|
venerdì 26 gennaio 2018
|
intenso, da oscar!
|
|
|
|
Potente, ad intensità crescente. Solo il dialogo finale di 5 minuti tra padre e figlio vale l’Oscar. È riduttivo dire che è un film sull’omosessualità perché non lo è; Il film è la storia di una crescita, parla della scoperta di sé che nelle nostre società è quasi impossibile se non un lusso, parla di una famiglia padre madre e figlio illuminata come dovrebbero essere tutte le famiglie. Parla di empatia, compassione, trasmissione del sapere emotivo; Parla di amore vero. C’è tanto bisogno di queste cose nella nostra epoca individualista, arrabbiata e ammalata. Insomma un capolavoro unico. Persino le scene e le immagini “minori” hanno significati profondi... se ne potrebbe parlare a lungo.
[+]
Potente, ad intensità crescente. Solo il dialogo finale di 5 minuti tra padre e figlio vale l’Oscar. È riduttivo dire che è un film sull’omosessualità perché non lo è; Il film è la storia di una crescita, parla della scoperta di sé che nelle nostre società è quasi impossibile se non un lusso, parla di una famiglia padre madre e figlio illuminata come dovrebbero essere tutte le famiglie. Parla di empatia, compassione, trasmissione del sapere emotivo; Parla di amore vero. C’è tanto bisogno di queste cose nella nostra epoca individualista, arrabbiata e ammalata. Insomma un capolavoro unico. Persino le scene e le immagini “minori” hanno significati profondi... se ne potrebbe parlare a lungo... Non può non vincere l’Oscar.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
evak.
|
giovedì 25 gennaio 2018
|
difficilmente apprezzabile
|
|
|
|
Non è certo un capolavoro. Non è certo un buon film. E allora come lo si deve chiamare?
Chiamiamolo col suo nome: un prodotto commercializzato da più parti e venduto come film cinematografico.
È una pellicola mancante, che si perde, si smarrisce e affonda da sola.
Due ragazzi, una storia d'amore. L'estate, corpi in vista, paesaggi, colori, dimore eleganti. E la borghesia patinata. Non manca il trash (l'anima vera di tutto il film?)
Il regista in più occasioni ha citato modelli quali Bertolucci, Renoir, Visconti. Tuttavia priva questi Maestri dell'essenza di un possibile insegnamento.
[+]
Non è certo un capolavoro. Non è certo un buon film. E allora come lo si deve chiamare?
Chiamiamolo col suo nome: un prodotto commercializzato da più parti e venduto come film cinematografico.
È una pellicola mancante, che si perde, si smarrisce e affonda da sola.
Due ragazzi, una storia d'amore. L'estate, corpi in vista, paesaggi, colori, dimore eleganti. E la borghesia patinata. Non manca il trash (l'anima vera di tutto il film?)
Il regista in più occasioni ha citato modelli quali Bertolucci, Renoir, Visconti. Tuttavia priva questi Maestri dell'essenza di un possibile insegnamento. Di conseguenza il paragone non regge neppure a livello d' ispirazione. Saranno stati come quei tantissimi libri esposti nelle sale delle ville dell'alta borghesia solo per mostrarli e senza mai averli letti?
Guadagnino ci prova. Dalla sceneggiatura alla fotografia. Dai dialoghi alle musiche. Tuttavia non fa centro. Elio e Oliver risultano tanto finti quanto imbarazzanti come personaggi. Così come finto e stucchevole risulta il discorso finale del padre.
Che il cinema sia finzione lo si sa bene, ma che ciò venga manifestato con tanta superficialità è altro.
Non si riesce ad amare nulla in questo film. Privo di empatia. Scarno sin dalle prime inquadrature, non riesce a mostrare l'amore sussurrato che è proprio del romanzo. Guadagnino riesce a far cadere anche la scenaggiatura. Molto spesso i personaggi rappresentati risultano odiosi. Fuori contesto. Prevaricano il sussulto del primo amore. Infastidiscono.
