riccardo
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venerdì 16 febbraio 2018
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uno dei migliori film del 2017 ed inizio 2018
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Non sono per nulla d'accordo. In tanto non capisco come si possa parlare di operazione di marketing quando il film è a basso costo (è stato realizzato con 4 milioni di euro) e nel mentre nelle sale imperversano i vari Jumanji, Cinecomics e commedie da 4 soldi made in italy sugli ennesimi e fastidiosissimi stereotipi italiani. Detto questo spero tu non ti riferisca alla tematica del film trattato, che per altro è quello dell'amore. Non trovo il marketing da nessuna parte. Ah si, pubblicizza la regione Lombardia che per altro ha sponsorizzato il film e ha fatto molto bene. Sembra quasi una regione da fiaba con questo film. E son felice per loro.
Un film come quello di Guadagnino, sebbene non sia classificabile (per fortuna mi verrebbe da dire) tra i film a produzione italiana, è una perla rara del cinema di nicchia che grazie al clamore degli oscar e degli innumerevoli premi e sta avendo un successo meritato.
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Non sono per nulla d'accordo. In tanto non capisco come si possa parlare di operazione di marketing quando il film è a basso costo (è stato realizzato con 4 milioni di euro) e nel mentre nelle sale imperversano i vari Jumanji, Cinecomics e commedie da 4 soldi made in italy sugli ennesimi e fastidiosissimi stereotipi italiani. Detto questo spero tu non ti riferisca alla tematica del film trattato, che per altro è quello dell'amore. Non trovo il marketing da nessuna parte. Ah si, pubblicizza la regione Lombardia che per altro ha sponsorizzato il film e ha fatto molto bene. Sembra quasi una regione da fiaba con questo film. E son felice per loro.
Un film come quello di Guadagnino, sebbene non sia classificabile (per fortuna mi verrebbe da dire) tra i film a produzione italiana, è una perla rara del cinema di nicchia che grazie al clamore degli oscar e degli innumerevoli premi e sta avendo un successo meritato.
Non sto qui a discutere sul bello o brutto, io personalmente l'ho trovato un piccolo gioello. Mi spiace leggere brutte parole come "difficile innamorarsene", parecchie persone sono tornate al cinema più di una volta.. Tu scrivi il "dramma finale vive di troppa efansi", e io ti ricordo che il protagonista ha solo 17 anni ed è al suo primo innamoramento. Lo hai visto il film? Dici che "il discorso finale del padre è finto e stucchevole", perchè dimostra un apertura mentale da fare invidia? Se tu avessi ascoltato davvero quello che ha da dire il padre come minimo ti saresti posta il dubbio che probabilmente il padre ha quasi vissuto una esperienza simile al figlio durante la gioventù. Ma purtroppo non ha avuto il coraggio e per questo "invidia" Elio e fa quel bellissimo discorso. Per me il tuo commento Eva sembra dimostrare solo il disprezzo verso una classe borghese a cui rivolgi le tue patetiche accuse, o verso chi prova dei puri sentimenti che è ancora più triste. Di questo film non hai capito nulla. Stai a casa.
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(di mircalla74)
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lola mars
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giovedì 15 febbraio 2018
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una noia mortale
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Rievocando i registi a lui più cari, Guadagnino ha voluto trasformare la Lombardia in un pezzo di gloriosa Inghilterra: paesini pittoreschi immersi in una campagna estiva sofficemente sonnolenta, prati verdi a perdersi, niente mare ma fiumi e specchi d'acqua in puro stile anglosassone, e il quadro di un'aristocrazia mix-europea senza tempo. Di sottofondo, note di musica classica in un'ambientazione che risulta allo stesso modo retrò, seppur collocata in un precisa epoca moderna. Nonostante tutti gli sforzi di rincorrere una Bellezza manierista, il film risulta piatto e noioso come i suoi protagonisti, anch'essi scialbi e senza passione. Per non parlare dell'assitente americano, il quale risulta persino antipatico.
