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Woody Harrelson: 'La nomination all'Oscar? Sono bastati 8 minuti'

L'attore si racconta e rivela a MYmovies.it due divertenti aneddoti sulla mamma e... sulla scena che gli è valsa l'attenzione dell'Academy. Ora al cinema con Solo: A Star Wars Story.
di Claudia Catalli

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Woody Harrelson (Woodrow Tracy Harrelson) (63 anni) 23 luglio 1961, Midland (Texas - USA) - Leone. Interpreta Beckett nel film di Ron Howard Solo: A Star Wars Story.
giovedì 24 maggio 2018 - Incontri

Aveva sedici anni quando uscì nelle sale il primo Star Wars. Se lo ricorda bene, lo commenta come "un evento sensazionale". Non avrebbe mai immaginato di potersi ritrovare nel nuovo capitolo della saga cinematografica, quel Solo: A Star Wars Story (guarda la video recensione) presentato in anteprima alla 71 edizione del Festival di Cannes e da oggi nelle sale. Lo confida a MYmovies.it sgranando gli occhi più espressivi che mai Woody Harrelson, classe 61, veterano dell'arte della recitazione e candidato all'Oscar per la performance mozzafiato in Tre manifesti a Ebbing. La sua voce è più cavernicola del solito, impastata dalla mattina, dal jet leg e da un curioso mix di frutta e alga spirulina che trangugia senza sosta mentre parla.

"Star Wars è molto più di un film, lo è sempre stato. Ha cresciuto intere generazioni di ragazzi. Me, ad esempio. Ricordo che vivevo in Ohio, ero pieno dei pupazzi di Star Wars - racconta l'attore texano che nel nuovo capitolo veste i panni del mentore di Han Solo, Tobias Beckett - Forse la chiave del successo stava nel raccontare un mondo unico e surreale che per tutti noi di colpo diventò reale. E puff, oggi mi ritrovo nel nuovo capitolo. Strana la vita".

Si è mai identificato con uno dei personaggi?
Adoravo Han Solo. La prima volta che l'ho visto sullo schermo ho detto: "Madonna, ma chi è questo tipo pazzesco?". Era anche un grande ruolo, Harrison Ford gli deve molto e Alden Ehrenreich non lo farà rimpiangere. Mi è sembrato un tipo sveglio, in gamba, talentuoso: non deluderà i fan della saga.

Nella sua carriera ha lavorato con autori di tutto rispetto, da Oliver Stone a Micheal Cimino. Oggi come trova un equilibrio tra blockbuster come questo - o Venom in cui sarà il serial killer Carange - e film più autoriali come Tre manifesti a Ebbing?
Fare cinema indipendente è una passione che non mi passa, anche se nel 99.9% si tratta di opere che non vedrà nessuno, per quanto interessanti. Non parlerei di equilibrio... Non saprei. Forse sto solo facendo troppi film, chissà.


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Woody Harrelson in una scena del film Solo: A Star Wars Story.
Woody Harrelson in una scena del film Solo: A Star Wars Story.
Woody Harrelson in una scena del film Solo: A Star Wars Story.

Abbiamo tutti in mente la sua scena clou di Tre manifesti a Ebbing, con quella lettera che è rimasta memorabile.
Ah, la lettera? (ride, ndr). La cosa divertente è che quel giorno ero con un mio caro amico del Kentucky che mi ha accompagnato anche a Cannes, sbagliando tra l'altro passaporto - ma questa è un'altra storia. Dicevo, ero con Joe - Joe si chiama, non Robert? Non importa, mi scusi, è il jet leg, il mio cervello va e viene e... vabbè - insomma, le dicevo, arrivo sul set e mi danno questa lettera. Leggi, mi dicono. La leggo, e otto minuti dopo avevo finito. Tutto qua. Si aspettava qualcosa di epico? Non c'è.

Da non crederci: avete fatto una sola ripresa?
Sì, al massimo due. Otto minuti per una scena che mi è valsa la nomination all'Oscar. Non fa ridere?

Abbastanza. Ma si rendeva conto di quanto fosse di valore il film, mentre lo girava?
Martin McDonagh è l'erede dei fratelli Coen, un grandissimo filmaker. Lo stimavamo, ma a dire il vero ci siamo resi tutti conto di che capolavoro incredibile fosse quel film solo quando l'abbiamo visto tutto finito e montato. Io sono rimasto stupefatto, senza parole. Alla Mostra del Cinema di Venezia lo abbiamo rivisto tutti quanti insieme... e chi se la scorda più quell'emozione.

È fiero della longevità della sua carriera, tra grande cinema ed esperienze televisive d'eccezione come True Detective?
Io abbastanza, mia madre molto meno. L'altro giorno, sconsolata, mi ha detto: "Ehi Woody, ma com'è che negli ultimi film muori sempre? Se muori anche in Solo: A Star Wars Story, giuro, non lo vado a vedere". Ovviamente non riveliamo il finale, però non ci avevo mai pensato prima. Muoio spesso, nei film. Forse sono troppo per questo mondo. Lei che dice?

Non ne ho idea, però per finta 'muore' in maniere memorabili. Finita la promozione di Star Wars a cosa pensa di dedicarsi?
A una bella vacanza, mi ci vuole. Però lei scriva che mi dedicherò alla promozione di un altro film, che ho girato io personalmente: Lost in London. Per quello non avrò gli uffici stampa Disney ad aiutarmi a pubblicizzarlo, quindi ragazzi dovete aiutarmi, passate parola.

Basta che non ci muore anche in quel film.
In quel film interpreto me stesso... Quindi no, per il momento sono ancora vivo direi. Spero.


RECENSIONE

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