Difficile innamorarsene. Il "dramma" finale vive di troppa enfasi. Sebbene abbia avuto molte candidature in più circostanze, il film lascia perplessi.
Sembra più il frutto di un'azione di marketing.
Al di là del romanzo, stanca inoltre questo tipo di cinema che attinge a storie d'amore omosessuali che poi non riesce a rendere universali.
Ho trovato migliore il film precedente "Io sono l'amore".
Per un giudizio complessivo sembra appropriata una frase di un libro di Virginia Woolf: "la più inutile delle classi, i ricchi con una patina di cultura"
Signor Guadagnino mi deve un biglietto del cinema e un futuro Film migliore.
[-]
[+] condivido tutto
(di no_data)
[ - ] condivido tutto
[+] bella recensione
(di lucano11)
[ - ] bella recensione
[+] un film bellissimo
(di francesca)
[ - ] un film bellissimo
[+] prodotto commercializzato?!
(di cinelady)
[ - ] prodotto commercializzato?!
[+] furbetto e piacione
(di no_data)
[ - ] furbetto e piacione
[+] per francesca
(di evak.)
[ - ] per francesca
[+] per no_data
(di evak.)
[ - ] per no_data
[+] completamente d'accordo
(di sissio78)
[ - ] completamente d'accordo
|
|
[+] lascia un commento a evak. »
[ - ] lascia un commento a evak. »
|
|
d'accordo? |
|
cinelady
|
giovedì 25 gennaio 2018
|
è meglio parlare o morire?
|
|
|
|
È la domanda che si pone Elio, diciassettenne colto e sensibile, non sapendo come esprimere il proprio tormentoso sentimento di attrazione e desiderio verso il più grande e maturo Oliver. L’affinità tra loro è scattata subito, e nonostante l’impaccio iniziale riusciranno a vivere appieno il loro amore; chiamami col tu nome e io ti chiamerò col mio, dice Oliver a Elio, in un’espressione di intimità totale.
Le scene d’amore sono molto naturali, un insieme di timore e slanci di passione, ed esprimono al meglio la dimensione intima e poetica che è la forza del film, perfettamente in armonia con l’ambientazione, un’estata italiana di metà anni Ottanta, su cui il regista mette un particolare accento, con lunghe sequenze sulla bellezza del paesaggio e l’idillio della vita in campagna e una particolare attenzione sull’attrazione per il corpo piuttosto che sull’affinità mentale, come dimostrano gli scarsi dialoghi.
[+]
È la domanda che si pone Elio, diciassettenne colto e sensibile, non sapendo come esprimere il proprio tormentoso sentimento di attrazione e desiderio verso il più grande e maturo Oliver. L’affinità tra loro è scattata subito, e nonostante l’impaccio iniziale riusciranno a vivere appieno il loro amore; chiamami col tu nome e io ti chiamerò col mio, dice Oliver a Elio, in un’espressione di intimità totale.
Le scene d’amore sono molto naturali, un insieme di timore e slanci di passione, ed esprimono al meglio la dimensione intima e poetica che è la forza del film, perfettamente in armonia con l’ambientazione, un’estata italiana di metà anni Ottanta, su cui il regista mette un particolare accento, con lunghe sequenze sulla bellezza del paesaggio e l’idillio della vita in campagna e una particolare attenzione sull’attrazione per il corpo piuttosto che sull’affinità mentale, come dimostrano gli scarsi dialoghi.
Purtroppo c’è anche qualche sbavatura, in particolare sul montaggio di una paio di scene che tagliano un’azione prima che il personaggio abbia terminato di compierla, o alcuni dettagli sulla storia italiana piuttosto fuori luogo, in quanto spezzano il pathos della vicenda principale.
Avendo letto e adorato il romanzo, avrei preferito una maggior presenza di Oliver nella prima parte, che ne avrebbe permesso un approfondimento psicologico migliore.
