|
Ultimo aggiornamento domenica 24 marzo 2019
Claude e Marie sembrano ormai essersi rassegnati al matrimonio delle loro figlie con uomini di origini molto distanti dalla loro. Ma la loro tranquillità familiare viene messa ancora una volta a dura prova. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Non Sposate le mie Figlie 2 ha incassato 1,2 milioni di euro .
Passaggio in TV
sabato 21 settembre 2024 ore 19,15 su SKYCINEMACOMEDY
Non Sposate le mie Figlie 2 è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO NÌ
|
Claude e Marie Verneuil hanno fatto pace col fatto che le loro quattro figlie si sono sposate con uomini di culture molto diverse dalla loro: un musulmano, un cinese, un ebreo e un ivoriano. L'importante è che non debbano più viaggiare nelle terre dei consuoceri e possano starsene in pace a casa loro, tra mucche, patè d'oca e taglieri di formaggi. Ma cosa succederebbe se le quattro giovani coppie, scontente del clima discriminatorio nazionale, decidessero di trasferirsi altrove? Claude e Marie, di fronte a tale minaccia, capiscono di dover correre immediatamente ai ripari.
Tornano i Verneuil e i Koffi, capitanati da Christian Clavier e Pascal N'Zonzi, e torna la formula narrativa fortunatissima del primo film: la commedia della divisione e della riunione finale, parecchi cliché, risate di pancia e tutta una serie di giochi di parole che il doppiaggio non sempre arriva a tradurre.
Al centro, il politicamente corretto, concetto nato ambiguo, arma a doppio taglio, acrobazia di relativismo, controverso "esonimo" della nostra contemporaneità. Ma, allora, a cosa appellarsi? A quale dio votarsi (Qu'est ce-qu'on a encore fait au bon Dieu? è il titolo originale), da quale faro farsi illuminare il cammino sociale? Il regista De Chauveron, attraverso il personaggio di Verneiul, risponde come De Gaulle, con l'amor di patria ("Patriottismo è amare il proprio paese, nazionalismo è detestare quello degli altri").
Tra la mezza trentina di attori in scena, senza contare le discendenze, c'è, infatti, una protagonista assoluta, che è la Francia: sottoposta a processo dai suoi stessi cittadini, scandagliata da ogni punto di vista, minacciata di abbandono e tradimento, finirà per rivelarsi ancora una volta il migliore dei posti possibili, quello che li contiene tutti, nel nome della tolleranza e della polvere sotto il tappeto.
Si potrebbero appuntare molte cose, per esempio che non si esca da una certa classe sociale, tutta villone di campagne, uffici sovradimensionati e rassicuranti filiali bancarie di provincia (nella regione di Tour), ma bisogna saper guardare al lato positivo: Non sposate le mie figlie, specie in questo secondo volume, fa passare il suo messaggio d'integrazione in modo intelligente, ossia dandolo per assodato, anche se, come sappiamo, la realtà è più complicata di come la raccontano i film (per dirla con una battuta del film stesso).
Le difficoltà dell'accettazione del diverso e dello straniero da parte di Claude Verneuil non sono ormai differenti dalle difficoltà di ogni padre di famiglia di lasciar andare le figlie tra le braccia di un altro uomo, e le frecciatine sui paesi di origine, sui gusti alimentari e le idiosincrasie culturali non sono che pretesti per l'eterno battibecco tra suocero e genero. In fondo, non è un'affermazione da poco per un film che, se bisserà il successo del primo, parlerà a due decine di milioni di persone. Poi, certo, la commedia prima di tutto e allora ecco il profugo afghano sospettato fino all'ultimo di terrorismo da Verneuil, ma siamo nella farsa, esagerata, catartica, popolare.
Con l'introduzione del tema del matrimonio tra donne, Non sposate le mie figlie 2 si conferma infine un manuale di progressismo per il grande pubblico, ben intenzionato e simpaticone, allergico alle sfumature ma pronto all'autoconstatazione che i francesi sono strani, né più né meno di tutti gli altri.
NON SPOSATE LE MIE FIGLIE 2 disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €12,99 | |||
€9,99 | - |
"Qu-ce qu'on a encore fait au bon Dieu"(Philippe de Chauveron, che ha scritto il film con Guy Laurent, come per il primo film, il"Number One""Qu'on a fait au bon Dieu, che era del 2014, mentte questo segue cinque anni dopo-anche il cast è immutato, salvo un'aggiunta o meglio due aggiunte, new entries), presenta le quattro mogli e i rispettivi mariti"stranieri [...] Vai alla recensione »
Eterna come la faccia di Monsieur Verneuil (Christian Clavier), francese conservatore e sciovinista ma nel fondo generoso e illuminato, ormai d'obbligo in questo spin off. Philippe de Chauveron, scorretto quanto volete, è ottimista anche stavolta. Lontano dagli umori astiosi e deprimenti di reazionari come Zemmour, Houllebecq, ecc.
La scorrettezza politica fatta commedia aveva fatto staccare in Francia dodici milioni di biglietti. "Buon Dio, cosa ho fatto per meritarmi questo?" era il titolo originale: l'urlo di un genitore cattolico e conservatore (con forti simpatie per il generale Charles De Gaulle) che vede le sue tre figlie sposarsi malissimo. La prima sceglie un musulmano, la seconda un ebreo, la terza un cinese.
«La Francia è un paradiso popolato da persone che si credono all'Inferno» che è il nucleo di questo sequel che cavalca gli oltre 150 milioni di euro incassati dal primo film. I coniugi Verneuil, le cui figlie si erano sposate con uomini di origini e religioni diverse, si ritrovano alle prese con il desiderio, dei generi, di lasciare la Francia. Come impedirlo? Soggetto tirato per i capelli per 98 [...] Vai alla recensione »
Alla fine di Non sposate le mie figlie! i due coniugi Verneuil, Claude e Marie, chiudevano il film con una promessa alle (4) figlie: di fare il giro il mondo e visitare tutti i paesi di origine dei loro generi, dal Senegal a Israele, passando per l'Algeria e finendo in Cina. Come una serie televisiva senza soluzioni di continuità, esattamente da qui parte Non sposate le mie figlie! 2, sequel del fortunato [...] Vai alla recensione »
Monsieur Verneuil nel primo film ha dovuto accettare di buon grado i matrimoni "misti" delle quattro figlie, con altrettanti mariti: uno senegalese, uno cinese, uno algerino e uno ebreo. Il titolo originale della pochade (ma in Francia, dove si sfornano appellativi per ogni sottogenere di qualunque cosa, la chiamano "commedia etnica") era Qu'est-ce qu'on a fait au bon Dieu? che in questo sequel diventa [...] Vai alla recensione »