Titolo internazionale | The Mayor of Rione Sanità |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Mario Martone |
Attori | Francesco Di Leva, Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo Daniela Ioia, Giuseppe M. Gaudino, Gennaro Di Colandrea, Lucienne Perreca, Salvatore Presutto, Viviana Cangiano, Armando De Giulio, Raffaele Buonomo, Daniele Baselice, Morena Di Leva, Ernesto Mahieux, Domenico Esposito, Enzo Buonomo, Jorit Ciro Cerullo, Ralph P., Tommaso Buo, Mario Di Leva. |
Uscita | lunedì 30 settembre 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,19 su 28 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 ottobre 2019
Dall'omonimo spettacolo teatrale di Eduardo De Filippo. Il film ha ottenuto 7 candidature ai Nastri d'Argento, 4 candidature a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Il sindaco del rione Sanità ha incassato 428 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Napoli, oggi. Antonio Barracano "sistema le cose" e risolve problemi: gli "ignoranti" che non hanno santi in paradiso si rivolgono a lui perché interceda in loro favore e Barracano, soprannominato "il sindaco", si presta volentieri a fare da mediatore, sulla forza della sua reputazione e del timore che sa incutere anche nei malviventi più incalliti del rione Sanità. Uno dopo l'altro, gli si presentano due guappi che "si sono sparati" (quasi) per sbaglio, un padre di famiglia taglieggiato da un usuraio, e il figlio di un panettiere che ha diseredato la progenie. E il "sindaco" mette tutto (e tutti) a posto, esponendosi in prima persona, nel ricordo delle ingiustizie subìte da ragazzo, quando era vittima dell'"astuzia che si mangia l'ignoranza".
Mario Martone porta al cinema la messinscena di una delle più celebri pièce teatrali di Eduardo De Filippo, rappresentata in palcoscenico (e ora sul grande schermo) dal collettivo di attori indipendenti del NEST di San Giovanni a Teduccio, che agiscono sul territorio cercando di togliere i ragazzi dalla strada.
È perciò significativo che, rispetto all'interpretazione classica di Eduardo, questo Sindaco del rione Sanità sia più giovane (Francesco Di Leva ha 40 anni, Eduardo aveva scritto il testo a 60), e dunque più fisico, più carico di energia e di violenza trattenuta. Laddove Eduardo nei panni del sindaco era un esempio di pacata saggezza popolare, Di Leva ha il carisma di un rapper e il fisico di un bodyguard. Questo accentua (probabilmente volutamente) il rischio (errato) di una lettura in odore di camorra del personaggio di Antonio Barracano, rischio già affrontato da Eduardo fin dalla prima rappresentazione del Sindaco. Ma non c'è dubbio che l'eroe della vicenda sia ben lontano dall'essere un capomafia, anzi, è un paladino della giustizia: esercitata a modo suo, ma non contro la legge, che "è fatta bene", solo ha bisogno di un aiutino, in un quartiere degradato come il rione Sanità. Il Barracano di Di Leva è simile ai guappi che deve tenere a freno, ma ha avuto il coraggio di "ripulirsi" ed ergersi a paladino dei più deboli. I temi del Sindaco del rione Sanità restano molto attuali: l'ignoranza come "titolo di vendita" che rende i cittadini vulnerabili al sopruso; la lealtà e il tradimento; il libero arbitrio nel decidere da che parte schierarsi; la necessità di interrompere la catena delle vendette e della violenza; la capacità di essere un uomo che sa fare un passo indietro. Il tentativo di allargare la platea da teatrale a cinematografica è dunque lodevole, e Martone fa di tutto per dare respiro alla rappresentazione, aprendo porte e finestre, aggiungendo ambienti altri rispetto al salotto del sindaco di eduardiana memoria, lavorando su luce e movimento.
Ma l'impianto resta fortemente teatrale, con dialoghi serrati in napoletano stretto che, rispetto all'eloquio rallentato dalle pause strategiche di Eduardo, risulta talvolta difficile da gestire per lo spettatore. E nella "modernizzazione" del testo, peraltro molto fedele all'originale, si perdono alcune chicche: il famoso "tiretto" diventa il cassetto; il poetico "la vita si disperde" diventa il "gomorristico" "la vita si rispetta"; e una frase celeberrima come "ave ragione 'o cane" viene resa quel tanto meno antica da farci ripensare ad Eduardo con un pizzico di nostalgia.
