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thomas49
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martedì 13 marzo 2018
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se metti il sole al posto del colera...
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... ottieni Guadagnino al posto di Visconti. Tutto sembra perfetto: attori bravi, bella fotografia, un film che prende il tempo. Ma perché lascia il vuoto in bocca? Potrebbe andare avanti per ore, ma anche no. Consiglio di vederlo dopo la forma dell'acqua agli incondizionali. Sembrerà un capolavoro.
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palfi
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sabato 10 marzo 2018
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film che lascia il segno
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Film meraviglioso, uno dei più belli degli ultimi anni.
Poetico, delicato, emozionante, molto profondo ma trattato con leggerezza e grande senso estetico.
E' un film per giovani, ma soprattutto per genitori perchè pù che una storia d'amore gay (come è stato spesso etichettato), è, a mio parere, un film sul rapporto tra genitori e figli.
Ma è anche un film sull'amicizia e in generale sul rapporto tra le persone.
Il tutto raccontato con ritmi giusti, luci e atmosfere perfette, luoghi che sembrano dipinti e attori straordinari.
E' uno di quei film che lasciano il segno.
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salex72
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giovedì 8 marzo 2018
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above and beyond
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Una capolavoro. Le emozioni di Elio hanno vibrato in me. Ogni dettaglio del film contribuisce all'armonia magnifica dell'insieme. Un film che dovrebbero vedere tutti con la leggerezza d'animo di quando si ascolta una splendida canzone o si legge una sublime poesia.
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eri.pucc
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lunedì 5 marzo 2018
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orribile
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Il film vale ben poco neanche il costo di un caffè.
lo guardi e ti domandi perché sei li al cinema ad annoiarti a guardare il niente.
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silvanobersani
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lunedì 5 marzo 2018
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sceneggiatura !!!
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Sbaglio o qualcuno qui aveva detto che la sceneggiatura è brutta !?
Ma lo sanno che cosa è una sceneggiatura ???
Grazie, Maestro Jim Ivory!!!
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michelecamero
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lunedì 5 marzo 2018
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commento ad hal9001
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Mi trovo pienamente d'accordo con quanto rilevato da hal9001, se quanto da lui sospettato dovesse rivelarsi esatto. Sarebbe inutile votare la propria recensione, od il proprio commento, boicottando quelli degli altri. La cosa da apprezzare di questo sito è, a mio parere, la possibilità di parlare di cinema con altri appasionati (cosa non sempre possibile restando all'interno del giro delle proprie normali relazioni di amicizia, o di famiglia, o anche solo di conoscenza), oltre al piacere della scrittura che, di per se, è un piacere enorme. Avere condivisione o meno ai propri rilievi su un fiulm visto è relativo. Non si può imporre agli altri, forzatamente, il proprio punto di vista, la propria sensibilità, il proprio bagaglio culturale.
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Mi trovo pienamente d'accordo con quanto rilevato da hal9001, se quanto da lui sospettato dovesse rivelarsi esatto. Sarebbe inutile votare la propria recensione, od il proprio commento, boicottando quelli degli altri. La cosa da apprezzare di questo sito è, a mio parere, la possibilità di parlare di cinema con altri appasionati (cosa non sempre possibile restando all'interno del giro delle proprie normali relazioni di amicizia, o di famiglia, o anche solo di conoscenza), oltre al piacere della scrittura che, di per se, è un piacere enorme. Avere condivisione o meno ai propri rilievi su un fiulm visto è relativo. Non si può imporre agli altri, forzatamente, il proprio punto di vista, la propria sensibilità, il proprio bagaglio culturale. Personalmente tovo piacevole leggere quanto scrivono gli altri, per scoprire a volte, dettagli e punti di vista che mi erano sfuggiti. IInsomma questa non è una gara, e se lo è, non ha comunque un vincitore, men che mai un vincitore che abbia bleffato.
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nicola
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domenica 4 marzo 2018
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tanto banale e noioso
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È talmente banale che sul vocabolario lo hanno messo alla voce banalità.
