Un racconto convenzionale che non affonda mai le mani (e nemmeno il cuore) nella mitologia spaziale. Recensione di Marzia Gandolfi, legge Lorenzo Frediani.
di A cura della redazione
Tempi duri per la Galassia, forze oscure minacciano la Repubblica. Ma Ian, ancora troppo giovane per occuparsi delle cause dei grandi, desidera solo pilotare una nave spaziale e sfuggire l'oppressione con Qi'ra, la ragazza che ama.
Pratica rischiosa quella degli spin-off, che devono rassicurare l'esercito di fan della saga di Lucas.
E dopo Abrams, Edwards e Johnson, è la volta di Ron Howard. Privo di qualsiasi spinta epica, Solo (guarda la video recensione) è un blockbuster convenzionale che non affonda mai le mani (e nemmeno il cuore) nella mitologia spaziale in cui hanno pescato con estro i predecessori.
Howard si limita a perpetuare un cinema d'avventura che trastulla lo spettatore invece di imbarcarlo nel mito. Privo di invenzioni formali, questo western intergalattico manca la magia dell'origine e delle origini di Ian.
In occasione dell'uscita di Solo: A Star Wars Story (guarda la video recensione), Lorenzo Frediani interpreta la recensione di Marzia Gandolfi.