Piove a Napoli e sull'Italia, mai così confusa, divisa, caricaturale. Servirebbe un po' di luce e Mario Martone torna a teatro per vederci più chiaro. Perché "il teatro è vivo quando si interroga sulla realtà". Un anno dopo il tour teatrale che ha riportato a nuovo splendore "Il sindaco del Rione Sanità", il regista napoletano ripete l'esperimento sul grande schermo volgendo in cinema la grammatica teatrale.
Con uno scarto che aggiorna un classico che non ha ancora finito di dire quello che ha da dire, Martone mette in scena un'altra rivoluzione in tre atti e conferma la sua anima 'teatrante', estesa progressivamente ad altri linguaggi e ad altre consapevolezze.
E negli anni quell'esperienza è diventata sapienza applicata al teatro e al cinema, all'opera lirica e alla direzione di teatri pubblici. Per la sua prima volta con Eduardo De Filippo, che aveva fatto di Napoli un mondo ideale per lo spettacolo e l'osservazione della natura umana, sceglie "Il sindaco del Rione Sanità" e raddoppia. Dalla pagina alla scena, dalla scena al cinema. Con l'aiuto di Luca De Filippo e del collettivo NEST - Napoli Est Teatro, ritorna alle origini e al cuore di quella libertà creativa che segnò la ricerca teatrale napoletana alla fine degli anni Sessanta.
Il protagonista è Antonio Barracano (Francesco Di Leva), 'uomo d'onore' che governa il quartiere e risponde a un proprio codice etico basato su una 'saggia' amministrazione della violenza. Ma la sua è la giustizia di un boss, impartita con il rispetto indotto dalla paura. Al suo fianco 'opera' Fabio Della Ragione (Roberto de Francesco), personaggio complementare e medico connivente incaricato di (ri)parare gli urti di quell'aberrante morale.
Venerato e temuto come un padrino, Barracano fa il buono e il cattivo tempo fino al giorno in cui incontra Arturo Santaniello (Massimiliano Gallo), ricco panettiere e arido padre che rinnega suo figlio. Il Barracano di De Filippo ha settantacinque anni, è "alto, asciutto e nerboruto". Frapponendosi tra stato e cittadino, tra padre e figlio, Barracano era per Eduardo l'incarnazione del mito del guappo, una vera e propria autorità per i suoi concittadini, un "raddrizzatore di torti" che nella visione dell'autore si trova al vertice di una gerarchia affondata nei vicoli di Napoli e nella sua struttura drammaturgica complessa e stratificata. Se il guappo di De Filippo è un uomo crepuscolare con una lunga carriera malavitosa alle spalle che esce di scena sfiancato più dai conflitti che dal proprio potere, il capo di quartiere di Martone non ha ancora quarant'anni e una vita breve davanti.
Come il suo protagonista, il film dovrebbe mantenere le promesse della pièce e scartare l'ambiguità dell'opera di De Filippo, che accoglie alcuni dei luoghi comuni della guapperia e sfrutta fino in fondo l'ambivalenza della figura del guappo giustiziere. Al leader carismatico che confonde il senso di protezione con la gestione violenta del territorio e monda i peccati del popolo napoletano morendo, succede un giovane uomo, anello di quel sistema di reciproci favori che unisce lo Stato corrotto e connivente alla camorra.
Alla commedia simbolica, che sublima per dare una precisa indicazione alla giustizia, subentra la commedia realistica. Per Martone non si tratta più del sacrificio di un vecchio in doppiopetto ma di un 'baby boss' di oggi, linfa vitale di clan pronti a tutto.
Nessuna espiazione per il sindaco di Martone, attento a separare il Bene dal Male perché l'ambiguità nuoce ai 'buoni' e favorisce la malavita. Senza stravolgere la commedia di De Filippo, il regista corregge la sua benevolenza, elemento costitutivo della materia drammatica e ulteriore complessità del testo, e osa un'operazione critica e interpretativa incarnando il testo in un mondo reale e drammaticamente vivo.
Posto (sempre) al centro del sistema criminale, Antonio Barracano secondo Martone germina riflessioni ed emozioni fuori dalle pagine di De Filippo, come già era accaduto con Goffredo Parise (L'odore del sangue) e Giacomo Leopardi (Il giovane favoloso).