Nonostante questi aspetti poco riusciti, il livello di coinvolgimento è alto, grazie all’eleganza e alla delicatezza con cui il film è girato e alla presenza di un cast perfetto, su cui spiccano i due meravigliosi protagonisti. Le scene che colpiscono e rimangono in mente sono molte, in particolare il dialogo del padre a Elio, esempio del bel rapporto tra il ragazzo e i genitori, e il finale a prova di lacrime, che anticipa la dimensione di un ricordo nostalgico. L’esperienza vissuta da Elio è unica e irripetibile, ma la sua forza sta proprio qui, perché, come scrive Oliver nel suo libro, alcune cose possono rimanere immutate solo attraverso il cambiamento e così forse è per il loro sentimento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cinelady »
[ - ] lascia un commento a cinelady »
|
|
d'accordo? |
|
cabaret26
|
venerdì 12 gennaio 2018
|
film gradevole anche se spoglio
|
|
|
|
La buona sceneggiatura aiuta molto questo film, una bella storia. Realizzato in modo discontinuo, a volte molto (troppo) asciutto, e algido. Un paio di sequenze addirittura sembra manchino i controcampi e che siano state girate abbastanza frettolosamente con una steady...e via. Buoni interpreti, bel mix di lingue e dialoghi, anche se a volte confuse troppo tra loro. Divertente la colonna sonora, per quanto curiosa. Fortunatamente più vicino a Io sono l'Amore che al terribile A bigger Splash.
|
|
[+] lascia un commento a cabaret26 »
[ - ] lascia un commento a cabaret26 »
|
|
d'accordo? |
|
robertalamonica
|
martedì 9 gennaio 2018
|
un parallelo...
|
|
|
|
‘Call me by your name’ è un film del 2017 diretto da Luca Guadagnino. La sceneggiatura è scritta da James Ivory ed è un adattamento cinematografico del romanzo ‘Chiamami col tuo nome’ di André Aciman.
‘Il Giardino dei Finzi Contini’ è un film del 1970 diretto da Vittorio De Sica, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani.
‘Call me by your name’ è il grande escluso dai premi dei Golden Globe per cui era stato nominato in tre categorie ma non potrà essere escluso dai pensieri e dalle riflessioni di chi sarà tanto fortunato da vederlo.
Il Giardino dei Finzi Contini vinse un Oscar come miglior film straniero e De Sica rese il romanzo di Bassani immortale.
[+]
‘Call me by your name’ è un film del 2017 diretto da Luca Guadagnino. La sceneggiatura è scritta da James Ivory ed è un adattamento cinematografico del romanzo ‘Chiamami col tuo nome’ di André Aciman.
‘Il Giardino dei Finzi Contini’ è un film del 1970 diretto da Vittorio De Sica, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani.
‘Call me by your name’ è il grande escluso dai premi dei Golden Globe per cui era stato nominato in tre categorie ma non potrà essere escluso dai pensieri e dalle riflessioni di chi sarà tanto fortunato da vederlo.
Il Giardino dei Finzi Contini vinse un Oscar come miglior film straniero e De Sica rese il romanzo di Bassani immortale.
Oreste Del Buono disse sul romanzo di Bassani: “Il Giardino dei Finzi Contini è un romanzo sulla giovinezza e sull’amore e nella sua vernice di rispetto per ciò che è decorosamente antiquato è radicalmente nuovo. La vita continua e il dolore di un’età diventa una favola. È un romanzo d’amore solo che, nella storia, l’amore è impossibile perché è “per gente destinata a sopraffarsi a vicenda”. Bassani detestò il film firmato da Vittorio De Sica tanto da non voler essere menzionato nei titoli di coda. Lo detestò perché ritenne la sceneggiatura sentimentale e didascalica.