Se vincesse un Oscar sarebbe chiaro che non è certo per la bellezza e la bravura, molto meglio vedersi Sapore di mare che almeno diverte
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michelecamero
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domenica 4 marzo 2018
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un film che viene da lontano, dal mondo classico.
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Potrebbe definirsi “di formazione” se ci riferissimo al libro da cui è tratto il film che è ambientato in Italia, in una splendida casa della campagna lombarda, dove vive, almeno periodicamente, una famiglia borghese ebrea, padre professore, madre donna solare, amorevole, dotta, affascinante e figlio diciassettenne con interessi nella lettura e nella musica. Intellettuale e plurilingue, questa famiglia che annovera amicizie diverse senza porsi limiti di alcun genere, né politici, né sociali, né tanto meno provenienti dalla morale comune, è solita ospitare nella bella stagione uno studente americano diverso ad ogni estate, impegnato nel suo dottorato di ricerca, cui il professore farà da tutor.
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Potrebbe definirsi “di formazione” se ci riferissimo al libro da cui è tratto il film che è ambientato in Italia, in una splendida casa della campagna lombarda, dove vive, almeno periodicamente, una famiglia borghese ebrea, padre professore, madre donna solare, amorevole, dotta, affascinante e figlio diciassettenne con interessi nella lettura e nella musica. Intellettuale e plurilingue, questa famiglia che annovera amicizie diverse senza porsi limiti di alcun genere, né politici, né sociali, né tanto meno provenienti dalla morale comune, è solita ospitare nella bella stagione uno studente americano diverso ad ogni estate, impegnato nel suo dottorato di ricerca, cui il professore farà da tutor. Ci viene raccontata l’estate del 1983 quando ad essere ospitato è uno studente ventiquattrenne di cui si innamorerà il giovane rampollo di casa ancora alla ricerca della propria identità sessuale. E’ dunque una storia di innamoramento progressivo ma potente, di amore forte che si sviluppa nella relazione tra i due, una storia di sentimento, sensuale, delicata, anche di sesso e dolorosa per il senso di solitudine ed abbandono che lascerà in Elio, la partenza di Oliver. Una storia che ancora una volta apre lo scenario della mancanza di vincoli al sentimento più alto, meno che mai da quelli provenienti dal vincolo della eterosessualità. Una matrice classica che potrebbe far definire il film, da parte di alcuni, manieristico e fine a se stesso. Sarebbe tuttavia un giudizio inesatto e non onesto nei confronti delle intenzioni del film stesso che in fondo vuole introdurci al concetto di amore e bellezza, seguendo appunto l’insegnamento dei classici, ma anche di dolore, quello che sovente siincontra nelle storie d'amore, Non a caso tra le cose più belle della pellicola mi sensto di indicare il dialogo tra padre e figlio verso la fine. Da annoverare anche la presenza di questo giovane attore che interpreta Elio, del quale credo sentiremo parlare ancora nei prossimi anni.
michelecamero
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[+] l'amore al di là di ogni barriera.
(di rigel1938)
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cate_rina
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venerdì 2 marzo 2018
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la pura bellezza
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Ho avuto il piacere di assistere alla proiezione di questo film al Festival di Berlino 2017.
A fine proiezione, la sala, gremita di appassionati di cinema mescolati ad addetti ai lavori, tutta in piedi ad applaudire .
Un anno dopo in Italia leggo più critiche che elogi.
Vado a rivedere il film (in lingua originale perchè il doppiaggio come sappiamo modifica totalmente la percezione), confermo la mia opinione.
Si tratta di un'opera d'arte totale.
I colori, le atmosfere, il paesaggio, sembrano dipinti con maestria da un pennello esperto, il che può destare emozioni oppure no ma è pur sempre di arte che si parla.
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Ho avuto il piacere di assistere alla proiezione di questo film al Festival di Berlino 2017.
A fine proiezione, la sala, gremita di appassionati di cinema mescolati ad addetti ai lavori, tutta in piedi ad applaudire .
Un anno dopo in Italia leggo più critiche che elogi.
Vado a rivedere il film (in lingua originale perchè il doppiaggio come sappiamo modifica totalmente la percezione), confermo la mia opinione.
Si tratta di un'opera d'arte totale.
