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Boston - Caccia all'uomo, la democrazia americana è la migliore del mondo?

Peter Berg propone una propria lettura del tessuto culturale e sociale statunitense. Al cinema.
di Roy Menarini

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Mark Wahlberg (Mark Robert Michael Wahlberg) (53 anni) 5 giugno 1971, Dorchester (Massachusetts - USA) - Gemelli. Interpreta Il sergente Tommy Saunders nel film di Peter Berg Boston - Caccia all'uomo.
domenica 23 aprile 2017 - Focus

La presidenza Trump è ancora troppo fresca per poter definire le tendenze e gli schieramenti del cinema hollywoodiano dopo lo shock (in tutti i sensi) dell'inaspettata elezione. Certamente, se i film di area democratica - di gran lunga prevalenti - sembrano riservare poche sorprese dal punto di vista dei contenuti (giustamente a favore di minoranze, classi subalterne, ecologia, comunità), meno nota e studiata è la produzione di orientamento patriottico e tradizionalista. Un cinema, questo, capitanato da Clint Eastwood - l'esponente di gran lunga più noto del pensiero conservatore americano - capace in anni recenti di portare a livelli di alta complessità concettuale la riflessione sull'eroismo contemporaneo.

Boston - Caccia all'uomo si situa in un'area più trasparente, meno controversa e violenta rispetto a opere come American Sniper, senza per questo sfigurare, anzi proponendo una propria lettura del tessuto culturale e sociale americano. Già, ma quale?
Roy Menarini

Inutilmente etichettato come cineasta di destra, Peter Berg fa in verità riferimento a un nazionalismo simpatetico, che continua a cantare le lodi dell'american way of life secondo schemi abbastanza classici. Se a nessuno verrebbe in mente di individuare teorie "right wing" nei film di Frank Capra o William A. Wellman, oggi richiamare quel tipo di coesione comunitaria ha un sapore di scelta più netta, più dichiarata. Rappresentare soprattutto il meglio della tradizione statunitense e delle molecole sociali a stelle e strisce (non a caso attaccate da esterni che colpiscono indiscriminatamente nel mucchio allo scopo di uccidere e ferire famiglie qualsiasi) ha un significato preciso, ovvero recuperare e conservare, appunto, i valori più sani, lontani da ricette sociali e politiche progressiste destinate - secondo gli autori - al fallimento. In verità, nel monologo del poliziotto protagonista, dove l'esaltazione del cuore popolare della nazione si mescola alla consapevolezza che con il terrorismo si deve e si dovrà convivere, troviamo riflessioni molto più consapevoli che propagandistiche.


Una scena del film.
Una scena del film.
Una scena del film.

Ed ecco perché non tutti i patriottismi sono uguali, come ben narra la dilaniante vicenda del partito repubblicano americano, per il quale la vittoria di Trump non ha costituito motivo di orgoglio in quanto basata sull'estremismo ideologico isolazionista del blog anti-governativi. Mentre il pensiero repubblicano, fieramente capitalista e blue collar, è spesso stato intriso di sentimenti in stile Boston - Caccia all'uomo: la democrazia americana è la migliore del mondo, e ogni attacco, così come ogni critica, si infrangono contro il solido muro dell'orgoglio civico. Il destino manifesto della nazione, insomma.

Ma ecco una nuova contraddizione. Chi sono i protagonisti del film di Berg se non i rinnegati, ultimi, delusi del ceto medio statunitense, quello più deprezzato dalla crisi economica.
Roy Menarini

Poliziotti mal pagati, vigili e pompieri attaccati al proprio mestiere ma frustrati, casalinghe preoccupate, uomini legati ai propri quartieri e ai propri riti, mogli ingrassate e ancora innamorate, commesse che crescono figli facendo orari da incubo al lavoro, normali cittadini che hanno solo un martello da falegnameria in casa con cui difendersi, e così via. Non è questa l'America dei dimenticati (i forgotten men) cui Trump ha chiesto il voto, accusando Obama di essersene infischiato? Come si vede, contraddizioni a non finire, spesso risolte e superate proprio grazie alla lotta contro il nemico.
D'accordo, forse Boston - Caccia all'uomo non racconta per forza lo stato ideologico della nazione americana, ma ci aiuta - come sempre fanno i film medi se interrogati nel modo giusto - a capire qualcosa dei sentimenti di un pubblico più composito di quel che si crede.


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