Nulla di didascalico o sentimentale può essere imputato invece al film di Luca Guadagnino che sta ricevendo consensi unanimi oltreoceano e la cui sceneggiatura è tesa a esaltare il nucleo tematico del romanzo.
Al di là dell’imparagonabile contesto storico il cui accostamento fa anche sorridere (la seconda guerra mondiale nel film di De Sica e l’ascesa del PSI nell’Italia dei primi anni ‘80 nel film di Guadagnino), le somiglianze tra le due opere sono evidenti. Le famiglie al centro delle vicende sono entrambe appartenenti a un’ alta borghesia ebraica al cui interno si respirano stimoli culturali e intellettuali importanti ed esclusivi.
Entrambi i film sono ambientati nella Pianura Padana con le sue umide suggestioni estive e il suo calore sensuale, soffocante e indolente.
In entrambi c’è una storia d’amore. Ma laddove l’amore può esistere solo come sopraffazione nel terrificante e catastrofico panorama storico e sociale a cavallo degli anni ‘40, nel film di Guadagnino l’amore prende la forma di esperienza totalizzante e irripetibile in cui ‘non provare e non sentire sarebbe un terribile spreco’ nelle parole del professor Perlman, il padre di Elio, il protagonista.
‘Call me by your name’ non è un film sull’amore omosessuale. Questo è piuttosto un film sull’Amore e sulla nascita del desiderio. È un passaggio dall’adolescenza all’età adulta, un Bildungsroman secondo la prospettiva delle emozioni e dei sentimenti.
Saper ‘sentire’ e provare emozioni diventa rappresentativo dell’adulto che diventerai, sembra volerci dire Guadagnino. Il focus sull’arte e sulla pluralità linguistica come cifra significativa dell’apertura al mondo è estremamente moderna e travalica i confini di genere senza porre il genere come limite a ciò che il cuore può esperire.
Se nel ‘Giardino dei Finzi Contini’ proprio il giardino era il confine entro cui le possibilità di relazioni significative prendevano vita,
in ‘Call me by your name’ non c’è un confine alla possibilità di amare e il superamento del limite e la conseguente esposizione al fallimento sentimentale rappresentano il punto di partenza per l’ingresso nell’età adulta.
“È meglio parlare o morire?”, si chiede Elio.
Lui sceglie di parlare e ‘...this has made all the difference’.
[-]
[+] non confondiamo
(di evak.)
[ - ] non confondiamo
|
|
[+] lascia un commento a robertalamonica »
[ - ] lascia un commento a robertalamonica »
|
|
d'accordo? |
|
karmae90
|
mercoledì 3 gennaio 2018
|
una poesia
|
|
|
|
Ho visto questo film in lingua originale. Lì ci sono dialetto, italiano, inglese, francese e stranieri che parlano lingue che non appartengono loro. Non so come questo sarà reso nella versione italiana ma questo unito ad attori capaci e una storia leggera e intensa allo stesso tempo, mi ha lasciato con una buona, buonissima impressione del regista. Consiglio di vederlo e godere di questo ottimo film.
[+] il doppiaggio
(di silvanobersani)
[ - ] il doppiaggio
|
|
[+] lascia un commento a karmae90 »
[ - ] lascia un commento a karmae90 »
|
|
d'accordo? |
|
catnip
|
martedì 2 gennaio 2018
|
chiamami col tuo nome e io ti chiamerò col mio.
|
|
|
|
Chiamami col tuo nome è un film non facile da descrivere ,le sensazioni e le emozioni che avvolgono lo spettatore alla fine del film parlano da sole. Non è un film ricco di dialoghi , ma quelli che sono presenti sono molto intensi perché incorniciati ed esaltati da un’ ottima recitazione ,pacata ,interiorizzata ma efficace. Le lacrime sgorgano inconsapevoli durante la conversazione di Elio con il padre; è lì che ,a mio parere, si rivela la vera essenza del film. Il dolore e la profonda nostalgia di ciò che è stato non deve essere limitante bensì è la prova di ciò che si è vissuto con onestà e con sincerità di sentimento.