In concorso a Venezia 76, Il sindaco del Rione Sanità si rinnova, affronta i conflitti del presente e agisce in una (precisa) dimensione politica che non resta che scoprire al cinema. Quello che già sappiamo, dopo la versione teatrale e la storia artistica di Martone, è che Il sindaco del Rione Sanità offrirà allo spettatore l'occasione di affrontare un'altra stagione del Bel Paese con occhio vigile e sguardo critico che vaglia ed elabora.
Dopo aver restituito al pubblico la singolarità dell'opera letteraria di Giacomo Leopardi, la musicalità della sua poesia e il movimento del suo pensiero, Martone sfida la lingua di Eduardo De Filippo donandogli altro sangue e altro suono. Sulle note rap di Ralph P si muove e si scuote anche la versione cinematografica che ha come grande protagonista Napoli, scena teatrale en plein air per De Filippo e per Martone. Una città disincantata, un purgatorio tra acqua e fuoco, tra Mediterraneo e Vesuvio, fatale alle grandi anime (Leopardi) come a quelle misere (Barracane). Osando sul piano formale, le immagini del trailer allontanano il dubbio di una pedissequa trasposizione e riconfermano la tenacia e la resistenza del cinema di Martone, che abbraccia il presente ma non si accontenta di subirlo passivamente.
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Mario Martone nel film “Il sindaco del rione Sanità” è rimasto fedele alla commedia in tre atti di Eduardo De Filippo, composta nel 1960. La sua trasposizione cinematografica è a cavallo tra teatro, cinema e fiction. Il sindaco, rispetto alla versione originale, è un quarantenne palestrato interpretato da Francesco Di Leva, già specializzatosi in storie [...] Vai alla recensione »
Il sindaco del rione Sanità di Eduardo è un’opera complessa e congegnata come un orologio svizzero dove ogni parte è collegata alle altre e tutte sono indispensabili al corretto funzionamento dell’intero meccanismo. La tragedia individuale è calata nel dramma sociale che a sua volta è veicolato da una storia ispirata ad un personaggio realmente [...] Vai alla recensione »
Temi tipici della commedia popolare del teatro napoletano, attinti a una lunga tradizione “macchiettistica” come la realtà di provincia demistificata e vivacemente popolana da un’angolazione grottesca, ricorrono con frequenza nel canovaccio dell’opera di Eduardo De Filippo incentrata sull’assunto di tematiche sociali quali elementi perturbatori di una condizione [...] Vai alla recensione »
Eduardo , ai giovani napoletani disse : fujtevenne ! Scappate via da Napoli ! Ovviamente un grido di dolore di un vecchio artista ormai disilluso rivolto a quella parte buona di generazione giovane che per poter vivere secondo begli ideali e buone competenze , non può rimanere in una città dal malessere stratificato , come la sua storia [...] Vai alla recensione »
Piece teatrale ben realizzata ma pleonastica, questa nuova versione de "Il sindaco del rione Sanità" di Martone. A volte la recitazione è (volutamente?) esagerata e sopra le righe, coi personaggi che rischiano di diventare la parodia di se stessi. Il ritmo è serrato e non concede un attimo di tregua, la trama coinvolge ma questa piece del fu Eduardo resta circoscritta [...] Vai alla recensione »
Sarà che non ho visto l'opera originale teatrale, e non posso rilevare differenze con essa, ma a me il film di Martone è piaciuto tanto. Riuscire a catturare l'attenzione dello spettatore per due ore, senza mai cali di tensione, è un'impresa non facile. Specie se il film si svolge quasi per intero al chiuso di quattro pareti, salvo brevi escursioni sul terrazzo di casa. [...] Vai alla recensione »
Ma scusa, i film stranieri non vengono doppiati? E allora faranno così. E come in tutti i doppiaggio si perderà moltissimo della forza autentica della voce originale dell'attore.
Film bellissimo, potente. Ho apprezzato innanzitutto la forza della recitazione di Di Leva, vero fuoriclasse, l'originalità dell'impianto teatrale che è un omaggio a De Filippo, il coraggio di proporre un film in dialetto napoletano, ovviamente coi sottotitoli, che è un omaggio a De Filippo, a Napoli e a un dialetto che come tutti gli altri dialetti sta scomparendo.