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Rievocando i registi a lui più cari, Guadagnino ha voluto trasformare la Lombardia in un pezzo di gloriosa Inghilterra: paesini pittoreschi immersi in una campagna estiva sofficemente sonnolenta, prati verdi a perdersi, niente mare ma fiumi e specchi d'acqua in puro stile anglosassone, e il quadro di un'aristocrazia mix-europea senza tempo. Di sottofondo, note di musica classica in un'ambientazione che risulta allo stesso modo retrò, seppur collocata in un precisa epoca moderna. Nonostante tutti gli sforzi di rincorrere una Bellezza manierista, il film risulta piatto e noioso come i suoi protagonisti, anch'essi scialbi e senza passione. Per non parlare dell'assitente americano, il quale risulta persino antipatico. Un'operazione cinematografica finemente costruita nel taglio fotografico ma agli effetti deludente, al contrario dei lungometraggi precedenti, dove il regista italiano era trionfalmente riuscito nel rendere al pubblico, tutto il gradevolissimo fascino delle fragilità e incertezze umane, omaggiando allo stesso tempo, il connubio con l'Arte figurativa, nel senso più alto del termine. Anche qui abbiamo un fanciullo che non vuole ballare più da solo, alle prese con la scoperta della propria consapevolezza sessuale, attraverso gli incontri col mondo esterno e l'emancipazione familiare, ma ahimè, non si tratta né di Bertolucci, nè tantomeno di reminiscenze Forsteriane, già egregiamente rappresentate al cinema.
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jackcinema
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giovedì 15 febbraio 2018
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specchi per le allodole
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Nel contesto borghese di una benestante famiglia ebrea della zona bresciana-bergamasca, la storia del rapporto tra due ragazzi, per i quali l’attrazione fisica diventa man mano consapevolezza di se’, e a farne maggiormente le spese e’ il giovanissimo e promettente rampollo della famiglia.
Sensazioni che io stesso ho vissuto, quelle della “scoperta”, della consapevolezza e della liberta’, e che hanno costituito anche nella mia vita la più bella, eccitante e segreta avventura che abbia mai provato.
E come in altri film a tema, mi ci sono parzialmente ritrovato.
E ho trovato in alcuni momenti un aspetto umano e psicologico credibile e veritiero.
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Nel contesto borghese di una benestante famiglia ebrea della zona bresciana-bergamasca, la storia del rapporto tra due ragazzi, per i quali l’attrazione fisica diventa man mano consapevolezza di se’, e a farne maggiormente le spese e’ il giovanissimo e promettente rampollo della famiglia.
Sensazioni che io stesso ho vissuto, quelle della “scoperta”, della consapevolezza e della liberta’, e che hanno costituito anche nella mia vita la più bella, eccitante e segreta avventura che abbia mai provato.
E come in altri film a tema, mi ci sono parzialmente ritrovato.
E ho trovato in alcuni momenti un aspetto umano e psicologico credibile e veritiero.
Ma nel complesso la sceneggiatura, dal ritmo inutilmente lento e con poco mordente, non rende giustizia al talento dei protagonisti e alla idea originaria.
Se da un lato l’ambientazione nelle campagne bresciane e sul lago di Garda, con annessi borghi storici, sorprende e ristora, dall’altro a risentirne e’ la mancata originalità di questo contesto: non è certo il primo film - e non sarà l’ultimo - a fare manleva sui “paradisi per pochi” del Bel Paese per avere un pretesto per trattare un tema ben più delicato della nostra architettura storica o dei nostri paesaggi.
Il bagno in una piscina di pietra, la villa dalla facciata pietra a vista, le corse nei boschi, e l’immancabile erotismo sul letto antico.
Qualcosa di (piacevolmente) già visto, come nel Bertolucci di “io ballo da sola” del ‘96.
E il tema della scoperta di se’, delle proprie emozioni, del fare i conti con la propria sessualità, del guardarsi allo specchio per non raccontarsi male, appare come qualcosa di elitario, come se la classe sociale più agiata potesse fornire strumenti in più per superare adolescenziali difficoltà, e il bellissimo discorso finale del padre di Elio ne da’ prova.
Un film nel complesso molto godibile, ricco di citazioni e di spunti culturali, dove arte e sensualità dominano la scena: secondo me una buona prova di regia di Guadagnino, ma troppo prevedibile e autoreferenziale, destinato a rimanere chiuso nella nicchia dei suoi fruitori, e soprattutto senza quella “spinta” e quella capacita rappresentativa in grado di coinvolgere le generazioni più giovani, che avrebbero bisogno di esempi come questi genitori, prima di essere loro stessi genitori.
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no_data
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mercoledì 14 febbraio 2018
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qualche fotogramma di troppo ma bello
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un film che a mio parere dovrebbero vedere tutti i 17enni di oggi
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stefanoconti
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mercoledì 14 febbraio 2018
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dal capolavoro di aciman
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Ho letto il testo di A. Aciman qualche anno fa e mi aveva colpito per i colori, quella quasi 'sospensione' della dimensione temporale nella narrazione in prima persona, dove a tutto ciò che é esterno corrisponde una risonanza interiore. Guadagnino ha realizzato un capolavoro, e dal punto di vista visivo e da quello narrativo. La storia si snoda con naturalezza, e il progressivo innamoramento ha i suoi tempi, i suoi primi piani, l'attenzione ai particolari, come nel testo di Aciman questa non é mai volgare, mai sopra le righe. La recitazione del giovane Chalamet merita la candidatura agli Oscar. Film che raccomando.
