quattro affascinanti e vulnerabili single. La spregiudicata Samantha tronca con l'amato ma microdotato James e si rigetta in un turbine di avventure, tra muscolosi personal trainer e arzilli settantenni. Miranda, delusissima dagli uomini, si innamora ricambiata del dolce barista Steve, ma differenze economiche e di stile di vita hanno il loro peso. Charlotte rincorre con ostinazione il matrimonio collezionando una serie di improbabili accompagnatori, tra i quali un attore e uno scatenato venticinquenne. Ma il filo conduttore è ancora una volta il tira e molla tra Carrie e Mr. Big: dopo aver cercato invano di dimenticarlo, la nostra eroina riallaccia la relazione. Ma dire "ti amo" a un uomo narciso ed egoista può avere un prezzo molto alto...
Rispetto alla prima stagione il serial si evolve sul piano dell'approfondimento psicologico. Le protagoniste si trasformano da stereotipi in persone e l'usanza di far parlare a volte i personaggi con lo sguardo fisso in macchina, stile reportage televisivo, lascia gradualmente il posto alla sola voce narrante di Carrie, più intima e familiare.
Il coinvolgimento emotivo e la tendenza all'identificazione da parte delle spettatrici lievitano. Non siete d'accordo? Provate a rivedervi l'ultima puntata, con una citazione da Come eravamo spassosa e struggente insieme. Proprio come la vita.
Prendete la New York gaudente e scintillante di fine anni Novanta. Quella del Village, di Park Avenue e della Quinta, tra inaugurazioni di mostre, party alla moda, boutique esclusive in cui fare incetta di scarpe Manolo Blanhik. E fate muovere in questo universo dorato quattro trentenni single benestanti e affermate, decise a vivere le relazioni con gli uomini in maniera indipendente, spregiudicata e, perché no, un tantino cinica. Il risultato è la prima stagione di Sex and the City, serie di culto andata in onda per la prima volta nel 1998 e seguita da altre cinque stagioni fino al 2004.
"Benvenuti nell"era dell"antinnocenza. Nessuno fa colazione da Tiffany e nessuno ha storie da ricordare. Facciamo colazione alle sette e abbiamo storie che cerchiamo di dimenticare il più in fretta possibile". Questa dichiarazione di Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker), la giornalista protagonista e voce narrante, marchia il primo episodio e rende il senso di un telefilm cui bastano dodici puntate per rivoluzionare forme, contenuti e stilemi della serialità su piccolo schermo. Come? Ritraendo con ironia, leggerezza e inusitata verosimiglianza psico-sociologica la confusione dei rapporti uomo-donna a fine millennio. Si va dalla rivalità fra single e sposate all"attrazione/repulsione per la maternità, passando in rassegna tutte le forme della sperimentazione sessuale: dall"autoerotismo (fantastici i vibratori rosa con orecchie da coniglietto...) alle "dimensioni" maschili fino al sesso orale, anale e a tre. Tutti argomenti sviscerati dalle quattro amiche con spensierata sincerità e disarmante nevrosi, spesso attorno al tavolo di un ristorante, in dialoghi che sono esilaranti e lucide autoanalisi e hanno il ritmo irriverente della screwball comedy anni Trenta aggiornata all"odierna mancanza di peli sulla lingua.
Ce la faranno Carrie e l"apparentemente cinica Miranda (Cynthia Nixon), l"irriducibile romantica Charlotte (Kristin Davis) e la mangiauomini Samantha (Kim Cattrall) a dimostrare che le donne possono godersela anche senza l"ormai estinto Principe Azzurro? Forse... A patto che non ci metta lo zampino l"amore, ospite sempre inopportuno quanto in fondo caldeggiato. Magari con le fattezze di Mr. Big, fascinoso magnate della finanza allergico, manco a dirlo, ai legami seri...
Forse sono i nostri errori a determinare il nostro destino. Senza quelli che senso avrebbe la nostra vita… Probabilmente se non cambiassimo mai strada non potremmo innamorarci, avere un figlio, essere cio' che siamo… del resto le stagioni cambiano, e così pure le città. La gente entra nella tua vita e poi ne esce, ma è confortante sapere che coloro che ami rimangono per sempre impressi nel tuo cuore.
Una frase di Carrie Bradshaw (94 episodi) (Sarah Jessica Parker) dalla serie Sex and the City
- a cura di ileana kitty
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