I colori, le atmosfere, il paesaggio, sembrano dipinti con maestria da un pennello esperto, il che può destare emozioni oppure no ma è pur sempre di arte che si parla.
All'interno di queste atmosfere, i due protagonisti: attori perfetti per la parte perchè rispecchiano uno la bellezza vergine e pulita, affamata di sapere di ogni tipo, l'altro la bellezza dettata dai canoni estetici antichi. Perfetto nelle proporzioni e nelle forme.
La musica accompagna egregiamente il susseguirsi delle vicende, come se si stesse assistendo ad un balletto classico i cui protagonisti sono i personaggi, a volte pittoreschi (persino Mafalda con le sue poche battute è perfettamente delineata) , che continuamente si incrociano ed hanno un forte impatto emotivo gli uni su gli altri.
Di arte si parla durante tutto il film, musica, letture di livello, dibattiti sull'arte ed il tema principale che è appunto la bellezza classica .
"La natura ha metodi ingegnosi per scavare il nostro punto debole." E' questo che il padre di Elio dice al figlio per parlare di quello che gli stava accadendo.
Un dialogo, quasi monologo, che resta impresso nella mente di chi lo ascolta.
La nascita di questo sentimento puro, è scandita da ciò che li circonda,dalla natura appunto, in special modo l'acqua che diventa un testimone vivo.
La splendida vasca (costruzione scenografica impeccabile), è inizialmente il loro punto d'incontro, lì dove tutto è fermo e l'acqua è intrappolata i due sono bloccati allo stesso modo nei loro sentimenti che non riescono ad esprimere.
Il mare (in cui sono estasiati per il ritrovamento della statua ed è come se si vedessero ora per la prima volta) ed il fiume (luogo di libertà totale per Elio) li accompagnano con il loro scorrere ed il loro respiro, verso l'evolversi della loro passione.
Infine le cascate sono l'espressione pura del vortice che li ha travolti.
Una celebrazione dell'amore, quello puro e spontaneo che solo una volta nella vita può dirsi tale.
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kostanzo
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giovedì 1 marzo 2018
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merita l'oscar. alla banalità
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Location rustica, ma posticcia. Famiglia politicamente corretta, ma insopportabile. Ambiente poliglotta, internazionale, ma democraticamente snob. Accattivante Italia dei borghi, ma ridotta a macchietta. E non mi spingo oltre...Roba da Mulino Bianco, ma con pretese intellettualistiche. Altri spettatori prima di me hanno sottolineato le contraddizioni, le incongruenze di questo interminabile fotoromanzo (due ore e un quarto).
Non so se questo film sia l'Italia vista da Guadagnino, quasi certamente è quella immaginata da Jeremy Irons.
Intellettuali in magione antica, personale di servizio indigeno ..servile e un po' troglodita, osteria per avvinazzati giocatori di carte, un vecchio pullman da paese, qualche signora (sempre la stessa?) che entra nel negozio da una via deserta .
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Location rustica, ma posticcia. Famiglia politicamente corretta, ma insopportabile. Ambiente poliglotta, internazionale, ma democraticamente snob. Accattivante Italia dei borghi, ma ridotta a macchietta. E non mi spingo oltre...Roba da Mulino Bianco, ma con pretese intellettualistiche. Altri spettatori prima di me hanno sottolineato le contraddizioni, le incongruenze di questo interminabile fotoromanzo (due ore e un quarto).
Non so se questo film sia l'Italia vista da Guadagnino, quasi certamente è quella immaginata da Jeremy Irons.
Intellettuali in magione antica, personale di servizio indigeno ..servile e un po' troglodita, osteria per avvinazzati giocatori di carte, un vecchio pullman da paese, qualche signora (sempre la stessa?) che entra nel negozio da una via deserta .. E intanto i due signorini da grand tour pedalicchiano , amoreggiano, discettano, illanguidiscono, soffrono, si separano nell'affetto e nella vita.. Insomma, senza essere gay o omofobi, due palle!
E' vero che la sceneggiatura è tratta da un libro, ma tutto è già visto, prevedibile, scontato. Come la foto levigata, le inquadrature struggenti. Sì, merita l'Oscar. Alla banalità.
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