Si percepisce che è un’opera teatrale e a tratti sembra quasi di vederci il grande Eduardo. Il cinema nella sua grandezza rimpicciolisce quasi sempre un’opera teatrale ma forse proprio perchè un’opera teatrale già egregiamente svolta e più volte riproposta, gli attori l’hanno saputo interpretare. Io non avendola mai vista e non conoscendola sono stato preso dal film che mi ha a tratti anche coinvolto. [...] Vai alla recensione »
E' stato scritto e commentato tanto su questo film e quindi non aggiungo null'altro; valutazioni di larga massima condivisibili. Vorrei però utilizzare questo "social" per porre una domanda ed attendere una risposta. Ma come fa questo film (e tanti altri con la stessa caratteristica) a varcare i nostri confini "linguistici"? Mi chiedo, ma ad esempio: in Francia, [...] Vai alla recensione »
Antonio Barracano è definito “sindaco” perché riesce a vegliare sul Rione Sanità assieme al suo amico medicoFabio Della Ragione. Vi riesce con la capacità innata di chi sa distinguere tra carogne e brave persone e quando Rafiluccio, figlio del fornaio, gli si rivolge per comunicargli che sta per uccidere suo padre, Antonio decide d’intervenire per evitare [...] Vai alla recensione »
Dignitosa trasposizione cinematografica del regista Mario Martone di un'opera teatrale di Eduardo De Filippo e che ancora una volta concentra le sue idee artistiche evidenziando le malsane periferie del centro sud del nostro Paese, caratterizzate da mentalità e concetti sociali dal forte impatto. Buona prova degli attori soprattutto del giovane protagonista Francesco Di Leva, mentre lo stile [...] Vai alla recensione »
Grande villa con vista sul Golfo di Napoli. Tanto terreno intorno, l'immancabile piscina, i cani feroci che fanno la guardia. È la magione di campagna del "sindaco" del Rione Sanità, il riveritissimo don Antonio Barracano, che vi trascorre i mesi più caldi dell'anno. Lo conosciamo tutti, ovviamente, dal capolavoro teatrale di Eduardo De Filippo. La lettura che Mario Martone ne dà ora è, insieme, fedelissima [...] Vai alla recensione »
Eduardo è Eduardo, ovvero uno straordinario attore e uno dei drammaturghi massimi del teatro italiano. Mario Martone è Mario Martone: un ispirato uomo di spettacolo che - partito con vitalismo trasgressivo sui palcoscenici avanguardistici degli Anni 80 - si è costruito una carriera fra teatro e cinema all'insegna dell'ossimoro artistico, coniugando rigore intellettuale e passionalità, innovazione e [...] Vai alla recensione »
C'è qualcosa che non funziona in questo incontro tra due insigni autori napoletani, Mario Martone ed Eduardo De Filippo. Prima di tutto l'operazione stessa: è un film o un'opera teatrale in uscita libera? Adattando la commedia del 1960 di Eduardo su una specie di mammasantissima di quartiere che emette sentenze ufficiose e tiene tutti in regola, Martone sembra optare per una soluzione di mezzo.
"Il sindaco del rione Sanità" è un testo scritto per il teatro da Eduardo De Filippo nel lontano 1960. Mario Martone lo ha portato in scena due anni fa, attualizzandolo ai giorni nostri, e così restituendo perenne la divisione tra gente onesta, e gente in odore di camorra. Quest'anno, con la stessa compagnia teatrale, ne ha tratto un film, selezionato per la Mostra di Venezia.
Antonio Barracano è un boss che "sistema le cose" nella sua comunità. Quando il figlio di un panettiere gli annuncia di voler uccidere il padre che lo ha diseredato, decide di far riconciliare i due, nel ricordo delle ingiustizie subite da ragazzo. Il finale è sorprendente. Il percorso umano di un boss stufo delle logiche di violenza a cui deve il suo posto nel mondo, e quello parallelo di un commerciante [...] Vai alla recensione »
Chi non ha santi in paradiso si rivolge ad Antonio Barracano, detto il sindaco: scioglie a muso duro liti e faide del rione con metodi da boss ma anche con un suo senso della giustizia popolare, che tiene conto dell'ignoranza e della povertà come i tribunali non fanno. Bellissima trasposizione della celebre pièce di Eduardo De Filippo nelle Napoli che confina con Gomorra.
