rocinante
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sabato 10 febbraio 2018
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la banalià del clichè
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Posso riconoscere il fatto che, nonostante la durata, il film si lascia guardare senza annoiare a livelli estremi, per il resto è tutto sbagliato.
Clichè a non finire, protagonisti caratterizzati meno di zero che girano per non si sa quale paese, chiedono bicchieri d'acqua a vecchiette random, fanno bagni in un abbeveratoio e si vestono malissimo.
Regia pessima, non c'è originalità, mai! Potrebbe benissimo essere la director's cut di una pubblicità di Banderas.
La trama è inutile, scontata, a volte troppo cauta, a volte quasi trash.
Non lascia nessuna emozione, non c'è romanticismo, non c'è coinvolgimento.
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Posso riconoscere il fatto che, nonostante la durata, il film si lascia guardare senza annoiare a livelli estremi, per il resto è tutto sbagliato.
Clichè a non finire, protagonisti caratterizzati meno di zero che girano per non si sa quale paese, chiedono bicchieri d'acqua a vecchiette random, fanno bagni in un abbeveratoio e si vestono malissimo.
Regia pessima, non c'è originalità, mai! Potrebbe benissimo essere la director's cut di una pubblicità di Banderas.
La trama è inutile, scontata, a volte troppo cauta, a volte quasi trash.
Non lascia nessuna emozione, non c'è romanticismo, non c'è coinvolgimento.
La prima metà è disseminata di musica, riferimenti politici, storici, archeologici.
Si passa da Bach a Mussolini, dal recupero di una statua in mare al pentapartito.
Tutto sconnesso, fastidioso e abbandonato nella seconda metà del film.
I personaggi femminili bistrattati, usati e abbandonati. A tutte sta bene, nessuna si lamenta o chiede spiegazioni.
Dialoghi davvero imbarazzanti e inutili per la maggior parte.
La dizione impostata del doppiaggio degli attori principali va a cozzare con il dialetto usato dai personaggi secondari (tra l'altro incomprensibile, Mafalda forse avrebbe gradito un paio di sottotitoli).
Non capisco come possa essere stato candidato a 4 Oscar (Miglior film"?!? Miglior sceneggiatura non originale?!!) ma sicuramente non ne vincerà nessuno.
Orribile
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umpos
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sabato 10 febbraio 2018
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bah ...
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Sono andato a vedere questo film, spinto dalle tante critiche positive. Dovevo forse fare piú attenzione ai voti del pubblico, che mi sembra andare in altra direzione. In tre parole il mio giudizio complessivo potrebbe citare quello che disse Fantozzi a proposito de “La corazzata Potemkin”, ma vorrei articolare un po’ di piú questa mia critica. Andiamo per punti, e cominciamo dalla storia. E’ di una banalitá sconcertante, ammantata di omosessualitá giusto per renderla un po’ piú piccante. Ve la immaginate la stessa storia se fosse stata etero? Il nulla. La sceneggiatura, inutile scomodare mostri sacri evidentemente distratti, é da fotoromanzo.
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Sono andato a vedere questo film, spinto dalle tante critiche positive. Dovevo forse fare piú attenzione ai voti del pubblico, che mi sembra andare in altra direzione. In tre parole il mio giudizio complessivo potrebbe citare quello che disse Fantozzi a proposito de “La corazzata Potemkin”, ma vorrei articolare un po’ di piú questa mia critica. Andiamo per punti, e cominciamo dalla storia. E’ di una banalitá sconcertante, ammantata di omosessualitá giusto per renderla un po’ piú piccante. Ve la immaginate la stessa storia se fosse stata etero? Il nulla. La sceneggiatura, inutile scomodare mostri sacri evidentemente distratti, é da fotoromanzo. Dialoghi sciatti, personaggi fuori ruolo, nessuno spessore psicologico, per me qui non si salva niente. Capitolo attori: in una storia d’amore, vogliamo mettercelo un minimo di fascino ? Non penso a grandi cose, mi accontento del minimo sindacale. Si salva solo il protagonista, Elio, che anche se efebico é fuori etá per il ruolo, ma che svetta sulla nullitá di tutti gli altri. Oliver, l’americano, é totalmente privo di fascino oltre che di una antipatia assoluta, e l’unico ruolo in cui lo vedrei bene é su una tavola da surf a cavalcare le onde. I genitori, che piú stupidi non potrebbero essere (e il monologo finale del padre non riesce a recuperare la situazione), le ragazze, insignificanti. Sinceramente non ricordo niente di particolare della colonna sonora, quindi innocua, senza infamia e senza lode, e a conti fatti nel giudizio negativo metto anche la fotografia, da molti lodata. E’ bella solo quando i oggetti sono belli (qualche paesaggio, la villa, le montagne) mentre cade rovinosamente in piú di una occasione. Niente di disastroso, ma neanche da osannare. A questo punto, che dire del regista che ha messo insieme questa cosa? Ha realizzato un lavoro noiosissimo (la palpebra ha provato in piú di una occasione ad abbassarsi), ricostruzione di quegli anni forzata, attori condotti male ... Per me, pollice verso.
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elio
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venerdì 9 febbraio 2018
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sono io elio
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elio
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giovedì 8 febbraio 2018
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fragola
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giovedì 8 febbraio 2018
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non è un film da oscar
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Aggiungo al mio commento precedente che ho avuto l'impressione di essere entrata in una sala a luci rosse e non era quello che cercavo!
Ancora una volta ho capito che non bisogna fidarsi ciecamente dei premi attribuiti ad alcuni films, non si sa per quali meriti.
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giajr
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mercoledì 7 febbraio 2018
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un film colto e molto gradevole
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La miglior definizione per questa gradevole pellicola è quella di un "film colto".