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umpos
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martedì 13 febbraio 2018
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bah ...
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Sono andato a vedere questo film, spinto dalle tante recensioni positive. Dovevo forse fare piú attenzione ai voti del pubblico, che mi sembra andare in altra direzione. In tre parole il mio giudizio complessivo potrebbe citare quello che disse Fantozzi a proposito de “La corazzata Potemkin”, ma vorrei articolare un po’ di piú questa mia critica. Andiamo per punti, e cominciamo dalla storia. E’ di una banalitá sconcertante, ammantata di omosessualitá giusto per renderla un po’ piú piccante. Ve la immaginate la stessa storia se fosse stata etero? Il nulla. La sceneggiatura, inutile scomodare mostri sacri evidentemente distratti, é da fotoromanzo.
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Sono andato a vedere questo film, spinto dalle tante recensioni positive. Dovevo forse fare piú attenzione ai voti del pubblico, che mi sembra andare in altra direzione. In tre parole il mio giudizio complessivo potrebbe citare quello che disse Fantozzi a proposito de “La corazzata Potemkin”, ma vorrei articolare un po’ di piú questa mia critica. Andiamo per punti, e cominciamo dalla storia. E’ di una banalitá sconcertante, ammantata di omosessualitá giusto per renderla un po’ piú piccante. Ve la immaginate la stessa storia se fosse stata etero? Il nulla. La sceneggiatura, inutile scomodare mostri sacri evidentemente distratti, é da fotoromanzo. Dialoghi sciatti, personaggi fuori ruolo, nessuno spessore psicologico, per me qui non si salva niente. Capitolo attori: in una storia d’amore, vogliamo mettercelo un minimo di fascino ? Non penso a grandi cose, mi accontento del minimo sindacale. Si salva solo il protagonista, Elio, che anche se efebico é fuori etá per il ruolo, ma che svetta sulla nullitá di tutti gli altri. Oliver, l’americano, é totalmente privo di fascino oltre che di una antipatia assoluta, e l’unico ruolo in cui lo vedrei bene é su una tavola da surf a cavalcare le onde. I genitori, che piú stupidi non potrebbero essere (e il monologo finale del padre non riesce a recuperare la situazione), le ragazze, insignificanti. Sinceramente non ricordo niente di particolare della colonna sonora, quindi innocua, senza infamia e senza lode, e a conti fatti nel giudizio negativo metto anche la fotografia, da molti lodata. E’ bella solo quando i oggetti sono belli (qualche paesaggio, la villa, le montagne) mentre cade rovinosamente in piú di una occasione. Niente di disastroso, ma neanche da osannare. A questo punto, che dire del regista che ha messo insieme questa cosa? Ha realizzato un lavoro noiosissimo (la palpebra ha provato in piú di una occasione ad abbassarsi), ricostruzione di quegli anni forzata, attori condotti male ... Per me, pollice verso.
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alessia
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martedì 13 febbraio 2018
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inguardabile
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luxlux
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martedì 13 febbraio 2018
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emozionante
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gigioncino
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lunedì 12 febbraio 2018
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pensavo peggio
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Dopo aver letto pareri controversi, mi sono deciso ad andare a vederlo. Condivido chi sottolinei la bontà di alcuni aspetti filmici tipo la fotografia, per il resto il film mi pare di una banalità a dir poco sconcertante. Manca assolutamente un qualsiasi coinvolgimento da parte dello spettatore in quanto innanzitutto i personaggi sono mal delineati ed assolutamente poco " approfonditi" ( non basta, per "redimerlo", l'apprezzabile dialogo del padre al figlio verso il finale. la scena migliore del film). Ci sono poi incongruenze quasi comiche tipo il personaggio dell'americano che viene in Italia e sembra uno del bergamasco... La pellicola insomma non mi ha emozionato e l'ho trovata invero alquanto noiosa, specie per essere una pellicola in odore di oscar.
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didino
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domenica 11 febbraio 2018
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uffa, che noia
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Il film mi ha molto annoiato. L'unica cosa che ho apprezzato è stato il dialogo finale tra padre e figlio. Quei pochi minuti andavano visti ed ascoltati con attenzione. Tutto il resto è... noia.
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