Se avete già visto "C'era una volta a Hollywood", "Il sindaco del rione Sanità" è il film da vedere questa settimana. Attenzione però, trattandosi di "evento" - sono i film che escono per qualche giorno sperando di fare notizia - sarà in sala solo da lunedì 30 settembre. Il testo teatrale di Eduardo De Filippo è più di una garanzia (non c'è dettaglio che non serva, non c'è frase che suoni falsa, o [...] Vai alla recensione »
Antonio Barracano: sindaco del rione Sanità, Napoli, Gomorra. Un camorrista come giudice di pace, arbitro di quartiere, legge fuori legge. L'aula del suo tribunale? Una villa abusiva, alla pendici del Vesuvio. Le udienze sono serratissime, sono incontri di dialettica. Fine, feroce. Sono esercizi d'ermeneutica in lingua bassa («ave ragione o' cane», sancisce dopo raffinato ragionamento, in seguito all'aggres [...] Vai alla recensione »
Non è la prima volta che Mario Martone porta al cinema i soggetti affrontati sul palcoscenico, e non è la prima volta che il progetto teatrale acquista sul grande schermo una fisicità che il teatro suggeriva con prepotenza. Così è ora per Il sindaco del Rione Sanità (in Concorso), nato dall'allestimento della commedia di Eduardo del 1960, ma adattato ai giorni nostri, alla criminalità dei giovani napoletani [...] Vai alla recensione »
Primo italiano in Concorso, "Il sindaco del rione Sanità" riporta Mario Martone al Lido un anno dopo il non troppo riuscito "Capri-Revolution", con risultati più soddisfacenti. Partendo dal testo teatrale omonimo di Eduardo, aggiornandolo ai giorni nostri, il regista napoletano mette in scena il suo cinema migliore: quello ibridato assieme al teatro, che è l'altro suo palcoscenico nevralgico.
Non rappresenta certo una novità, per Mario Martone, quella di misurarsi con il monumento De Filippo. Lo ha fatto sul palco, lo rifà ora per il grande schermo: il primo film italiano in Concorso è infatti la puntuale trasposizione dell'allestimento «Il sindaco del Rione Sanità» (pièce scritta dal grande Eduardo nel 1960), che il regista de «Il giovane favoloso» e «Capri Revolution» firmò un paio d'anni [...] Vai alla recensione »
Chi frequenta il mondo della Lirica è abituato ad assistere ad allestimenti dei titoli del repertorio che, per diverse ragioni comprese tra le limitazioni del budget e l'eccentricità di registi particolarmente 'creativi', spostano l'epoca dell'azione raccontata nel libretto in epoche completamente diverse, con viva preferenza per la nostra tormentata attualità.
Antonio Barracano è un boss che "governa" più con la saggezza e la persuasione - anche se la pistola non manca né a lui né a i suoi - il suo territorio, ovvero il rione Sanità, nel cuore di Napoli, di cui è soprannominato "il sindaco" («quando si parla di Barracano, bocca chiusa e cappello a terra»). Nella sua casa di campagna, alle pendici del Vesuvio, in compagnia della famiglia e dell'apparentemente [...] Vai alla recensione »
A un anno di distanza da Capri - Revolution Martone torna in concorso con l'adattamento cinematografico di un suo spettacolo del 2017, Il sindaco del rione Sanità da Eduardo ed è la prima volta che si cimenta nella ripresa di uno spettacolo in set "realistici", trasformato quindi in film ma senza nascondere i tratti di teatro filmato. La villa del sindaco diventa anche uno dei luoghi di reclusione, [...] Vai alla recensione »
Antonio Barracano è diventato il protagonista di una puntata di Gomorra serie tv con tanto di napoletano sottotitolato, qualche parolaccia, casa con i soliti mobili pacchiani laccati oro e il sacro culto della famiglia. Ha una palestra in casa, un dottore personale pronto a volare negli Stati Uniti e gli piace indossare un cravattino blu elettrico su camicia nera da cui si evince una certa esuberanza [...] Vai alla recensione »
E' sbarcato al Lido il primo tra i film italiani in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno: "Il sindaco del Rione Sanità" di Mario Martone, trasposizione cinematografica di un testo di Eduardo De Filippo scritto sessant'anni fa ma con ancora molto da dire. Il regista aveva già messo in scena quest'opera a teatro e ha scelto di conservare i medesimi attori per il grande schermo.