Lo sono i dialoghi, le ambientazioni tanto da creare uno scorcio di una Italia del nord che negli anni ottanta non era così facile da trovare (e forse nemmeno adesso).
Un film sicuramente ben fatto, anche se non possiamo non evidenziare la trascuratezza per alcuni particolari che alla fine, davanti ad un occhio attento, si palesano in veri e propri anacronismi (ad esempio, una Fiat Regata la cui commercializzazione è partita nel 1983 che nel film è invece vecchia e logora.
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La miglior definizione per questa gradevole pellicola è quella di un "film colto".
Lo sono i dialoghi, le ambientazioni tanto da creare uno scorcio di una Italia del nord che negli anni ottanta non era così facile da trovare (e forse nemmeno adesso).
Un film sicuramente ben fatto, anche se non possiamo non evidenziare la trascuratezza per alcuni particolari che alla fine, davanti ad un occhio attento, si palesano in veri e propri anacronismi (ad esempio, una Fiat Regata la cui commercializzazione è partita nel 1983 che nel film è invece vecchia e logora...); nulla di grave comunque, che di certo non intacca la valutazione globale del film.
Bravi gli attori inclusi quelli minori, così come la scenografia, fotografia e la regia...
Il film che mi ha ricordato in più momenti qualcosa di già visto, ed in particolare un altro film degli anni ottanta dal titolo "Maurice" (film del 1987 diretto da James Ivory, con James Wilby ed un giovanissimo Hugh Grant)... contesti analoghi che narravano la storia troncata e non sviluppata di un vero amore tra due giovani uomini.
Per un attimo poi, ma solo per pochi istanti, sarà stato per via delle colonne sonore, mi è tornato alla mente un film cult sempre anni ottanta "il tempo delle mele"... ed anche con annesso un Pierre Cosso reincarnato in Oliver...
Comuque, si tratta di un film veramente gentile (d'essai) e con un messaggio sociale che oggigiorno può essere utilmemte ribadito.
...E vuoi vedere che "chiamami con il mio nome", forse, vince anche un Oscar?
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elena
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martedì 6 febbraio 2018
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delusione
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Un film mediocre e una storia banale con degli attori scarsi. Uno sembra un bagnino, l'altro non si commenta.
Se questo è il genere di film che merita l'oscar allora tutti possiamo aspirare al premio con i filmati che facciamo dal cellulare d'estate.
Annoia già dopo 10 minuti. Alcune scene sono soporifere, mi aspettavo qualcosa di interessante invece mi deluso.
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elena
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martedì 6 febbraio 2018
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delusione
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Un film mediocre e una storia banale con degli attori scarsi. Uno sembra un bagnino, l'altro non si commenta.
Se questo è il genere di film che merita l'oscar allora tutti possiamo aspirare al premio con i filmati che facciamo dal cellulare d'estate.
Annoia già dopo 10 minuti. Alcune scene sono soporifere, mi aspettavo qualcosa di interessante invece mi deluso.
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139pp
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martedì 6 febbraio 2018
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bellissimo flilm, soprattutto nel finale
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Film molto bello, libro da cui è tratto forse ancor piu' bello. Nella ricostruzione dell'Italia negli anni '80 ci sono delle imprecisioni (ad es. girano troppe auto degli anni 70, confusione tra Pentapartito e Compromesso Storico, che ne era invece l'opposto politico), ma le immagini sono meravigliose, i paesaggi stupendi ed i dialoghi alquanto efficaci. Forse la parte migliore del film è il finale: sia il bellissimo ed opportuno discorso del padre al figlio (praticamente lo stesso riportato nel libro), sia la stupenda scena finale della telefonata. Dal profondo sospiro di Oliver si capisce che il suo ritorno alla cosiddetta "normalità etero", seppur da lui voluto è solo di facciata (non a caso si salutano ancora chiamandosi l'uno col nome dell'altro, a significare che le loro identità sono ancora un unicum).
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Film molto bello, libro da cui è tratto forse ancor piu' bello. Nella ricostruzione dell'Italia negli anni '80 ci sono delle imprecisioni (ad es. girano troppe auto degli anni 70, confusione tra Pentapartito e Compromesso Storico, che ne era invece l'opposto politico), ma le immagini sono meravigliose, i paesaggi stupendi ed i dialoghi alquanto efficaci. Forse la parte migliore del film è il finale: sia il bellissimo ed opportuno discorso del padre al figlio (praticamente lo stesso riportato nel libro), sia la stupenda scena finale della telefonata. Dal profondo sospiro di Oliver si capisce che il suo ritorno alla cosiddetta "normalità etero", seppur da lui voluto è solo di facciata (non a caso si salutano ancora chiamandosi l'uno col nome dell'altro, a significare che le loro identità sono ancora un unicum). Ma soprattutto dalla bellissima mimica facciale di Elio (che passa lentamente dalle lacrime di dolore ad un sorriso quasi compiacente) risulta che questo lui l'ha ben capito ed accettato, perché nella vita a volte un bel ricordo di cio' che è stato ma non è proseguito puo' comunque illuminare i giorni a venire.
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marco
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martedì 6 febbraio 2018
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solo in italia si possono leggere certe recensioni
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Mi rammarico, questo tipo di commenti è possibile leggerli solo in Italia, recensioni al confine tra il radical chic e il superbo, anche un po' ignorante se mi permette.
Credo che Guadagnino avesse ben altri intenti con il film, parlare di bellezza e di desiderio in modo semplice ma mai banale.
Del resto il film ha avuto apprezzamenti a livello planetario, quindi mi farei due domande. ;)
Che tristezza.
Ps: e parlo da persona eterosessuale.
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(di maxytv)
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