[+]
Chiamami col tuo nome è un film non facile da descrivere ,le sensazioni e le emozioni che avvolgono lo spettatore alla fine del film parlano da sole. Non è un film ricco di dialoghi , ma quelli che sono presenti sono molto intensi perché incorniciati ed esaltati da un’ ottima recitazione ,pacata ,interiorizzata ma efficace. Le lacrime sgorgano inconsapevoli durante la conversazione di Elio con il padre; è lì che ,a mio parere, si rivela la vera essenza del film. Il dolore e la profonda nostalgia di ciò che è stato non deve essere limitante bensì è la prova di ciò che si è vissuto con onestà e con sincerità di sentimento. Colpisce l’interpretazione di Timothée Chalamet perché senza pronunciare una parola incarna il vortice contrastante di emozioni che popolano il protagonista Elio. È una recitazione fatta di sguardi sorridenti e di lacrime, drammatica e divertente, esattamente come l’amore che viene vissuto nelle sei settimane di narrazione . L’ambientazione di un luogo caldo e assolato è molto suggestiva e accoglie con garbo la profonda passione di un’estate unica ed irripetibile per i personaggi del film. Riporto di seguito le commoventi parole pronunciate dal padre di Elio : “Soffochiamo così tanto di noi per guarire più in fretta che a 30 anni siamo prosciugati, e ogni volta che ricominciamo con qualcuno diamo sempre meno ,ma renderti insensibile così da non provare nulla è un gran peccato. I cuori che abbiamo nel corpo ci vengono dati una volta sola.”
[-]
|
|
[+] lascia un commento a catnip »
[ - ] lascia un commento a catnip »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 31 dicembre 2017
|
noiosamente inutile
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 19 febbraio 2017
|
loro sono l'amore
|
|
|
|
Questo film racconta, con estrema eleganza e delicatezza, ogni passo verso l'innamoramento. Quello vero, quello puro,adolescenziale, che solo una volta possiamo avere la fortuna di vivere. Fa pensare ad una lunga sinfonia, che ci incanta e che non ci fa distogliere gli occhi dagli sguardi dei protagonisti che si incrociano. Ci fa fremere nell'attesa di un loro bacio, di un loro sguardo. Non c'è bisogno di raccontare il sesso, è tutto ciò che viene prima che è un turbinio di emozioni, fra le frasi dei libri e la musica che le incorniciano e che forse collaborano a provocarle. Sembra che quello sia un tempo senza tempo, nonostante la collocazione precisa, ma per nulla forzata.
[+]
Questo film racconta, con estrema eleganza e delicatezza, ogni passo verso l'innamoramento. Quello vero, quello puro,adolescenziale, che solo una volta possiamo avere la fortuna di vivere. Fa pensare ad una lunga sinfonia, che ci incanta e che non ci fa distogliere gli occhi dagli sguardi dei protagonisti che si incrociano. Ci fa fremere nell'attesa di un loro bacio, di un loro sguardo. Non c'è bisogno di raccontare il sesso, è tutto ciò che viene prima che è un turbinio di emozioni, fra le frasi dei libri e la musica che le incorniciano e che forse collaborano a provocarle. Sembra che quello sia un tempo senza tempo, nonostante la collocazione precisa, ma per nulla forzata. E' tutto naturale, anche l'ambientazione, è come se non avesse potuto girare in altri luoghi che in quelli. Incorniciati da pura bellezza, ci sono loro,i due protagonisti, entrambi magnetici e rappresentazione di bellezza pura e perfetta , come i reperti che vengono recuperati dalle acque. E' tutto estremamente naturale, come se ci si aspettasse ogni loro gesto, come se fossero dei ballerini ed i nostri occhi li guidassero nei movimenti. Un'atmosfera colta ed intellettuale che guarda al passato con nostalgia ed al futuro con speranza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|