Titolo originale | Al tishkechi Oti |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Israele, Francia, Germania |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Ram Nehari |
Attori | Moon Shavit, Nitai Gvirtz, Eilam Wolman, Rona Lipaz-Michael, Lee Everett Tal Berkovich, Carmel Beto, Tom Yaar. |
Uscita | giovedì 15 novembre 2018 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,26 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 novembre 2018
Una ragazza anoressica e uno squinternato suonatore di tuba si conoscono e si innamorano: ma il futuro non può essere roseo. Il film è stato premiato a Torino Film Festival, In Italia al Box Office Non Dimenticarmi - Don'T Forget Me ha incassato 4,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Tom, anoressica e cinica, è ricoverata in una clinica per disturbi alimentari. Neil, psicotico e sensibile, va e viene da un ospedale psichiatrico. Lei nasconde il cibo e cerca di evadere, lui compra una tuba nuova e cerca un gruppo in cui suonarla. Diplomato al conservatorio di Amsterdam, dove è cresciuto, Neil incontra Tom durante una visita fortuita, fanno sesso sbrigativo, fuggono dalla finestra ed errano senza meta per le strade di Tel Aviv. Neil vorrebbe portare Tom in torunée a Berlino, Tom invita Neil a cena dai suoi. Ma la cena si rivela un errore e i due ragazzi cercano rifugio nei loro deliri. Chiusi dal di dentro ma insieme. A loro modo.
Un giovane autore di cui non sappiamo niente, due attori sconosciuti, un debutto arrivato da Israele e ottantasette minuti dopo il sentimento euforizzante di aver assistito a un piccolo prodigio.
Opera prima di Ram Nehari, Don’t Forget Me è il singolare incontro di un candido e di una narcisista. È una commedia nera abitata da due protagonisti decisamente folli e naturalmente comici, sganciati dall’altro, alla deriva, privi di riferimenti ideali e simbolici che non siano il godimento del vuoto (Tom) o il vagheggiamento della follia (Neil).
Dentro e fuori da luoghi senza scampo, le cliniche in cui annaspano le rispettive esistenze, Tom e Neil finiscono per incontrarsi e perfino innamorarsi. Innamorarsi tra le “traslucide idee della grande follia”. Tom domanda all’imprudente Neil di portarla via e Neil lo fa davvero. Prima sbalordito, poi perduto d’amore per quella creatura tirata come un arco. Perché per Tom il mondo si riduce alla superficie liscia e asettica dello specchio, la sua passione è una passione di inconsistenza, la sua ambizione farsi identica alla sua immagine ideale. Non sente ragione Tom, non sente emozione, solo la spinta di una pulsione: governare il corpo, controllare i suoi appetiti caotici.
Tom e Neil non hanno niente da fare insieme ma si ritrovano per caso sullo stesso palcoscenico di sopravvivenza da cui il regista li osserva. Due personaggi perfettamente opposti che hanno disertato la ‘tavola’ dei padri e delle madri radicalmente sioniste e vegane. Due anime sprangate che si schiudono in una corrispondenza (quasi) priva di corpo, dentro una commedia che approccia soggetti grevi con humour acido. La dolcezza e la sensualità emergono poi inavvertitamente come nel piano frontale che li affianca e li allaccia in una promessa di matrimonio e di un pranzo nuziale bianco, in cui mangiare il niente. Moon Shavit e Nitai Gvirtz incarnano con insolenza isterica (lei) con fissità (medi)orientale (lui), la melanconica tossicomania di un disagio condiviso, volgendo nel tempo di una fuga l’appetito di morte in appello d’amore.
Neil ha un disturbo del comportamento, mentre Tom soffre di anoressia: la loro difficoltà sta nell'aprirsi al mondo, nascondendo o vergognandosi del loro disagio. Il loro incontro fortuito gli permetterà di aprirsi l'uno con l'altro per superare le loro difficoltà. Lo sguardo piano di Ram Nehari, esordiente alla regia, si posa su due disturbi psicologici diffusi a cui si dà forse poca importanza rispetto [...] Vai alla recensione »