Ci siamo sempre chiesti perché in Italia non ci sia mai stato nulla di equivalente al grande cinema processuale americano. Poi abbiamo visto Il sindaco del rione Sanità, il magnifico film che Mario Martone ha tratto dall'opera di Eduardo dopo averla messa in scena a teatro con i giovani attori del NEST di San Giovanni a Teduccio, periferia di Napoli, e di colpo abbiamo capito.
Eduardo De Filippo secondo Mario Martone. Prima o poi il trapasso tra palco e schermo doveva avvenire. Ed è meglio che a trattare Il sindaco del rione Sanità, in Concorso a Venezia 76, stesso titolo, stessa identica trama con "qualche piccolo taglio", sia stato uno dei più importanti e lucidi registi italiani contemporanei. Un signor artista che a chi gli chiede perché ha usato, in parte, attori teatrali [...] Vai alla recensione »
Antonio Barracano, uomo d'onore che sa distinguere tra gente per bene e gente carogna, è 'Il Sindaco' del Rione Sanità. Con la sua carismatica influenza e l'aiuto dell'amico medico amministra la giustizia secondo suoi personali criteri, al di fuori dello Stato e al di sopra delle parti. Chi 'tiene santi' va in Paradiso e chi non ne ha va da Don Antonio, questa è la regola.
Che senso ha oggi riportare in scena, via cinema, Il sindaco del rione Sanità di Eduardo? Il primo, via teatro, ovvero il NEST di San Giovanni a Teduccio, punta a calare, ancorare quel testo nel qui e ora napoletano, attraverso un gruppo di giovani attori indipendenti in cui spicca, nei panni di Antonio Barracano, Francesco Di Leva. Siamo qui nel territorio socio-antropologico, fine e mezzo di un'arte [...] Vai alla recensione »
Il palcoscenico ruota e volteggia, entra nello schermo e spacca la quarta parete, mai come qui Martone supera i limiti di cinema e teatro, più che nel magico inizio di Il giovane favoloso. Uno spazio-mondo, Napoli, cangiante nella luce di esterni e interni, e il Sindaco, Antonio Barracano, che elargisce la sua giustizia. Forse un capo-camorra o forse un angelo caduto secondo Eduardo, autore della commedia [...] Vai alla recensione »
Ma chi è davvero Antonio Barracano? Per Eduardo De Filippo non è certo un camorrista. Sì, è un uomo che ha ucciso, ha corrotto testimoni, ha acquisito un prestigio e un potere che è in grado di esercitare con la forza e la coercizione. Ma non mira a fini personali, alla ricchezza e al sopruso. Barracano non taglieggia e non schiaccia. Anzi... Barracano è uno che fa giustizia a modo suo, che protegge [...] Vai alla recensione »
Dove le immagini non arrivano più, ecco che giungono in soccorso le parole. Dove falliscono la serialità e i neo-neorealismi, i tentativi di documento e la malavita ridotta a genere, le Gomorre e le Suburre, ecco Eduardo De Filippo incarnato in un film di Mario Martone, che prima ancora è stato uno spettacolo teatrale. Non uno spettacolo qualsiasi, ma la produzione di un collettivo (il Nest, Napoli [...] Vai alla recensione »
Un film-miracolo, all'ombra di Eduardo. "Il Sindaco Rione Sanità" di Mario Martone, oggi in concorso a Venezia, poteva essere una "ripresa" teatrale come tante altre, ed è invece puro e potente cinema . Uscirà per soli tre giorni dal 30 settembre al 2 ottobre, perché - in pura teoria - trasporta sullo schermo l'allestimento di Martone del 2017 su iniziativa del Nest, il giovane collettivo militante [...] Vai alla recensione »
Antonio Barracano boss di oggi rispettato e temuto pure dai suoi due feroci cani che nessuno può avvicinare possiede la difficile arte di saper riconoscere la «gente per bene» e «la gente carogna», per questo tutti si inchinano alla sua autorevolezza e quando c'è qualcosa, una lite, un contenzioso da risolvere nel quartiere è da lui che vanno a cercare la soluzione.
Le due Napoli anche se com'è noto c'è chi ne vede o se ne inventa altre mille e tre - si fronteggiano sulla panoplia filmica che contrassegna il miglior titolo di Martone insieme a «Morte di un matematico napoletano». Quella vivida e perbene e quella sordida e criminale, s'intende, delineate nella commedia di De Filippo «Il sindaco del rione Sanità» che il regista ha già allestito due anni orsono al [...] Vai alla recensione »