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Mad Max: Fury Road, 10 cose da aspettarsi dal film

Accolto con applausi e urla al Festival di Cannes.
di Gabriele Niola

In foto una scena del film.
Charlize Theron (48 anni) 7 agosto 1975, Benoni (Sudafrica) - Leone. Interpreta Furiosa nel film di George Miller (II) Mad Max: Fury Road.

domenica 17 maggio 2015 - Approfondimenti

L'accoglienza riservata a Mad Max: Fury Road è stata condita da applausi e urla durante la proiezione del mattino (iniziata alle 8.30!) del Festival di Cannes. In un orario da colazione il film di George Miller ha trascinato tutto il pubblico in quel delirio che aveva a lungo promesso a colpi di trailer, dichiarazioni e slogan.
Si tratta forse del titolo più atteso tra quelli di passaggio al festival francese e subito pronto ad uscire in sala. Infatti è nei cinema italiani e di tutto il mondo da questa settimana.
Facendo la tara tra ciò che è stato promesso e ciò che abbiamo visto sullo schermo della sala grande di Cannes, ci sono almeno 10 elementi che è davvero lecito aspettarsi da questo nuovo grosso film di George Miller senza timore di rimanere delusi.

1. Furia
Era l'elemento più evidente fin dal titolo. Già la saga di Mad Max è nota per un montaggio e un passo elettrizzanti, questo ritorno dopo 30 anni di silenzio fin dall'inizio si è proposto come un unico lungo inseguimento, una sola grande corsa a perdifiato durante la quale raccontare la trama. E ci è riuscito pienamente: semplice e schematico ma anche ricco ed elevato come i migliori western.

2. Un nuovo equilibrio tra i sessi
Nonostante siano anni che è lontano dal cinema d'azione George Miller ha perfettamente capito come, almeno da Hunger Games in poi, i blockbuster stiano rivedendo la maniera in cui rappresentano le donne e come questo influenzi le trame. Non solo eroine ma centro di un mondo guardato con i loro occhi. Non è infatti più Max il cuore della storia ma l'imperatrice Furiosa di Charlize Theron, personaggio carismatico, grandioso ed elegante. Donna che non accetta di essere come gli uomini e fugge per affermare e liberare se stessa e quelle come lei.

3. Il cinema dei grandi stunt
Nonostante la perfezione raggiunta dalla postproduzione digitale il cinema mantiene una forza tutta particolare quando rappresenta davvero gli stunt, quando cioè riprende esseri umani che effettivamente hanno fatto quel che vediamo. Corpi che si muovono in maniere che sembrano impossibili o mortali. Mad Max: Fury Road riprende questa grande tradizione oggi in ombra e corre attraverso i veicoli lanciati alla massima velocità, fa saltare, cadere e volare i suoi attori e scontra macchine con uomini.

4. Un universo coerente
La saga di Mad Max ha di fatto inventato il mondo post-apocalittico, quel complesso di deserti, automezzi, trucco pesante, parrucche, cuoio e delirio psicopatico. Il nuovo film lo rimette in scena aggiornandolo nella precisione dei dettagli e nella ricostruzione. Ci sono bande, villaggi, maschere, tecnologie e soluzioni tutte estremamente coerenti con gli assunti di partenza e il film stesso, nella maniera in cui è narrato, sembra disprezzare la vita allo stesso modo in cui il mondo che narra la considera poco più di niente.

5. Tom Hardy
C'era grande curiosità intorno al nuovo volto e corpo di Max Rockatansky, nato e diventato noto grazie a Mel Gibson e ora incarnato da un attore che all'epoca dell'uscita del primo film era nato da poche settimane. Dotato di caratteristiche molto diverse da Gibson, Tom Hardy è decisamente meno elegante ma molto più animalesco. Potente, istintivo e anche fragile come una bestia, il suo Max sarebbe stato fuori luogo nei precedenti episodi ma è perfetto per questo film tutto furia e brutalità.

6. Charlize Theron
L'incontro tra Mad Max: Fury Road e Charlize Theron è frutto di due scelte estremamente intelligenti. Intelligente l'attrice a capire che questo personaggio d'azione, con un braccio monco, i capelli rasati ed un sex appeal bassissimo era il vero cuore del film, la vera possibilità di interpretare una donna nel senso più pieno del termine. Intelligente George Miller ad aver cercato un corpo come il suo, naturalmente elegante, misurato e minimalista in ogni movimento, anche il più violento, per trovare l'unica maniera possibile di segnare una differenza immediata tra il suo personaggio e il resto del mondo in cui si svolge il film.

7. Una storia essenziale
La ricchezza di dettagli del mondo narrato fa il paio con una trama ridotta all'essenziale. Una fuga avanti e indietro da un esercito brutale, condotta da un gruppo di donne ribelli e un prigioniero che vuole solo essere libero. In questo movimento essenziale c'è tutto il contrasto tra vita e morte che anima l'universo di Mad Max, raccontato con una pregnanza e una forza che la saga non aveva mai raggiunto.

8. 2 ore d'azione con due pause
Il film dura 120 minuti, di questi i primi 30 sono occupati da un'introduzione che sfocia nella prima parte del grande inseguimento, tutta di corsa fino ad un momento studiato per essere di stasi, in cui cala un buio innaturale e arriva il silenzio. Dopodichè si riparte senza sosta per almeno altri 45 minuti prima che il film si prenda un secondo momento di pausa dal ritmo indiavolato autoimpostosi, l'ultimo prima della grande cavalcata finale.

9. La tecnica
Giustamente presentato nel tempio del cinema mondiale Mad Max: Fury Road è un trionfo di tecnica cinematografica. Costruito narrativamente per essere funzionale alla propria forma, fotografato con una passione per il colore e un tocco bizzarro che si concede sia un bellissimo effetto notte da fumetto sia toni grotteschi e impossibili venti sulla sabbia, il film di Miller è soprattutto montato con una perizia invidiabile. Non solo lo scorrimento e il tempo del film sono dettati da stacchi matematici, rigorosi e imperiosi, ma anche il montaggio interno delle scene d'azione è un vortice di perizia e meticolosità.

10. La morte
La ricerca di vita e il costante incombere del suo opposto costituiscono il cuore di questo film. Da sempre in Mad Max una delle caratteristiche del mondo è il suo disprezzo per il valore dei singoli uomini, qui la spinta a vivere è il motore di tutto e simboli di ciò ricorrono per tutta la storia. Dalle piantine coltivate con difficoltà, al latte munto dalle donne, alla ricerca d'acqua fino alla gravidanza e lo scorrere del sangue. In un mondo grigio di morte c'è sempre qualche piccolo pallino colorato di vita che affiora nelle inquadrature e si lascia apprezzare per la sua scarsità.

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